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Antonio Pilato – Incubi grotteschi di esiliati sognatori

Di Carla Murialdo

 

Ho cominciato a leggere questo libro un po’ per dovere e  le prime impressioni sono state di sconcerto. Cosa vuole dirmi l’autore? Sembrano i sogni di un pazzo ricoverato alla neuro. Non potevo fermarmi alla prima impressione. Una ricerca sui social  e scopro una persona molto attiva nell’ambito del sociale nella zona dove vive , allora continuo la lettura. Sono racconti sempre sul limite tra la realtà e la finzione. Quello che colpisce è l’uso della lingua italiana: parole ricercate scritte in prosa, la descrizione di un atto infame senza mai usare parole scabrose, visioni oniriche  ma anche il paranormale, servono forse a squarciare il velo di Maja e mettere a nudo l’uomo? C’è che si perde dentro le fogne di una città sconosciuta e non riesce più a ritrovare se stesso e chi è carnefice e vittima insieme, chi vede le cose al contrario e chi, invece di nascere, muore infinite volte.

 

Le menti più normali penseranno sicuramente che la mia codardia sia in grado di superare i misteri delle oscure volte celesti che occupano latenti l’infinito cosmo, ma è quando si acquisisce il temporaneo coraggio di sbirciare al di là dell’universo che tutto diviene inevitabilmente follia”. Racconti.

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