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ANGEL DI MARIA LASCIA LA JUVENTUS: STORIA DI UN GRANDE AMORE MANCATO

Le strade di Angel Di Maria e della Juventus si separano dopo una sola stagione.

Dalla Continassa è giunta la conferma ufficiale della fine del matrimonio con il Fideo, approdato all’ombra della Mole Antonelliana per dispensare classe e qualità nel reparto offensivo a disposizione di Massimiliano Allegri. I tifosi bianconeri, nel luglio 2022, si divisero sulla bontà del suo acquisto: da un lato c’è stato chi ha rivolto un plauso alla dirigenza zebrata per avere portato a Torino un altro top player, dall’altro non sono mancate le critiche legate all’età avanzata del giocatore e, soprattutto, alle motivazioni che avrebbero potuto accompagnare la sua avventura con la Vecchia Signora.

Dopo l’addio al PSG, l’obiettivo dichiarato del laterale sudamericano era quello di trovare una grande squadra che gli offrisse la possibilità di esibirsi su palcoscenici prestigiosi e di ricevere così la chiamata del ct dell’Argentina, Lionel Scaloni, per disputare i Mondiali in Qatar (poi vinti a dicembre con tanto di gol in finale contro la Francia). In virtù di ciò, di fronte alle numerose gare saltate da Di Maria nella prima parte di campionato, più di qualche sostenitore juventino ha storto il naso, avvolto dalla sensazione che il fuoriclasse volesse “mordere il freno” per presentarsi in piena forma fisica e atletica alla rassegna iridata.

Al di là di ogni dietrologia, il talento dell’ex Real Madrid è fuori discussione e, a sprazzi, la Juventus ha avuto il privilegio di ammirarlo: dalla volée contro il Sassuolo in Serie A alle “notti magiche” di UEFA Europa League, impreziosite da una tripletta (e annessa prodezza balistica) contro il Nantes e da un’incornata vincente ai danni del Friburgo.

40 incontri disputati in totale e 8 reti realizzate, equamente ripartite fra campionato e match continentali: bene, ma non benissimo.

La verità è che, pur riconoscendo quanto siano esigenti i palati calcistici che popolano l’Allianz Stadium, dal Fideo era lecito attendersi qualcosa in più.

L’insensato pallonetto tentato nella semifinale di ritorno di Europa League contro il Siviglia è la summa perfetta del suo anno in bianconero: raffinatezza e giocate da street football hanno prevalso sul cinismo sotto porta e i calciofili ben sanno quanto quest’ultimo fattore sia determinante per stabilire l’epilogo di un’intera annata di lavoro.

Sarebbe però scorretto e ingiusto gettare la croce interamente addosso all’argentino: non ha reso come ci si poteva attendere, è vero, ma la stagione 2022/2023 è stata tra le peggiori di sempre per “Madama”, dentro e fuori dal rettangolo verde. A livello psicologico i calciatori sono stati condizionati dall’andirivieni di punti in Serie A, che ha comportato continui stravolgimenti in classifica e sottratto via via quelle poche certezze che Allegri era riuscito a costruire.

In un simile contesto, anche per un campione del calibro di Angel Di Maria è complicato restare focalizzato sull’obiettivo senza lasciarsi condizionare dalle vicende extra-campo. Probabilmente il Fideo ha avuto la sfortuna di essere ingaggiato dalla Juventus nel peggior momento possibile. Un po’ quanto accaduto – con le dovute proporzioni – a Diego Ribas da Cunha: devastante in Germania e nelle prime giornate di campionato in Italia, letteralmente impalpabile – così come i suoi compagni – nell’inarrestabile deriva della nave bianconera nel 2009/2010.

Fosse stato acquistato nel ciclo dei nove scudetti, forse adesso narreremmo un’altra storia. Vale per Diego, vale per Di Maria.

di Alessandro Nidi

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