Il cuoco è come sempre allegro, attende la sua prima stella dopo i numerosi riconoscimenti degli ultimi anni.
Perde il maialino come piatto principe, stavolta si cimenterà con una meravigliosa Aragosta che arriva direttamente dal Portogallo, per ottenerla ha dovuto pagare salatissimo anche un calamaro portoghese, il pescivendolo non ne voleva sapere di lasciare andare solo l’Aragosta. Ha voluto fare l’ingresso con i suoi prodotti nel più bel ristorante italico guidato dalle sapienti mani dell’esperto cuoco allegro. Spera di rimanerci #FinoAllaFine.
Il padrone del ristorante gli ha voluto riportare in cucina la bella orata persa alla fine dell’ultima pescata. Si sa, l’orata è la Regina, e l’allegro cuoco sa come cucinarla a dovere.
Il suo piatto storico rimane nel menù il caciucco livornese, come lui, rivisitato nella versione pisana. Il vero fiore all’occhiello del suo menù, quello che, oggi, più di tutti, rappresenta il ristorante della vecchia signora.
Sono tante le idee per il nuovo menù, un vecchio piatto, ancora giovanissimo, che si diverte coi tacchi, il sucuk, vuole soppiantare l’altro piatto, sempre turco, in menù, l’affidabile kuzu kaburga, non più tanto amato dai giovani avventori.
Per sua fortuna l’allegro cuoco può ancora contare sul suo piatto forte bosniaco la Tufahije, un meraviglioso dessert senza il quale non si abbandona il tavolo allegri, come lui.
A malincuore dovrà avere nel menù un piatto campione del mondo, lui avrebbe preferito il polpo francese, ma il rivenditore ha preferito non disturbare il pescatore portoghese. Si sa, il padrone del ristorante è giovane, e non sa gestire i conflitti come lo zio ormai defunto.
L’allegro cuoco non si perde d’animo, anche se i suoi clienti ormai ci avevano fatto la bocca per assaporare il polpo francese assieme all’aragosta portoghese.
Il suo piatto preferito, un ottimo risotto croato al nero di seppia, il crni rizot, rimane nella carta, per la gioia dei veri estimatori del genere.
In tanti aspettano di vedere la vera versione del piatto argentino di questo pranzo, il dulce de leche, finora non tutti l’hanno digerito bene, e qualcuno voleva addirittura levarlo dal menù pur di poter riassaggiare l’insalata di polpo francese tanto amata.
Dopo un’anno di prove, sembra pronto per l’ingresso il bakalà ‘nmarinat alla carrarina, uno straordinario sapore figlio della tradizione italiana. Un baccalà per il quale la vecchia signora non si è risparmiata.
Un piatto veloce, anche troppo veloce, viene dal sudamerica, un piatto assaggiato poche volte nella passata stagione, ma acclamato a gran voce dai giovani appassionati di fast food, si tratta dell’acarajè brasiliano, da mangiare, appunto velocemente, bello caldo e oleoso, meglio ancora all’ingresso in ristorante, più spesso finora lo si è mangiato a fine pasto. La presenza dell’aragosta portoghese sembra suggerire un gustoso connubio.
L’altro piatto brasiliano, sempre veloce, è la coxinha, sembra che dopo essere stata in procinto di uscire dal menù, l’allegro cuoco trovò molto deludenti le versioni presentate l’anno scorso, è tornata in auge con una versione più accattivante.
Il bigos polacco sembra essere stato scelto come piatto di fronte alla porta, anche se un nuovo piatto italiano vorrebbe soffiargli il posto, si tratta della zuppa dell’amore, piatto povero del centro Italia.
Il menù principale è pronto, numerosi sono i piatti di riserva, i bunelos colombiani, il risotto alla milanese, il couscous alle verdure marocchino, la bistecca alla fiorentina nella versione di fiesole, scalpita il coniglio in umido un ottimo piatto lucchese, i chivitos uruguagi concludono per ora le possibilità dell’allegro cuoco, in attesa dell’ingresso di un nuovo piatto italiano da ristrutturare. La bagna cauda torinese è uscita all’ultimo ma è sempre presente nel ricordo dei commensali,
Buon appetito.
(Heriberto Herrera)