Calcio italiano

3 – punti a partita MURIEL – Perché siamo tutti allenatori ma non siamo tutti giocatori.

 

Articolo d Ben Croce

 

Minuti di recupero di Atalanta Milan. I rossoneri sono appena rimasti in 10 per l’espulsione di Calabria. Muriel scambia con Zappacosta che trova in area Miranchuk. Muriel ha avuto la costanza e la voglia di seguire l’azione da lui iniziata, nonostante la sua mole un po’ da ”paccioccone” e non tanto da calciatore. La palla gli ritorna e la sua voglia è stata premiata. In quel momento deve solo calciare a incrociare di destro come tutti i calciatori fanno e come Maignan si aspetta, tanto che il portiere rossonero è già in uscita bassa in tuffo alla sua sinistra a coprire proprio il tiro a incrocio. L’azione non è causale, anzi sembra proprio qualcosa di preparato, come tante cose sono preparate oggi dagli allenatori, che provano e riprovano schemi. Gli allenatori, già, quella categoria che oggi grazie alla stampa ha preso letteralmente il sopravvento su ogni cosa. Il mister, il leader, quello che vince con gli schemi. Quello che vince spostando le pedine come su uno scacchiere. Quello che per lui i giocatori sono tutti uguali. Tutti soldatini. Tutti uguali democraticamente, tutti a correre sotto e sopra come trenini su binari. Mai uscire dal seminato. Mai un’ idea, un’ illuminazione, un colpo di genio. Il genio non serve. Roba vecchia. Di altri tempi. Perché geni ce ne sono pochi. E quei pochi non corrono troppo e non stanno sui binari. Alla fine sono pure dei fastidi. Dei rompicoglioni. Nessun Baggio, nessun Platini, nessun Ronaldinho. Tutti mediani. Tutti atleti coi coscioni grossi come cavalli. Che poi è più facile dire a un fante di fare il soldatino piuttosto che dirglielo a un colonnello, a un capitano, a un generale. E allora tutti pedoni. Tutti specializzati in mediocrità, perché l’unico generale possa esser lui l’eletto: l’allenatore con gli schemi.

Perché il sogno ormai che va di moda ai più, è che siamo tutti allenatori. Mica tutti siamo calciatori? Perché è facile immedesimarsi in un Guardiola in un Klopp. Studi, ti metti li. Il foglio in mano, i disegnini, le statistiche e dirigi. Dall’alto delle tue conoscenze. Molto facile per tutti fingersi allenatore. Basta una giacca e una cravatta (o una tuta) e un block notes. Molto più difficile, se non impossibile invece, fingersi un giocatore. Men che meno uno di talento. Perché non ci sono fogli, non ci sono schemi, non ci sono algoritmi o statistiche. C’è un pallone, e se ti do un pallone e non sai fare nemmeno due palleggi, se non sai calciare di collo o di interno, se non fai gol manco a tuo figlio di 10 anni non puoi fingerti calciatore. Puoi dire ”io a quello lo farei giocare così e cosà”, ”giocherei col 4 4 vattelpesca” ma non puoi dire ” quel gol lo facevo pure io” se sei una pippa immonda, senza che la gente ti rida in faccia. Il campo parla. Quell’immenso bellissimo prato verde da le sue sentenze, ed è spietato. Ecco perché uno che non ha mai giocato potrà fare il mister, ma non potrà mai fare il giocatore.

E in tutto questo c’è Muriel che è al 95mo circa. Sull’ultima azione. Muriel che dovrebbe calciare a incrociare di destro perché così DEVE fare. Così il mister gli ha detto. Muriel che al massimo incrociando potrà tentare, se è bravo e lui lo è, uno ”scavetto” alla Higuain. Una palla che alzata scavalchi Maignan in uscita. Maignan sa tutte queste cose, soluzioni che ha studiato anche lui. Perché hanno insegnato anche a lui che si fa così, che l’attaccante farà così, e quindi è proteso in uscita bassa alla sua sinistra. Perchè l’attaccante farà così. Al massimo se Muriel la alza ci proverà con la manona aperta. Ma Muriel è Muriel. Muriel è ancora uno degli ultimi geni in circolazione. Non è più un atleta, forse non lo è mai stato, ma è un calciatore più di tanti altri. Più di tanti ”atleti”. Allora nella testa di Muriel, in una frazione di secondo, passa la voglia di provarci con un colpo di tacco. Quella pazza idea che è così pazza perché gli attraversa il cervello in mezzo secondo, meno di mezzo secondo forse, ed è in quel mentre che deve decidere se si o se no, se farla o meno. Non è che c’è questo tempo per riflettere. Occorre genio, sregolatezza e tanta follia. Oltre che bravura tecnica. Attenzione non è un colpo di tacco alla cazzo di cane. Questo va detto. È un colpo di tacco assolutamente funzionale. È quello che sui campi si dice ”una giocata”. Non è per la platea o per lo meno non è solo per la platea. Muriel sa che con quel colpo di tacco Maignan andrà fuori causa. Quindi ci sta. Però sa benissimo che se fa come dice Gasperini e sbaglia sarà più o meno ok, altresì se la palla di tacco uscirà, sarà probabilmente la sua ultima partita. Andrà a giocare in Alaska con gli orsi polari. Gasperini lo ucciderà. Quel gol di tacco, di questi tempi possono permettersi di sbagliarlo solo Messi e Cristiano Ronaldo. Loro dall’alto dei mille palloni d’oro a testa e mille trofei, sarebbero acclamati ugualmente. Tutti gli altri saranno lapidati. Compreso Muriel che non è Messi ne Ronaldo.

Sprecare il gol del 3-2 per un colpo di tacco? Fare gol è troppo importante. I 3 punti servono per la classifica. Non puoi sbagliare Muriel che fai? Non puoi. Ma Muriel è folle della follia dei geni. E in quella frazione di secondo in cui tutti questi pensieri forse non gli sono neanche balenati per la testa lui lo fa. Lo fa davvero. Per una volta i pianeti si allineano. La favola avrà il suo lieto fine. La palla entra che è una meraviglia, anche se va pericolosamente vicino al palo. Muriel sarà ricordato per sempre per questo gol. Resterà negli annali. Ci ha provato ed è andata bene. Gasperini ha avuto i suoi 3 punti e anche la su squadra. Muriel avrà la sua gloria. In anni in cui i calciatori sono diventati dei comprimari e gli allenatori i protagonisti, Muriel si è ripreso la scena e ha rimesso la palla al centro. La palla nei piedi dei calciatori. I veri protagonisti. Grazie Muriel . Grazie per davvero.

 

 

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