A cura di Emilio Aurilia
Nel fervido periodo che va dalla pubblicazione di “Stg. Pepper” (1967) al 1975 è sorto in Gran Bretagna il movimento denominato folk revival inteso, non soltanto come il nome suggerisce, nel ripescaggio di pezzi del repertorio della tradizione popolare anglosassone riproponendoli con rigore filologico tramite l’utilizzo di strumenti rigorosamente acustici, facendo a meno della batteria, bensì anche ad affiancare ai suddetti elementi folk di base, strumentazione elettrica e batteria componendo pezzi originali che come sound si rifacevano agli stilemi folk, così come è accaduto per il progressive rock impegnato a fondere il rock con elementi che traevano ispirazione dalla musica classica.
I Pentangle hanno rappresentato una delle proposte più originali del periodo. Sono nati nel 1968 dall’incontro fra due preparati chitarristi John Renbourn e il gallese Bert Jansch (pronuncia quasi /Giansc/), già titolari di dischi solisti e in coppia, a cui si sono aggiunti la cantante Jacqui McShee, il bassista Danny Thompson e il batterista Terry Cox per un ensamble che non muterà mai in tutto il periodo più rappresentativo.
Grazie alla pregressa esperienza jazz della base ritmica, il gruppo ha potuto, partendo dalla inevitabile impostazione folk, dilatare la propria proposta musicale alternando episodi esclusivamente folk acustici (tradizionali e originali), ad episodi più mossi in cui si inseriscono indovinati elementi jazz e blues.
Nell’album di esordio del 1968 che porta il nome del gruppo si possono apprezzare le suggestioni jazz di “Pentangling” e, nell’episodio parzialmente dal vivo il successivo “Sweet Child” dello stesso anno, sono proposti due brani di Charlie Mingus “Haitian Fight Song” e la conosciuta “Goodbye Pork Pie Hat”.
“Solomon’s Seal” del 1972 è l’ultimo album del periodo da ricordare e che rifulge nella cover della nota “Sally Free and Easy” di cui forniscono una interpretazione blues per la grave voce di Jansch.
Dopo un periodo di silenzio ritornano negli anni ottanta senza Renbourn sostituito da Mike Piggott, per giungere poi con l’album “In The Round” (1986) all’uso di chitarre e tastiere elettriche che annullano la magia iniziale.
Negli anni novanta la McShee ritorna proponendo la band Jacqui McShee’s Pentangle risultando la sola componente della originaria formazione.
Nel 2008 ritornano nella line up iniziale per una serie di concerti (alla Royal Albert Hall il 29 giugno) per celebrare il quarantennale della nascita.
Renbourn e Jansch moriranno rispettivamente nel 2011 e 2015 spegnendo qualsiasi possibilità di ritorno.