Interviste

A SUD DELL’ANIMA Intervista a Simone Sartini

Intervista di Riccardo Gramazio

Oggi è il turno di Simone Sartini, interessantissimo cantautore della provincia di Rieti con diverse esperienze artistiche collazionate. Tanto talento e tanta voglia di raccontare storie di vita, penna raffinata e voce da tenere in considerazione. A marzo è uscito il suo nuovo lavoro in studio e noi abbiamo voglia di saperne di più. Qualche domanda al diretto interessato e poi, mi raccomando, subito ad ascoltare il disco, un prodotto perfetto per ammorbidire un minimo il difficile momento che stiamo vivendo…

Ciao e benvenuto su MDN. Partiamo proprio dal tuo album Periferie a sud dell’anima. Un ottimo lavoro e soprattutto ottime idee. Quanto Simone possiamo trovare in queste undici canzoni?

Direi che c’è molto del mio modo di raccontare storie di altri, molto poco di cose personali invece.

Questa è senza dubbio una produzione importante. Come ti sei mosso per realizzare il tutto e con chi hai collaborato?

Questo disco è stato prodotto, registrato e arrangiato insieme alla mia ex band “IL Sinfonico e L’Improbabile Orchestra” con la quale ho suonato dal 2012 al 2018. Era composta da me, Brian Riente, Bernardino Ponzani, Mario Gentili, Alessio Nelli e Francesco Meconi.

Difficile collocarti all’interno di un genere specifico. Sicuramente sei vicino alla scuola dei grandi cantautori, ma non disdegni incursioni nel rock o nel folk più genuino. Insomma, la tua musica è piuttosto intrigante. Vai, a ruota libera…

Hai ragione non è facile collocarmi in un genere specifico e oggi come oggi, se non possono attaccarti un’etichetta e collocarti tra quelli che fanno un qualcosa, è anche difficile farsi ascoltare. Ma ben venga, nel senso che preferisco proporre un disco che rappresenti un po’ tutte le mie anime musicali piuttosto che autolimitarmi per essere più facilmente collocato dal pubblico o dagli addetti ai lavori.

Il disco propone moltissime, come dire, fotografie popolari. Alcune canzoni toccano addirittura argomenti scomodi e crudi. Mi vengono in mente Una vita difficile e Alcatraz, per esempio. Hai molta voglia di raccontare storie, ma per scrivere storie servono giuste parole. Da dove arrivano le tue?

Le mie parole arrivano in maniera abbastanza improvvisa. Mi capita di riflettere su qualcosa che mi tocca o di leggere di storie interessanti e poi, semplicemente, prendo la chitarra. In cinque o in dieci minuti esce fuori una canzone. Mi capita sempre cosi da che ho memoria.

Troviamo anche messaggi più o meno espliciti di denuncia sociale. A quanto pare avevi qualche sassolino da togliere. E’ corretto?

Beh direi di si. Mi ha sempre dato molto fastidio l’indifferenza nei confronti dei meno fortunati, dei soprusi sui più deboli e questo forse mi ha influenzato nella stesura dei testi di questo disco

Un po’ de fresco è una ballad amara e profonda. Hai scelto anche un linguaggio particolare. Che ci dici?

Il romanesco aiuta a essere molto diretti e incisivi. Se hai ascoltato il mio primo singolo dal titolo RuGiada puoi fare un facile paragone con Un po’ de fresco. Sono delle canzoni molto intense che ti arrivano molto di più grazie al dialetto romano.

Una canzone che ami particolarmente? Lo so, noi autori amiamo tutte le nostre creature, ma provaci comunque…

Sì, è un po’ difficile rispondere però ci provo. Direi che Qui va tutto bene, essendo la prima che ho scritto per IL Sinfonico e L’Improbabile Orchestra è quella che mi ricorda di più i miei inizi come autore e con la quale ho iniziato a farmi conoscere. Quindi credo sia quella a cui sono più legato.

Quali sono i tuoi artisti di riferimento? Chiaro, abbiamo in lista anche una cover, La città vecchia di De Andrè.

Sicuramente De André mi ha influenzato tantissimo ma sono molto legato a tutto il cantautorato degli anni 60 e 70, da Guccini a Dalla, Battisti, Gaber, De Gregori.

Cosa pensi della situazione musicale italiana?

È sicuramente molto difficile, ma anche nei momenti di difficoltà si possono creare delle opportunità. Personalmente tengo sempre d’occhio quello che succede nel panorama musicale, ma preferisco comunque rimanere ben centrato sulla mia di musica e, più che lasciarmi sfruttare dalle dinamiche del panorama musicale, preferisco sfruttarne appunto le opportunità.

Talent. Favorevole o contrario?

Nessuno dei due dai. Non sono contrario al fatto che si facciano show musicali, ma non sono nemmeno favorevole ai meccanismi di sfruttamento dei quali sono quasi sempre vittima gli artisti. Sarebbe ora e sarebbe giusto trovare una via di mezzo.

Tornando al tuo disco. Dove si trova il Sud dell’Anima?

Si trova in un posto che percepiamo molto ma molto lontano, ma non ci rendiamo conto che è più vicino di quanto pensiamo.

Cosa hai mente per il futuro?

Faccio piccoli progetti. Usciranno due nuovi video tra fine primavera e inizio estate, poi a settembre inizierò a registrare un nuovo disco. Per i live purtroppo credo che non se ne parlerà per questa estate, date le misure prese dal governo.

Qualcosa che non ti ho chiesto, ma che vorresti dire?

Non mi hai chiesto se sono su Spotify. Ovvio che sì e vi invito tutti ad ascoltare la mia discografia

Un messaggio per i lettori di MDN.

A tutti i lettori voglio ricordare di sostenere e ascoltare la musica indipendente! Oggi è facilissimo perché la potete trovare ovunque in rete, Spotify, Itunes, Youtube… E quindi di appassionarsi agli artisti, seguirli, sostenerli condividendo sui social le loro canzoni e le loro iniziative.

https://www.facebook.com/simsartini/

https://www.youtube.com/channel/UCbL2VJmg-8yB6EKMM27pncQ

 

https://open.spotify.com/artist/7kCT9Cas0wD4As4VpW3rBS

 

megliodiniente

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