Recensione Libri

Recensione Cocci di bottiglia di Benedetto Ghielmi

 

 

Ho letto: Cocci di bottiglia

Autore: Benedetto Ghielmi

Genere: Poesia

Recensione di Carlo Amedeo Coletta

Si fa presto a dire “So’ poeta”! Son due parole, che ci vuole? Il verbo lo puoi anche troncare lì e già sei un passo avanti, ha sapore di antologia delle superiori. E non basta neppure tirare qualche parola a caso, magari invertire aggettivo e sostantivo. La rossa lampada. Tutt’altra cosa rispetto a “la lampada rossa”. Sì, certo, ma non basta, ne sono quasi sicuro. E poco importa se dopo un congiuntivo sbagliato, ci si assolva tirando fuori la solita scusa della licenza poetica. Non funziona. Neppure se si mischiano contemporaneamente tutti questi ingredienti, aggiungendo quel pizzico di incomprensibile che ogni poeta che si rispetti deve lanciare e lasciare nei propri versi. Non è sufficiente. E per fortuna, aggiungerei. Se così non fosse, infatti, chiunque potrebbe definirsi poeta. Persino io che potrei atterrirvi con una sequela di rime che comprendano le immortali parole “cuore” e “amore”. Ve lo risparmierò. Vogliatemi bene.
Tutto questo panegirico per dirvi cosa? Chiaramente per presentarvi un poeta vero, in carne ossa e pagine, Benedetto Ghielmi di cui ho letto la raccolta Cocci di bottiglia.
Ecco, Benedetto Ghielmi è un poeta vero e non nascondo che troverei interessante e stimolante poter parlare con lui riguardo alcune delle poesie che ho letto. Non si sa mai, nella vita, come giri il mondo e, se mai ne avrò la possibilità, ve lo racconterò volentieri. Ma veniamo all’opera, Cocci di bottiglia. Non vi porta verso assonaze conosciute? Personalmente, questo titolo riporta subito il mio pensiero a Ossi di Seppia di Montale. Poi inizio a leggere e, a poco a poco, mi trovo testimone di un lungo e faticoso viaggio. E’ il viaggio della vita, con le sue tappe, determinate per ognuno di noi ma sicuramente molto più marcate per un poeta, in questo caso il protagonista del viaggio. E’ un viaggio tormentato dell’anima che passa e risquote a ogni tappa ciò che la vita ha in serbo. Poche gioie ma profonde. Desideri e delusioni che portano al silenzio ma non all’abbandono, all’oblio ma non al sonno. E quando le tappe si rinnovano, si ritrovano, si ripetono, uguali a se stesse ma con protagonisti e tempi diversi, anche il poeta è cambiato e la realtà sembra lasciare pegni differenti. Sono gli stessi di prima. E’ solo cambiata la mano con cui il poeta li stringe a sè. E allora il deserto diventa intimo, i frammenti liquidi dell’anima che scendono dagli occhi divengono solo ricordi, la violenza e l’asprezza con cui l’uomo reagisce alla propria natura di perenne esule diventa leggiadria. Sì, il poeta si alleggerisce, evocando o contemplando le scene che il mondo gli pone davanti agli occhi. Ciò che davvero lenisce le pene, come sempre, però, è la speranza. La rincorsa verso l’oltre, qualunque sia, qualsiasi aspetto abbia. Una corsa inizialmente scapicollata e per questo più dolorosa nelle cadute. Un cammino più posato in seguito, con l’orizzonte a dischiudersi di fronte, lontano certo, quasi irraggiungibile, ma almeno percettibile. Sì, perchè di percezione si tratta, niente di più.
Non conosciamo la situazione del poeta all’inizio del viaggio e non la conosciamo alla fine. Possiamo solo sentirlo. Per quel che ho sentito, questo viaggio è dettato sia dalla natura dell’uomo, pellegrino su questa terra, sia dal disagio di chi si sente escluso da ciò che le persone normali chiamano felicità. Ritengo che la spinta determinante che muove i fili di tutto il cammino sia questa affannosa ricerca, quella della felicità. Costi quel che costi. E quando la disillusione e la delusione si abbatteranno sul viaggiatore per fermarlo, sarà la speranza a dare la forza di continuare. E a ricerca muterà, scovando brandelli di felicità dove non si credeva fossero.
Assomiglia in qualche modo al vostro cammino? Volete usare Benedetto Ghielmi come cicerone di un viaggio nei sotterranei dell’animo? Bè, sarà un’esperienza forte che non vi lascerà indifferenti.
Allora a presto e…se vi va, buona lettura!

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