Articolo di Riccardo Gramazio
Il gatto è sicuramente tra le creature più affascinanti, misteriose ed eleganti in assoluto. Secondo l’antica mitologia greca o romana, il felino era strettamente legato ad Artemide o a Diana, dee della caccia, della Luna e protettrici delle foreste. Gli egizi invece ritraevano con sembianze feline Bastet, rasserenante e luminosa protettrice della casa e della fertilità. E ancora, nella cultura norrena, la bellissima divinità Freya, legata tra le altre cose ai concetti di ricchezza, di seduzione e di amore, aveva un legame fortissimo con i gatti. Addirittura, secondo le leggende, la sua scintillante carrozza era trainata proprio da due nobili micioni. Potrei citare altri culti o altre correlazioni, l’argomento è trattato a dovere in campo letterario o sul web, ma rischierei di perdermi. Insomma, ci siamo capiti, simbolicamente il gatto rappresenta intelligenza, indipendenza, libertà, prontezza e fortuna.
Sicuramente non erano certo miti o leggende ad alimentare l’amore di Freddie Mercury per i gatti, ma il rapporto tra il grande vocalist e questi animali fu straordinario, intenso e profondo, quasi spirituale. Il grande leader dei Queen arrivò a possedere dieci felini contemporaneamente, ombre fedeli e amorevoli. Con i gatti Freddie condivideva ogni cosa, lettone compreso. Addirittura, quando era in tour, si faceva passare gli animali al telefono dalla compagna Mary Austin per salutarli affettuosamente.
A Natale poi, pensierini per tutti, giocattolini e golosità. Sì, proprio come una famiglia…
Delilah, Tom, Goliath, Romeo, Oscar, Lily, Jerry, Tiffany e Miko, i nove nomi divenuti celebri.
E proprio alla prima bestiolina della lista, la preferita di Freddie, è dedicata la nona traccia del grande Innuendo del 1991, l’ultimo disco con il cantante in vita.
Delilah, Delilah
Oh my, oh my, oh my, you’re irresistible
You make me smile when I’m just about to cry
You bring me hope you make me laugh – and I like it
You get away with murder so innocent
But when you throw a moody you’re all claws and you bite
That’s alright!
Delilah è una dichiarazione d’amore simpatica e divertente, odiata dal batterista Roger Taylor, ma per nulla ovvia o dozzinale. Anzi, la chitarra di Brian May impreziosisce e non poco la canzone, dialogando egregiamente con le parti cantate e simulando qua e là una sorta di affettuosissimo miagolio. L’ascolto del brano regala sicuramente un’immagine, quella di un uomo, magari comodamente seduto sulla poltrona, in compagnia della propria amica.
I Queen hanno chiaramente scritto la storia con altre composizioni, ma questa è a mio avviso importante perché in grado di raccogliere in tre minuti un tassello imprescindibile della vita di Freddie.
Il compagno del cantante Jim Hutton raccontò persino che, appena prima di andarsene per sempre, Freddie accarezzò per l’ultima volta Delilah. E pare proprio che la gatta abbia continuato ad aspettare alla finestra il proprio premuroso padrone, con la commovente speranza di vederlo prima o poi rientrare. Attesa, ahimè vana. Che dire, un amore immensurabile…
Ai gatti è rivolto anche Mr. Bad Guy, primo disco solista del 1985. Nella parte interna della copertina Freddie scrisse infatti: «This album is dedicated to my cat Jerry – also Tom, Oscar and Tiffany, and all the cat lovers across the universe – screw everybody else!»
Inutile ricordare che anche che nel suo testamento il carismatico frontman citò gli animali, stabilendo con precisione chi dovesse accudirli in futuro.