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“Sulla soglia della lontananza” – Autori Vari – Antologia poetica

Di Barbara Gabriella Renzi

 

“Sulla soglia della lontananza”, uscito nel 2020 e pubblicato con Libeccio CTL editore, è un bel libro di poesie: è bello perché gli autori sono bravi. Ecco ora dovrei definire di due aggettivi “bello” e “bravo” giusto per capirci.
Una definizione pura…. Quella proprio non ce l’ho, vi fornisco allora un’immagine: leggendo il libro mi sono sentita di fronte a un lago. Vedevo le nuvole di diverse forme scorrere in un cielo a volte sereno e a volte offuscato; le immagini delle nuvole correvano sulla superficie dell’acqua come pesci argentei e ogni tanto la increspavano.
Io ho guardato il lago e ogni tanto mi ci sono rispecchiata, mentre, a volte, ho visto ricordi lontani non miei, salutarmi e dedicarmi un sorriso.
Questo è il libro edito da Chiara Rantini e ora lascio i protagonisti parlare.

Chiara, tu chi sei? Perché scrivi?

Sono una persona che ama scrivere. Ho una laurea in Lettere e Filosofia, un lavoro che mi impegna per molte ore al giorno e una bella famiglia. Mio nonno era un poeta autodidatta che per la scrittura e la lettura ha fatto enormi sacrifici nella sua vita. Ho sempre amato leggere fin dall’infanzia e, col crescere, è diventata una sorta di dipendenza, ovviamente nel senso buono del termine. Dalla lettura alla scrittura il passo è stato spontaneo. I primi testi adolescenziali, frammentati e incompleti e poi la voglia di annotare tutto quello che sentivo o leggevo mi ha introdotto a un tipo di scrittura diaristica, il mio vero banco di prova. Per arrivare a pubblicare ho dovuto attendere il momento giusto della mia vita che non sai mai quale è finché non ne vedi i segni.
Scrivere per me è come cercare un tesoro interiore, una finestra che dà sul mondo esterno dall’interno e continuamente pone domande su ciò che vede.

Chiara, raccontami come è nato questo progetto e quando è nato?

Il progetto dell’antologia “Sulla soglia della lontananza” è nato nell’estate del 2020. Sentivo che, in un momento così critico come quello che tutti abbiamo vissuto e continuiamo ancora vivere a causa della pandemia, era necessario essere vicini annullando le distanze che le restrizioni ci hanno imposto. Dato che la scrittura e, nello specifico, la poesia, costituiscono un ponte, ho pensato che scrivere una raccolta di liriche da sola non avrebbe avuto senso. Era necessario riflettere sui temi della lontananza e dell’assenza ma era altresì importante che la riflessione fosse corale, un segno di unità e di solidarietà in un mondo dove i rapporti umani sono sempre più sfilacciati, virtuali, poco reali. Così ho lanciato la proposta a un gruppo di amici e amiche dediti alla poesia e nel corso di un paio di mesi è nata questa antologia. Mi sono occupata di cercare l’editore e curare la forma: i contenuti erano già perfetti e non c’è stato niente da fare.

Ora tocca ai poeti e alle poetesse che descrivono la loro poetica

“Sulla soglia della lontananza” è un’antologia che contiene le liriche di 22 poeti e poetesse. ( Massimo De Micco, Claudia Muscolino, Roberto Crinò, Giulia De Marco, Paola Prosperi, Mario Giorgini, Sergio Giovannetti, Genny Sollazzi, Piero Pancanti, Serenella Menichetti, Italo Zingoni, Antonella Iacoponi, Marina Giannessi, Giuseppe Nicosia, Giancarlo Fiaschi, Giuliana Calesso, Alice Fasano, Daniele Cargnino, Chiara Rantini, Ombretta Mariotti, Sara Albarello, Francesca Martinelli) Per darvi un’idea della loro poetica ho raccolto il pensiero di alcuni di loro, che potete leggere qui di seguito:

Giulia De Marco La mia scrittura non segue regole precise. È dettata dall’esigenza del momento, ispirata dalla necessità di essere coccolata tra le righe di pagine bianche. Gli argomenti trattati variano al variare degli eventi che mi circondano, spaziando dalle esperienze personali, alle sensazioni che la natura risveglia nella mia percezione del mondo, alla narrazione di storie che raccolgo dalle vite altrui concentrandole in pochi versi. Non sono incasellabile nella categoria di poeta o scrittore , mi considero semplicemente una donna che scrive ciò che sente e quello che le piace.

Mario Giorgini Io mi definisco un non-poeta noir, avvolto da sofferenze ormai non più elencabili e in avanzamento continuo, visionario e quindi imprevedibile.
Sergio Giovannetti Più che poeta io mi definisco un cantastorie, perché spesso racconto storie in versi. Non a caso ho scritto un lungo poema. Da ciò consegue che la mia poesia è orale, tutta basata sulle rime, le cantilene, i ritmi, che in contrapposizione alle tendenze odierne, anche della poesia, di interessarsi solo del proprio io, cerco di comprendere e di far cambiare il mondo esterno. E’ insomma una poesia impegnata.

Paola Prosperi I miei scritti stanno in bilico tra il vissuto reale e quello onirico, tra aspetti del sogno e flash sulla realtà, che poi si fondono e confondono.. Stanno sull’orlo di un precipizio: cos’è reale, poi, e cos’è sognato?

Daniele Cargnino Poesia che non è espressionismo, non è cubismo nè futurismo, ma surrealismo e astrattismo, è pop art in tempi dispari, parole bruciate dal vento. È una colonna sonora per tramonti malinconici, il suono della periferia di una grande città , è la pioggia che cade nel mare e forma onde più grandi. È nostalgia di qualcosa che non abbiamo vissuto, ricordi che diventano bagliori.

Claudia Muscolino Ho sempre scritto poesia e per me è un modo di vivere, di esporsi senza filtri agli altri. Un viaggio delle parole verso il lettore; non importa se ciò che arriva è diverso dalle intenzioni iniziali di che scrive, l’importante è l’emozione che arriva. Scrivere poesia mi permette di essere trasportata da un aereo supersonico, mentre quando mi cimento con il racconto è come muoversi su un treno veloce e con il romanzo mi alzo su una mongolfiera per scrutare l’orizzonte.

Massimo De Micco La forma breve, le parole scelte con cura tra quelle che si hanno sott’occhio, fiducioso che chiameranno da sè in aiuto quelle sepolte nella memoria. Parola dunque evocativa anzitutto di altre parole, non per evadere dall’esperienza ma per saggiarne l’infrastruttura linguistica.

Giuseppe Nicosia Come un fotografo, giro senza meta nelle notti nere. Mi sento come un fiasco vuoto di vino, che non ricordo il suo sapore, percorrendo strade deserte, intorno al piccolo porto. Barche ferme senza vele, senza bussola. La magia della poesia, e come un fulmine senza preavviso si scaglia davanti a me, portando parole nella mente e nella bocca. Parole che non si fermano, lisce e limpide come acqua di roccia. (Molti si domandano come nasce quell’acqua, fresca e pulita dalle rocce nascoste sotto la nuda terra, senza darsi una risposta.) Quante volte mi domando dentro me, come nascono le mie parole, che diventano poesie.

Italo Zingoni La Poesia è inutile? Non lo so, ma chi la ama sa che essa segna ogni momento della propria vita, e non può fare a meno di pensare che forse
essa ha un valore grande per ognuno di noi e per il mondo intero.
Troppo spesso però, presi dalla fretta che la quotidianità ci impone,
ce ne dimentichiamo e la lasciamo sulla soglia dei nostri pensieri. Noi che alle parole abbiamo affidato tutto, crediamo che le parole avvicinino, che la Poesia possa contribuire a migliorare il mondo e che non esporla al pubblico sarebbe forse una mancanza. E’ un rischio che non vogliamo correre, preferiamo semmai rischiare di non essere ascoltati, di non essere compresi, di non trovare condivisioni e di risultare in fondo perfino noiosi, ma abbiamo … sentiamo l’ esigenza di scrivere e di comunicare.

Antonella Iacoponi La mia poesia vuole destare le coscienze, donare conforto e vita non solo ai singoli, ma anche, e soprattutto, alle collettività, vuole essere un tocco di speranza, che offre ali per risollevarsi, volare sopra i problemi, le ingiustizie sociali, fino a raggiungere le vette delle soluzioni o, in ogni caso, innalzarsi talmente in alto da informare gli altri, tutto il cielo, e chiedere l’aiuto di ognuno, affinché tutti si adoperino, per risolvere insieme le difficoltà. Potrei dipingere la mia poesia come una fonte che danza e brilla, fonte di mille interessi, che colorano la vita: interessi che ho cercato di infondere nelle mie composizioni, ingredienti di una ricetta magica, che neppure io, all’inizio di ogni nuova lirica, conoscevo interamente.

Giancarlo Fiaschi Facendo una piccola presentazione del mio modo di far poesia, io Artigiano di Parola … osservatore di ogni angolo di vita, prediligo la denuncia di fatti e situazioni. Col mio stile sobrio e musicale, in questa narrazione poetica, che è il mio marchio di fabbrica. Come persona sono legato fortemente al territorio, sempre più a contatto di natura e ne patisco le pene, per certi comportamenti dell’uomo di oggi, così barbaro negli esempi, che fa scempio di ogni angolo di mondo. Oltre a viver tutto con sentimento, sono portato a spingere il mio verso sovente sul sociale, dove l’ingiustizia spesso è palese.

Ombretta Mariotti La scrittura e la conseguente la messa in voce della poesia ( senza di essa sarebbe una poesia zoppa, una poesia non realizzata!) sono un filtro tra il proprio mondo intimo, tra i viottoli tortuosi della nostra mente, delle nostre idee sul mondo, dei nostri sentimenti (anche se pur sempre mediati), e l’esterno, la rappresentatività. Mi piace accostare alla poesia le parole che designano oggetti comuni, mi piace inventare parole, crearmi un lessico poetico. Dare un ordine, alla casualità di un mondo rumoroso, viaggiandoci con la poesia accanto, il desiderio di dare ordine dove ordine non è possibile fare. Per questo la poesia è indifferentemente “intimista” o “sociale”, “ politica” o “d’amore”, in definitiva metapoesia.

Chiara Rantini Il poeta è il protagonista consapevole del processo di scrittura. La sua poesia si produce per tentativi come i balbettii di un bambino che cerca di articolare le prime parole. Essere consapevole non significa raggiungere la piena espressione. Le parole sono le tessere di un mosaico poiché la poesia chiede una relazione, una corrispondenza di sensi ed emotiva tra chi scrive e chi legge. Senza questa corrispondenza non c’è intesa e la poesia perde la sua potenziale vitalità. La poesia è come l’amore. Se potesse essere intesa da tutti sarebbe un ottimo deterrente contro le guerre, piccole e grandi, personali e collettive.

Serenella Menichetti Il mio cammino poetico ha il senso dello sguardo lungo. Cerco un “oltre” nel quale le cose, l’esistenza e il tempo possano avere un senso, uno svelamento di comprensione, un significato valoriale. C’è un “mistero da cercare”. Mi domando a che cosa “possa servire un poeta”, scandaglio l’ontologia dell’esistenza che si trova spesso di fronte a “verità contrastanti” rimanendo impotente anche di fronte alla perdita dell’identità. La mia, non è solo poesia di parole, ma anche di segni, di gesti, di immagini, di suoni, di silenzi, di passioni che si fondono nell’armonia di una sinestesia continua ed ininterrotta; è incontro e scontro di silenzi e di ignoto, di ricordi e di armonie, è un colloquio tra certezze ed incertezze, è un rapporto con l’inquieta, mutevole e contraddittoria realtà che ci circonda.

Marina Giannessi I versi che compongo tendono ad essere per lo più intimistici e rifuggono da costruzioni prestabilite.

Giuliana Calesso Scrivo emozioni, con metafore e colori della natura, non so se è poesia ma di certo sono un espressione dell’anima, di me e di quello che accade intorno.
Gli spunti non sono sempre personali, una lacrima di qualcuno che soffre o il suo sorriso, mi ispirano e io empatica scrivo perché mi aiuta a vivere.
La poesia salva la vita.

Vi ringrazio tutti e aspetto nuovi libri e nuove antologie.

 

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