A CURA DI SALVATORE ALFIERI
Nostalgici del punk americano revival dei primi 2000, eccovi gli The Ashtags!
La band e’ nata nel 2013 da tre ragazzi bresciani; Giacomo, Claudio ed un bassista che prima della pandemia e’ stato sostituito da Paolo. Vengono da altre formazioni sempre di stampo punk e nel 2015, con il primo bassista, danno vita al loro primo disco “Out of Inside”. Fatemelo dire; un capolavoro che unisce punk old school e pop punk; un perfetto esempio di Punk revival fatto assolutamente bene! Ora, mi sembra più che giusto anticipare che, per quanto possano essere molto “attuali”, non ho sentito né riff monotoni e simili fra di loro, né riferimenti espliciti ai Green Day, (chi mi consoce sa quanto non li apprezzi) ciò fa diventare il disco interessante, originale e revival. Ed io amo il punk revival fatto cosi. Richiami al vero pop punk, all’alternative rock dei Placebo e al punk americano; californiano ovviamente, come i Rancid c’hanno insegnato. Come mi ha detto personalmente Giacomo Treccani (chitarra e voce), tutti e tre vengono ed hanno influenze diverse, il batterista e il bassista (il primo) hanno influenzato il disco in maniera più old school e si sentono nei pezzi come “I don’t know if”, che basta sentire l’intro per catapultarti indietro nel tempo e assaporare quelle vibes punk emotive alla Blink-182, o “Falling” e “Shitty” che insieme a “i don’t wanna”, sono fra i miei pezzi preferiti. “Falling” e’ bello per la sua “strafottenza”e l’energia che sprigiona – lo vedo come un richiamo ai Sum41 di cui sono parecchio fan. Il classico pezzo punk che ti fa muovere il piede a tempo e fa venire voglia di pogare in live. Come anche “No mercy”, cazzuta e con il ritornello facile da ricordare e da canticchiare subito (e ti entra in testa facilmente, provare per credere) e con una bella impronta grunge, influenze che porta in luce il chitarrista e cantante. “My Direction” altro brano che adoro per la sua forte carica emotiva. Non poteva non farmi ricordare i Simple Plan, i Finch e tutta la mia adolescenza da giovane punk/emo. Un album super valido e per tutti i gusti, dal punkettaro vecchia scuola fino a quello più moderno con ascolti di stampo new school americano, ma anche a che si sta avvicinando alla musica punk e vuole iniziare con un bel mix di influenze con ben 11 tracce. Stilisticamente parlando, questo disco, è un vero e proprio punto d’inizio, in quanto è una sintesi dei loro primi ascolti, influenze e tutto quello che hanno vissuto riportandolo nel modo più naturale possibile, suonando punk. E lo fanno stramaledattamente bene. Ora sono tornati, più maturi e dopo 6 anni e una pandemia in mezzo, sono pronti a lavorare al loro nuovo secondo disco con il nuovo bassista. Lo attendo con ansia.
- ASCOLTA “OUT OF INSIDE”:
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