A cura di Carla Murialdo
Romanzo d’esordio di questo scrittore che, a mio parere, è partito bene. La storia è ambientata a Venezia dove viene trovato, abbandonato in una barca, il cadavere di una giovane donna figlia ed erede di una famiglia illustre della città. Ad investigare il vicequestore Stefano Masini. Devo fare un appunto personale: è la prima volta che mi succede,leggendo un libro, di non sopportare l’investigatore: odioso, collerico indisponente; sempre a mettere le mani addosso a qualche sospettato. Anche se in quest’ultimo caso le ragioni potrebbero giustificarlo, non me lo fa apprezzare lo stesso. L’attenuante addotta,ossia la morte della sorella in modo tragico, non è per me una giustificazione sufficiente. Il romanzo,però, è riuscito a tenermi incollata alla pagina fino alla fine, la trama è ben congegnata con colpì di scena ben calibrati. Una buona lettura, aspettando un prossimo romanzo auspicando nel frattempo qualche seduta dallo psicologo per il vicequestore per sortire effetti positivi.
L’odio di una mente diabolica è un romanzo giallo, ambientato a Venezia, ai giorni nostri. Il vicequestore Stefano Masini è stato sospeso dal servizio a tempo indeterminato per aver quasi picchiato a morte il reo confesso del brutale omicidio su cui stava indagando. È trascorso un anno ormai da quell’infausto episodio e tutto fa supporre che gli effetti della sospensione non verranno annullati tanto presto. Il giorno del suo reintegro appare tanto lontano quanto incerto. La sua vita è letteralmente andata in pezzi. Proprio quando comincia a perdere ogni speranza, ecco che arriva una telefonata a richiamarlo indietro dall’oscurità in cui stava annegando. È stato il nuovo sostituto procuratore appena trasferitosi da Palermo a chiamarlo. Lo informa di avere un caso spinoso per le mani e di volerlo a capo delle indagini. A quanto pare il cadavere di una giovane ragazza dell’alta borghesia veneziana è stato trovato abbandonato all’interno di una piccola imbarcazione in una delle Calli della Serenissima. A toglierle la vita sono stati due colpi d’arma da fuoco, esplosi sulla sua tempia destra, dandole una morte istantanea. Esaminando la scena del crimine appare subito chiaro che l’assassino non ha lasciato alcuna traccia. In apparenza, sembra che abbia compiuto il delitto perfetto. Inizia così per Stefano un’indagine nebbiosa, dove tutto sembra essere il contrario di tutto.
Tra intrighi e depistaggi di ogni sorta, Masini dovrà addentrarsi nel medesimo sentiero di tenebra in cui l’assassino si è nascosto, convinto di aver scongiurato ogni pericolo. Stefano sa che dovrà affidarsi ad ogni espediente, anche i più abietti, per poterlo assicurare alla giustizia, e pur di riuscirci è pronto ad oltrepassare ogni limite.