Articolo di Luigi Lencioni
Dopo l’addio alla Juventus di Massimiliano Allegri il presidente Agnelli, proprietario del club
ha deciso di dare un cambio di mentalità alla squadra con la ricerca di un gioco più offensivo
ed europeo per inseguire il grande obiettivo Champions League. Ecco allora la scelta di
Maurizio Sarri ex tecnico partenopeo. Una mentalità offensiva che si basa sulla capacità di
difendersi sempre andando in avanti. Un progetto ambizioso che metteva in preventivo
grandi difficoltà. I grandi giocatori da soli non bastano per realizzare certi meccanismi ci
vuole tempo. Affidando la squadra a Sarri la società ha messo le basi per un progetto a
medio lungo termine mettendo in primo piano sempre i risultati come la legge dello sport
prevede.
Giu’ le mani da Sarri
Ad oggi la squadra fra alti e bassi è in corsa per tutti gli obiettivi, pensare ad un
allontanamento del mister non è da da società del livello bianconero. I panni sporchi si
lavano in famiglia e Agnelli farà gruppo con i giocatori ed il tecnico. Sarri non è elegante a
volte scorbutico, può non essere il massimo della simpatia ma rimane l’allenatore
bianconero e lo sarà fino alla fine della stagione. Dopo aver fatto un bilancio finale si
deciderà il da farsi, la squadra ne ha passate di peggio ed i senatori sanno uscire dai
momenti difficili. Tutte le opinioni sono lecite, si può discutere tutto dal valore dei singoli
all’intera rosa. Va bene il mercato sbagliato, alcune cessioni mancate e gli infortuni ma
bisogna non perdere la coerenza. Per una simile trasformazione di gioco serve tempo.
Esaltiamo, giustamente il gioco di Atalanta e Lazio forse dimenticandoci da quanti anni
lavorano con lo stesso allenatore.
Giocare al toto allenatore è autolesionistico
Allegri, Klopp, Guardiola ogni giorno esce un nome nuovo per cambiare in corsa Sarri. In
rarissimi casi la proprietà ha deciso di cambiare in corsa. Non siamo a quel livello, ma
continuando così facciamo solo del male alla Juve. La squadra va sostenuta amata,
essendo consapevoli del grande cambiamento effettuato e che non sempre va tutto secondo
le regole. Alcuni vogliono il male della Juve e non vedono l’ora di una sconfitta per dare la
colpa a qualcuno. Alla Juve non serve un nuovo allenatore ma credere nel progetto e restare
compatti. La tensione le motivazioni non devono mai mancare e dalle sconfitte si riparte con
più convinzione. Il progetto è ambizioso ed è solo al primo step.
Tutti uniti fino alla fine