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A calcio si gioca con la testa


Finisce 1-1 all’Allianz Stadium di Torino la partita tra Juventus e Atalanta, per quello
che è l’ennesimo pareggio dei bianconeri in campionato. Un match a due facce, bello per i tifosi neutrali, un po’ meno per chi era di parte.

Primo tempo molto intenso, i bianconeri concedono pochi spazi, il baricentro è molto alto,
l’aggressività è al 100%, Pirlo ne sarà contento. E invece alla fine della gara contento non era, perché i bianconeri sono andati in panne, non hanno saputo contenere l’avanzata bergamasca.

Risultato: un goal per parte, 2 punti persi e come sempre testa alla prossima.

Se contro il Genoa mancava di fatto la punta di riferimento, ieri era presente ma non si vedeva.

Troppa superficialità da parte di Morata (il primo tiro di tacco ne èla prova), sbaglia molti passaggi, perde molti palloni, non entra con
convinzione. Stesso discorso per il perno della squadra, colui da cui al momento (ahinoi…) dipende la squadra, colui che porta il nome di Cristiano Ronaldo.

Non per il rigore sbagliato, quello ci può stare, ma perché durante la
partita è stato completamente assente, il gioco passava da altri interpreti e
quando c’era bisogno delle sue giocate non ha risposto all’appello.

Il discorso non è una croce per i due giocatori, sarebbe quasi impossibile assegnargli tutte le colpe, anche dopo l’inizio di stagione dove sono stati protagonisti.
La realtà però è che in partite come queste, con in aggiunta la mancata
gestione della partita, due brutte prestazioni di giocatori così pesanti si
fanno sentire.
Con l’uscitadi Arthur per infortunio (fortunatamente nulla di grave) si prospettava un cambio netto della partita, abbiamo visto spesso come con l’uscita del brasiliano la Juventus non avesse punti di riferimento.

Bentancur e la squadra in generale, invece, sono riusciti a coprire discretamente bene l’assenza dell’exBarca, seppur la differenza si sentisse comunque, questo un altro motivo per
cui si poteva essere più convinti e portare a casa una vittoria comoda, senza troppi sprechi. Nel secondo tempo invece, la Juve sbaglia qualche passaggio, la Dea ne approfitta e aggancia il pareggio con un bel goal di Remo Freuler.

Dopo la rete la partita si incattivisce ed è lì che i bianconeri perdono la
concentrazione e iniziano a sbagliare. Una storia già vista questa, con il
Barcellona all’andata e più recentemente con il Benevento e che alla lunga diventa un problema da risolvere. Già di per sé il pareggio di ieri è pesante, visto l’inizio non brillante di quest’anno, ma è recuperabile ed inoltre non è
stata una sconfitta.

In più occasioni l’Atalanta ha rischiato di passare in vantaggio, così come i bianconeri, con i miracoli dei due portieri a mantenere fisso il punteggio sull’1-1.

Un aspetto da migliorare la concentrazione, che farà differenza lungo la stagione, perché le partite decisive non si possono recuperare e non si giocano nemmeno con squadre cadette.

Perché nelle partite che contano, anche dando il 100%, si può essere fermati da un pallone un pelo più avanti o più dietro. Perciò le difficoltà sono già tante, non aggiungiamone ulteriormente.

Prestazione più che buona, voto 7.Gestione partita brutta, voto 4.

Gestione partita brutta, voto 4.
Voto complessivo 5, la concentrazione influisce più della prestazione.

Giovanni Giglio

megliodiniente

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