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3 punti a partita – quarta puntata – Il Chelsea

 

 

 

Di Riccardo Rage Gramazio

 

 

Che il dopo Abramovich sarebbe stato complicato lo si poteva anche immaginare. Quasi vent’anni di gestione, di grandissimi investimenti e ovviamente di storici successi non possono essere cancellati in un batter d’occhio. Grazie al miliardario russo, il Chelsea è riuscito dal 2003 al 2022 ha conquistare cinque Premier League, cinque FA Cup, tre Coppe di Lega, due Charity/Community Shield, due Champions League, due Europa League, una Supercoppa Europea e un Mondiale Per Club. Leggere la lista dei titoli conquistati dal club londinese mette davvero i brividi. Inutile girarci intorno, Abramovich è riuscito a rendere a trasformare una squadra, sì storica e importante, in una potenza mondiale. La lista dei campioni passati da Stamford Bridge sotto la sua gestione è davvero lunghissima, parliamo di veri e propri fuoriclasse, capaci di regalare emozioni a raffica ai tifosi blues e agli amanti del calcio. Giocatori come Didier Drogba, John Terry, Frank Lampard, Petr Cech, Michael Ballack, Arjen Robben, Claude Makelele, N’Golo Kante o Eden Hazard, giusto per citare i più celebri, non impossibili da dimenticare. Con i miliardi è più facile, vero, ma non così scontato. E ci arriveremo tra pochissimo. Sì, perchè questo è il succo del discorso.

A causa dei casini politici in Russia e dei rapporti con Putin, l’oligarca è costretto a consegnare il club alla Chelsea Charitable Foundation. La nuova era nasce però ufficialmente nel maggio del 2022, quando la proprietà guidata dall’americano Todd Boehly acquista il Chelsea per oltre 4 miliardi di sterline. E da qui in poi le cose si complicano e non poco, tingendosi di grottesco e addirittura di ridicolo. Il problema non sono i soldi, ma la gestione dei soldi. In poche parole, si può essere ricchissimi, ma senza un progetto sportivo solido e senza idee chiare non si va da nessuna parte, anzi, si collezionano figuracce. Per Todd Boelhy e soci, tenere alto il nome del club nel mondo risulta infatti dannatamente difficile. Nelle prime due sessioni di mercato, estate 2022 e gennaio 2023, la società spende rispettivamente 278 e 330 milioni di euro. Alcuni nomi sono anche importanti, mi riferisco a Sterling, Koulibaly, Fofana o a Enzo Fernandez (comunque un po’ troppo costoso, 121 milioni), altri ancora poco conosciuti. Perchè mai le valutazioni di calciatori come Mudryk (circa 70 più trenta di bonus), Madueke (35), Malo Gusto (35 più 5 di bonus e lasciato fino al termine della stagione a Lione) o Casadei (20), tanto per fare nomi, abbiano raggiunto determinate cifre, resta per quasi tutti un mistero. I risultati in Premier, cifre a parte, sono tutt’altro che gratificanti e anche il discorso allenatori prende pieghe grottesche. Thomas Tuchel, che a Londra ha portato nel 2021 la Champions League, paga l’inizio e viene mandato via già a settembre. Al suo posto subentra Graham Potter, tecnico che a Brighton ricorderanno sempre con piacere. Il raggiungimento dei quarti in Champions League non basta però all’inglese perché in campionato le cose vanno male, così, e ad aprile tanti saluti anche a lui. Chiude la stagione la leggenda del club Frank Lampard, tornato ad allenare dopo il biennio 19/21 la squadra che lo ha reso grande. Cambia poco e alla fine il Chelsea arriva dodicesimo, fuori da ogni coppa e con la differenza reti in negativo dopo decenni. Un disastro costato circa 600 milioni!

La nuova stagione 2023/2024 inizia con mister Mauricio Pochettino e con ancora tanti soldi spesi sul mercato. Arrivano tra gli altri Nkunku (forte, ma già rotto), Disasi, Jackson, Ugochukwu e, soprattutto, Caicedo dal Leicester per 133 milioni di euro, cifra record in Inghilterra. In mezzo, per non farsi mancare nulla, anche le situazioni nate dalla questione Lukaku, tagliato fuori dalla società. E a quanto pare le cose non sembrano proprio voler cambiare, per la gioia del popolo blu di Londra. La partenza in Premier è quella che è, tutt’altro che buona: 4 punti in 4 partite, già due sconfitte (contro West Ham e Nottingham Forest), un pareggio (alla prima, contro il Liverpool) e una solo vittoria (contro il piccolo e neopromosso Luton Town). Staremo a vedere: è presto, ma l’atmosfera non è per niente buona. Spiace dirlo, ma per il momento tifosi e appassionati possono soltanto esclamare una cosa:bah! E domenica si va sul campo del Bournemouth, squadra alla portata, ma che non ama regalare nulla…

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