Adriana @Lilithins legge Charles Bukowski #respiropoetico #libertĂ dipensieroMDN #Bukowski CHARLES BUKOWSKI â 1920-1994 Seconda parte: LE PAROLE “Ă la mia ossessione dare alle cose la forma dellâArte, è lâunica religione, lâunica animalesca boccata dâaria che rimane. Purifica la merda, la spiega; ti fa dormire la notte, alla fine”. Per Bukowski scrivere era un atto naturale, una necessitĂ insopprimibile e non capiva, anzi non ammetteva, che allo scrittore potessero mancare le parole. Tuttâal piĂš per lui il problema non era scrivere poesie, era difficile viverle. Sulle parole scrisse: “Le parole non hanno occhi nĂŠ gambe non hanno bocca nĂŠ braccia, non hanno viscere e spesso nemmeno cuore o ne hanno assai poco” Egli non smise mai di scrivere poesie, anche se la notorietĂ la raggiunse con i suoi romanzi. In realtĂ per lui câera una sostanziale differenza fra prosa e poesia: “La poesia dice troppo in pochissimo tempo, la prosa dice poco e ci mette un bel poâ”. Lâatto creativo, il senso delle cose, il riassunto condensato e fissato in un attimo che diventa infinito. O piĂš semplicemente: “Lâunico atto poetico necessario è la scrittura delle poesie e tutto quello che viene dopo è propaganda”.