Una partita vinta, tre punti pesanti, tre punti d’oro: tanto importanti quanto sofferti. Perché la prestazione della Juventus di ieri non è una delle migliori stagionali, al contrario.
La squadra naviga tra giocate di alta qualità e cali di attenzione.
Le azioni pericolose nel primo tempo sono state tre: due iniziate da Vlahovic, che per ricevere palla è costretto ad abbassarsi ed iniziare l’azione.
La terza è un’intercettazione da parte di Arthur su un passaggio dei toscani.
L’azione è poi terminata, guarda caso, da Vlahovic, che sotto porta è freddo e cinico ad insaccare la rete del 2-1.
Per il resto supremazia dei toscani nel primo tempo, che sanno pressare bene gli avversari, che non demordono sui palloni e non lasciano tempo di ragionare.
É proprio qui che si vede la differenza: giocatori veloci nel pensare hanno pochi problemi ad uscire da queste situazioni, e la Juve in questo momento non li ha.
La colpa é in parte dell’allenatore: conoscendo le difficoltà della squadra, potrebbe dedicare sedute d’allenamento al giramento palla, così come sono abituate le squadre di Sarri (che sono sempre brave ad uscire dal pressing).
Ma d’altronde, le squadre di Allegri hanno sempre sofferto l’attacco alto alla palla.
Colpa anche della qualità dei giocatori, o meglio della mancanza dei playmaker.
I vari Rabiot, Zakaria, Arthur, che sono scesi ieri da titolari in campo, sono dei buoni giocatori con caratteristiche diverse, non quella del regista.
Il francese è ottimo nel creare fasi offensive con le sue cavalcate, il nuovo arrivato invece nell’interrompere le azioni avversarie e nei movimenti senza palla.
Il brasiliano è il giocatore che più si avvicina al ruolo di playmaker, perché stabilisce ordine a centrocampo ed è quasi impossibile rubargli palla.
Peccato però che in fase d’impostazione non riesca ad eccellere.
Il tutto è ancora più accentuato se i tre centrocampisti non forniscono una buona prestazione.
Insieme a Cuadrado, il quarto di centrocampo, che già da qualche partita non è nel suo momento migliore, magari a causa della mancata possibilità di riposare.
Non è un caso che la squadra sia cresciuta nel secondo tempo, dopo l’entrata di Locatelli.
Il giocatore era entrato già a fine primo tempo, ma a freddo, per il cambio forzato dovuto all’infortunio di Zakaria.
L’Empoli diventa meno pericoloso, i giocatori acquistano fiducia, i passaggi sono più precisi. Lo dimostra il terzo goal: Cuadrado allunga verso Morata, che completa su Vlahovic: il serbo controlla magnificamente col mancino e chiude con un pallonetto di destro.
I toscani riescono poi a riaprire la partita, con il gol del 3-2, dove le colpe sono però più della difesa che manca le coperture e di Szczesny che sul primo palo poteva fare qualcosa in più.
Sicuramente rispetto alla prima parte di stagione il livello della squadra è migliorato, ma non è ancora completo.
L’unico giocatore adatto a fare il regista al momento è Locatelli, come l’unico vero centravanti è Vlahovic.
Senza il primo la Juventus ieri andava spesso in difficoltà.
Senza il secondo probabilmente non avrebbe vinto, perché ha dato un grosso contributo al primo goal, oltre che a quelli nei quali ha messo la firma.
Giovanni Giglio
Sulle montagne russe
27 Febbraio 2022
Juventus