Articolo di Alessandro Magno
L’Italia senza juventini fa pena come sempre ha fatto. Chi mi segue sa quanto dal 2006 non me ne freghi più nulla di quella che considero la squadra della FIGC, ovvero la nazionale italiana. Non ho seguito nemmeno l’Europeo vinto, con un gran colpo di culo. Culo e soprattuutto uno stato di grazia di alcuni giocatori su tutti: Donnarumma ,Chiesa, Bonucci e Chiellini. Non a caso 3 juventini su 4. Ho intravisto un poco la nazionale perdere contro l’Inghilterra. Penosa. Penosa la scelta tecnica di non convocare Locatelli (soprattutto), ma a questo punto anche Kean (vista la pochezza offenisva). A dare ”lustro” a una prova così sconcia, una serata in uno stadio fatiscente, dove fra l’altro la nazionale italiana non vince mai, con artisti che cantano l’inno di Mameli in stile matrimonio, dimenitcandosi che non tutta l’Italia è Napoli. Credo che mancasse il trenino sull’Inno e poi avremmo avuto tutto. Ma d’altronde cosa aspettarsi da una nazione dove per ben due volte di fila non si va ai mondiali e nonostante questo vengono riconfermati tutti, dal mister a tutti i vertici federali? Una nazione dove vengono portate ad esempio da seguire squadre con pochissimi italiani in rosa e meno ancora titolari mentre viene avversata la Juventus, l’unica ad aver creato una seconda squadra e la prima, ad oggi, per giocatori giovani in prima squadra e per giocatori giovani italiani. Insomma una serata penosa dove l’unica nota bella è stata la scritta pro Luca Vialli all’interno del colletto della maglietta. Gianluca Vialli , non dimentichiamolo, anche lui a suo tempo avversato dalla nazionale e dal guru del momento Arrigo Sacchi, uno che è riuscito a litigare con tutti i giocatori migliori che ha avuto da Gullit a Van Basten a Baggio a Vialli appunto. Uno che senza questi giocatori non ha vinto nemmeno una coppa gelato. D’altronde questa nazione si merita questa nazionale.