a cura di Salvatore Alfieri
Se c’è una cosa di cui sono orgoglioso della mia provincia di origine, Ragusa (Sicilia), sono le band che vi sono all’interno e tutti i musicisti che ne fanno parte o che ne hanno fatto parte. Fra le tante band cazzute della provincia, insieme agli Shameless o ai Veivecura, da adesso ci sono i The Seadix.
In realtà ci sono dal 2017 ma non li conoscevo ancora, ahimè.
Conosciuti pochi mesi fa con il loro primo disco “Aplysia”, si sono guadagnate un posto fra le mie band preferite della provincia. La band nata appunto nel 2017 è un perfetto e maturo mix di indie-rock, garage e punk. Nella loro musica si sente come se avessero letteralmente preso gli anni 80 e 90 e fatti suonare all’unisono. Quasi incredibile o irreale come cosa ma vi giuro che è così. Già nel loro primo disco ho avuto la pelle d’oca ascoltando pezzi come “In pain”, “The ghost of you” oppure la mia preferita, “Down to the blue”. Una ballad toccante, emotiva e malinconica come piace a me. A fine disco mi sono detto “Wow, perché non li ho scoperti prima?”. Fortuna o coincidenza vuole che pochi giorni fa, mentre ero a vedere i Fine Before You Came a Pisa, hanno pubblicato il loro nuovo singolo che avrebbe anticipato il secondo album “Another page”. Come ho saputo dell’uscita del disco? Un semplice messaggio dal mio chitarrista dei Renoir, Lorenzo. Non ha scritto nulla, c’era solo il link del disco. L’ho ascoltato durante il viaggio di ritorno e adesso mi sembra giusto dirvi che attualmente è il mio disco preferito dell’anno. Non so quante volte l’avrò ascoltato nell’ultima settimana ma se già nel primo album si sono dimostrati dei musicisti eccellenti e con un potenziale da paura, adesso hanno letteralmente superato le mie aspettative. Al secondo disco mi sento ancora più confuso e senza parole, non so come fanno a mettere in undici canzoni influenze di band vastissime e in una maniera così soddisfacente. C’ho ritrovato gli Idles, i The Cure, i Talking Head, gli Smashing Pumpkins, Mad Season, The Clash e potrei andare avanti. Il primo singolo ha un intro da pelle d’oca, ho pianto. Ti entra subito dentro e se un pezzo inizia bene è un buon segno.
(https://www.youtube.com/watch?v=oeU4Jl8nI_I)
E’ un disco senza una pecca, forse non avrei chiuso con “Broken” ma sticazzi. Penso che “Summer’s hot” sarà la mia canzone dell’estate 2022. Suoni allucinanti, synth da brividi, un basso ed una batteria che ti fanno muovere il piede a tempo per tutto il disco e il cantante non sembra neanche italiano, ha la pronuncia perfettamente “british”, non e’ una cosa da poco per me. Sono quel tipo di gruppo che non ti aspetti sia italiano e invece..
Prendetevi una quarantina di minuti per ascoltarvi questo disco fluidissimo, bello, rilassante al punto giusto ma principalmente energetico.
Ancora una volta, orgoglio siciliano, grazie!
ASCOLTA IL DISCO COMPLETO QUI;
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