A cura di Riccardo Gramazio (Ricky Rage)
La storia di Ok Computer, capolavoro dei Radiohead e pezzo più unico che raro nell’universo musicale, è piuttosto legata alla compilation Help, produzione a scopi benefici ideata nel 1995 dalla War Child e supportata a pieno dal grande Brian Eno. È proprio il geniale produttore e compositore britannico a contattare i Radiohead per coinvolgerli nel progetto e a chiedere loro un brano da inserire nella raccolta. La chiamata di Eno arriva durante il tour promozionale di The Bends, il secondo tassello discografico della band guidata dal genio introspettivo e dalla meravigliosa e arcana voce di Thom Yorke, personaggio che tanto sta entusiasmando pubblico e critica.
Prendendo spunto da una vecchia riflessione di John Lennon, Help viene registrato in sole ventiquattro ore, il 4 settembre del 1995, e pubblicato il sabato susseguente, esattamente cinque giorni dopo. Con il supporto tecnico di Nigel Godrich, altro nome celebre della musica inglese e in pratica sesto membro dei Radiohead, Yorke e amici sfornano Lucky.
Ebbene sì, il brano segna l’inizio di una nuovissima espressione artistica. La canzone viene utilizzata per promuovere Help, ma non riesce a imporsi in radio o in classifica. Il cantante non può certo ritenersi soddisfatto, ma poco importa, la strada è ormai tracciata. Lucky è la gemma sonora da cui partire per dar sfogo alla creatività assoluta e alla vera anima della formazione proveniente dall’Oxfordshire.
Il tour di The Bends, per quanto ricco di soddisfazioni, ha portato via parecchie energie e i Radiohead, all’inizio del 1996, decidono di staccare la spina e di mettere le mani sul nuovo materiale. Il desiderio principale è quello di azzerare davvero quanto fatto in passato e di portare avanti i concetti espressi da Lucky. Il successo del secondo lavoro in studio permette ai ragazzi di organizzare al meglio il futuro e di auto-produrre il nuovo album senza alcun tipo di condizione. La Parlophone mette infatti a disposizione un buonissimo budget e, soprattutto, non pretende nulla entro una determinata data. In parole povere, i Radiohead possono fare ciò che vogliono, con calma, dedizione e massima libertà. Beh, l’atmosfera è perfetta…
Le prime incisioni di Ok Computer vengono dal Canned Applause, lo studio privato della band, situato in un vecchio capannone vicino a casa. Il posto però non convince a pieno i musicisti che si trasferiscono presto nello spettrale maniero di St. Catherine’s Court, situato a nord di Bath, nella contea del Somerset. Sfruttando a pieno l’acustica della casa e le capacità di Godrich, tra una sperimentazione e l’altra, i Radiohead portano a termine il progetto. Dopo aver inserito gli archi presso gli Abbey Road Studios nel gennaio del ‘97, non resta che mixare e masterizzare l’album. Ci siamo, Ok Computer è pronto a spiazzare e a conquistare il mondo.
La lista delle tracce è immensa, oserei dire da brividi. Spiccano sicuramente i mitici singoli Karma Police, Paranoid Android, No Surprises, la già citata Lucky o Exit Music (For a Film), commissionata dal regista Baz Luhrmann per i titoli di coda Romeo + Giulietta, rielaborazione cinematografica postmoderna del classico di Shakespeare e che vede nel cast Leonardo Di Caprio e Claire Danes. Il pezzo in questione evoca la storia d’amore dei protagonisti con tutta la sua passionale e struggente melodrammaticità. Nota di merito anche per Let Down, il quinto pezzo in scaletta, immortalato alle 3:00 del mattino in una sala da ballo del palazzo. Amo questa canzone alla follia. Forse è la mia preferita. Forse…
Il cambio di rotta è palese, più che palpabile. Siamo distanti dal britpop, dal rock di natura classica o dalle mode in generale. L’approccio chitarristico e intimo di The Bends fa posto a una visione astratta, alienante e incredibilmente atmosferica. Il disco è maestoso, strizza l’occhio al progressive, all’elettronica, ma in realtà e un insieme di elementi innovativi che non somigliano quasi a nulla. La scrittura generale è complessa, colta, onirica e allo stesso tempo accessibile e compatta. Ascoltando l’album viene davvero da chiedersi come siano riusciti questi ragazzi a concepire una simile creatura. Il chitarrista Jonny Greenwood ci mostra tutto il talento del mondo e Thom Yorke, con la sua voce da angelo inquieto, si afferma come uno dei migliori interpreti di sempre.
La vecchia e comunque bellissima Creep del disco di debutto Pablo Honey o le perle di The Bends rappresentano semplicemente il passato.
Ogni canzone di Ok Computer, forse ogni frammento musicale, meriterebbe realmente un’analisi approfondita e dettagliata, un articolo a parte. Basterebbe soltanto prendere in esame il primo singolo Paranoid Android per rendersene conto. Stiamo parlando praticamente dell’unione perfetta di tre brani distinti e di una rappresentazione incredibile dell’apatia e dell’alienazione. Non a caso il titolo del brano richiama l’androide paranoico Marvin, il personaggio perennemente depresso concepito dallo scrittore Douglas Adams nella serie Guida galattica per gli autostoppisti. E poi, ammettiamolo, il videoclip animato realizzato da Magnus Carlsson è spettacolare, tremendamente ermetico, tristissimo e persino angosciante. Quante volte abbiamo visto e ascoltato quei sei minuti abbondanti?
Quante volte ci siamo lasciati ipnotizzare dallo sfaccendato protagonista Robin e dagli altri strambi personaggi del cartone? Calcolatrice, grazie!
Grammy per la Best Alternative Rock Performance nel 1998, recensioni da urlo e inserimento nel National Recording Registry per valore storico, artistico e ovviamente culturale. Serve altro? Non credo.
La malinconica filosofia di Ok Computer e dei Radiohead si conferma ancora oggi materia di imprescindibile.