A cura di Riccardo Gramazio, Ricky Rage
Il milanese Pask Pasella, cantautore da sempre e grande amico del sottoscritto, presenta il suo nuovissimo 40 Giri Intorno Al Sole. Questa volta non ha voglia di polemizzare o di togliersi sassolini vari dalle scarpe, non è questo il momento. Obbiettivo principale: ripercorrere le tappe di una vita come le altre, ma unica perché propria. Memorie, situazioni, dediche e tanta, tantissima introspezione. Il disco è brillante proprio perchè umano, perchè onesto in tutto e per tutto, e nei momenti di rock e nei pensieri più nostalgici. Per la cronaca quaranta, lo avrete già capito, sono le candeline dell’artista. Si è regalato un album. Ci ha regalato un album… E sapete, è un grande album.
Eccoci, Pask. Ritorno importante, il tuo, con un disco importantissimo, un concept, la sintesi di questi primi quaranta fottutissimi anni. Il titolo dice già molto, ma è giusto lasciare a te il pallino…
Ebbene sì! Sono 40 fottuti giri! Il titolo mi piace molto, mi è venuto circa un anno fa, a metà delle registrazioni, leggendo qualcosa sui social, e ho pensato subito fosse perfetto per me. Trovato il titolo tutto ha preso un senso, è arrivata l’idea per la copertina e le canzoni hanno fatto il resto.
Dodici brani, diverse sonorità, dal rock al pop, dalla sperimentazione pura alla ballad d’autore. Tutto in pieno stile Pask, musicalmente parlando. Noi ci conosciamo bene, ma anche tante novità. Come è nata questa super collezione?
Scrivere questo album, del quale i primi versi sono nati con l’arrivo del Covid e gli ultimi con quello della guerra (dentro e fuori da me), è stato come una seduta di psicanslisi. Sono andato a raschiare anche nel fondo dei miei armadi, ma ci siamo, l’abbiamo pubblicato. Festeggio i miei quarant’anni e questo è il regalo che mi sono fatto.
Una sintesi, praticamente un diario personale che con piacere hai voluto condividere. Traccia dopo traccia riusciamo a entrare nella vita di un artista di livello, ma soprattutto nella vita di un ragazzo cresciuto… Ok, dobbiamo dire di un uomo, anche se probabilmente il termine non ci piace molto. Ecco, perchè bisognava realizzare 40 Giri Intorno Al Sole?
Queste canzoni sono lei mie sfumature le mie gioie e dolori. Qui metto a nudo quello che sono i miei vizi le mie dobolezze le mie nostalgie. Se nei dischi passati ho sempre cercato come forma d’arte la provocazione, di prendere posizione sulle tematiche sociali, sui diritti che spesso ci vengono negati e che portano l’ascoltatore a conoscere quello che è il mio pensiero, questo racconta quarant’anni di miei disastri!
Hai lavorato duramente, con serietà, ma ti sei preso il giusto tempo per ogni cosa. In più, l’album vede la presenza di diverse figure. Chi ti è stato accanto durante le varie fasi?
I tre brani Chi sei, Al 2°piano e Quelli che sono stati prodotti da Giovanni Ghioldi, con cui avevo realizzato Jungla degli Uomini. Un fuoriclasse nel suo settore. Il resto del concept è stato curato e prodotto da Lorenzo Giannangeli, musicista-songwriter-producer classe ’91. Questo album suona così per merito suo. Essendo della generazione dopo della mia, è stato naturale ci mettesse dentro quello che è il suo background musicale. Per le batterie mi sono rivolto a musicisti eccellenti, Oscar Palma ed Elia Micheletto. Le voci e il missaggio di Ricordi sono state fatte al Case Su Marte Studio, da Paride Sommo che ha realizzato anche il videoclip
Ascoltando il disco un pensiero ha preso immediatamente forma nella mia testa: il mio amico Pask, un artista che conosco benessimo e con il quale ho condiviso parecchie cose, ha sempre avuto le idee chiare, a livello sonoro. Eppure qui non hai badato a spese, ti sei buttato in un sacco di vicende. Quanto ti sei divertito a giocare con questa nuova musica?
Sono stanco di seguire i canoni del mercato, di cui non mi è mai fregato un cazzo, di avere etichette addosso. Quando sono in studio a cercare suoni non mi pongo dei paletti. Ho la fortuna di ascoltare ancora oggi molta musica, roba nuova, sopratutto, quindi era inevitabile finisse nel disco un suono più moderno/fresco dove serviva. Ma ti assicuro che ancora parte tutto dalla mia chitarra acustica, quella più scassata di me .
40 Giri Intorno Al Sole e quasi un milione di vite, di amori appena toccati… Questi fantastici versi estratti dall’iniziale Chi Sei costituiscono il nucleo. Partendo da qui non hai potuto fare altro che approfondire, di guardarti dentro e di metterti a nudo. Condividi?
Quando hai il mondo dritto in faccia e tu non sai chi sei… Il verso simbolo dell’album è questa considerazione. Mi trovo sempre a dare consigli agli altri, ma a volte con la testa sono in viaggio e non so nemmeno dove cazzo sto di casa.
Il primo singolo è Ricordi?, un pezzo che racconta decine di storie, che mette in fila memorie, frammenti adolescenziali: la scuola, le impennate con la bici, Don Luigi, ahimé, il rigore di Baresi e via dicendo. Soprattutto, accompagnate da riff accattivanti, una serie di nostalgie, di cose che ti mancano, che ci mancano… Cosa rappresenta per te questa canzone?
Ricordi é stato il biglietto da visita, non poteva che esser lei ad aprire il racconto, dato che parla per appunto del mio primo e secondo decennio. La canzone l’ho abbozzata (e dimenticata) circa quindici anni fa. L’ho ritrovata in un cassetto a casa di mia madre, ho scelto la soluzione giusta per chiudere il ritornello e avevo praticamente mezzo testo già pronto.
In ogni caso i pezzi che compongono l’opera sono tutti scritti ed elaborati benissimo. Di fatto è molto difficile scegliere qualcosa in particolare, meglio prendere il discorso nella sua interezza, come detto, il concept è la chiave di tutto. Tuttavia tre brani mi hanno colpito al primissimo ascolto, Emozioni Sparse per l’inedito arrangiamento elettropop, la splendida ballata Orizzonti e la sarcastica, rockettona, ma per nulla banale Sagittario Contro. Dai, presenta questi titoli ai nostri lettori?
Hai preso tre brani molto diversi fra loro. Di Emozioni Sparse ho consegnato il provino chitarra e voce a Lorenzo. Mi ha detto: «Se mi dai carta bianca faccio io…» Le altre due hanno qualcosa in comune…
E poi c’è anche la crisi degli ultimi anni in Panchine Vuote…
Panchine vuote, la fotografia giornaliera vista dal mio finestrino. Per fortuna ho lavorato anche durante le fasi più critiche di questo virus. Dovevamo uscirne migliori…
Il disco è promosso, assolutamente. Credi sia il tuo miglior lavoro di sempre? E di canzoni bellissime ne hai scritte molte…
Se è il mio miglior lavoro non lo so… Sicuramente è quello che più mi ha divertito, emozionato, ed è il più incazzato di tutti. Per assurdo ho anche smesso di fumare nel mentre lo producevo.
Saluta i lettori di MDN, lasciando magari tutti i link utili per ascoltare il lavoro…
Ringrazio la redazione per lo spazio e interesse dedicatomi e saluto i lettori
Di M.D.N. un abbraccio Pask
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