Pareggio scialbo e insipido martedì scorso all’Arechi: il match tra Salernitana e Ascoli è terminato 1-1 in virtù dei gol di Ninkovic e Di Tacchio. Il momento più bello di questa serata settembrina è stato proprio quello in cui i granata hanno pareggiato. Non tanto per il gol, spizzata di testa su punizione tagliente, quanto per il boato della Curva Sud Siberiano: impressionante.
Per quanto riguarda il match invece c’è poco da salvare: l’approccio al match è stato totalmente sbagliato. La squadra ha perso tanti contrasti a centrocampo e dopo il gol avversario, calcio di punizione magistrale, ha seriamente rischiato di subire il tracollo. La squadra, a oggi, sembra troppo fragile e martedì dopo pochi minuti la situazione si è fatta davvero pericolosa. Per fortuna gli avversari sono quelli che sono e alla fine si riesce pure a sfiorare la vittoria.
La prova resta comunque incolore. Potremmo elencare le numerose cose che non sono funzionate in questo turno infrasettimanale che sarebbe dovuto coincidere con la seconda vittoria stagionale per i granata ma a nostro avviso fare ciò sarebbe un esercizio pleonastico. Di fatti i difetti della Salernitana, oggi, non sembrano frutti di idee sbagliate di Colantuono o di inaffidabilità dei giocatori quanto di un momento non favorevole. Non stiamo parlando del gol annullato o di altri elementi non riconducibili a quelle che sono le responsabilità di tecnico e squadra, sia chiaro, ma allo stesso tempo preferiamo evitare di allappare. La Salernitana, torniamo a ripeterlo, non è ancora matura. Ci sono stati tanti cambi a Salerno quest’estate: preventivabile che avessero potuto produrre ripercussioni, anche negative. I cali di tensione in queste prime partite sono stati parecchi, vero, però quasi sempre sono stati seguiti da pronte reazioni, comunque significative.
A oggi è Colantuono il primo degli imputati. E’ giusto fare ancora affidamento su di lui? Non sarebbe meglio evitare di perdere tempo e sostituirlo?
L’ultima promozione dalla Serie B che il tecnico romano è riuscito a ottenere è quella della stagione 2010-11 con l’Atalanta. Era un campionato complicato, c’era il Siena di Antonio Conte a dare fastidio assieme al Toro, al Novara, al Livorno. L’inizio di stagione non fu dei migliori: due vittorie, tre pareggi e due sconfitte nelle prime sette partite. Il mese della svolta fu ottobre. Da lì in poi iniziò quella marcia che portò i nerazzurri a vincere il campionato staccando nel finale proprio il Siena di Conte. Niente male. Sono passati otto anni e quella fu l’ultima stagione in cui Colantuono poté allenare una squadra in Serie B fin dal principio.
Tuttavia, quello che si è fatto tanti anni fa non necessariamente può essere riprodotto oggi, specie in una piazza così differente da quella bergamasca, siamo d’accordo. Ma quanti sono i casi di squadre, anche vincitrici della Serie B, con partenze rallentate prima di cavalcate indimenticabili? Tantissimi. Sembra dunque ancora presto per capire con certezza se conviene sbarazzarsi del tecnico in questione o se invece è meglio tenerselo stretto e fidarsi di lui.
Ai nastri di partenza l’obiettivo play-off non solo sembrava possibile ma molto probabile: allenatore e squadra di livello, per non parlare poi della tifoseria. Dopo queste prime partite ci sono segnali negativi ma anche positivi. La Salernitana, a nostro avviso, alla fine raggiungerà il suo scopo, con o senza Colantuono. Ora arriva il Verona? Bene è proprio quel che ci vuole.
(Sabino)