IL NUOVO SINGOLO AFFRONTA IL SIGNIFICATO PROFONDO DI UN SENTIMENTO COMPLESSO
Il brano “Odio l’odio” degli Artikè affronta il tema complesso dell’odio, esplorandolo sia attraverso il testo che attraverso la composizione musicale.
La traccia si ispira alla poesia “L’odio” di W. Szymborska, poetessa polacca nota per la sua capacità di esplorare e analizzare profondamente gli aspetti della vita umana.
Il metro scelto dei 7/8, l’uso di suoni metallici della tastiera e la lotta tra la voce e il violino contribuiscono a creare un panorama sonoro che intende riflettere “l’inumanità” dell’odio. Il fatto che la canzone rifiuti la forma tradizionale, con un ampio recitativo centrale, suggerisce un approccio sperimentale alla composizione, con armonie insolite che generano un clima sospeso e una tensione latente. Questo rappresenta metaforicamente la natura imprevedibile e distruttiva dell’odio che, a volte, sembra inarrestabile.
La domanda implicita nel brano “Si può, quindi, fermare? Come?” riflette la complessità intrinseca del tema.
Una risposta potrebbe essere quella che combattere direttamente l’odio è inutile, ma cercare di capirlo, spiegarlo e condividerlo attraverso la musica e la poesia può invece essere un modo per interromperne il flusso. Questo approccio va incontro all’idea espressa dalla Szymborska nella sua poesia, che suggerisce che la comprensione e la condivisione potrebbero essere chiavi per affrontare e, forse, superare l’odio.
Una storia nata all’inizio degli anni 2000, che ha visto crescere, nella musica, il legame d’amicizia tra i suoi componenti.
Il gruppo Artikè nasce come band indie rock costituita da 6 musicisti e tra il 2002 e il 2004 si pone all’attenzione della critica ottenendo alcune segnalazioni in concorsi musicali, quali Premio Pavanello(TN), Premio Poiesis (Monza), Forette Festival (VR), Bagnolo Live (VR), Rock Targato Italia.
Subentra poi una pausa di riflessione, legata alle vicende di vita personali, che fa interrompere l’attività artistica del gruppo, fino a quando le circostanze, in continuo mutamento, non risvegliano il desiderio di riprendere quel percorso, fatto di incontri, scambi, amicizia, esplorazione sonora, musica e armonia.
La nuova veste di Artikè, quindi, dal 2019 decide di fondarsi sulla dualità, in un cammino artistico condiviso.
Nella poesia la profondità, la filosofia, la riflessione. Nella musica l’estemporaneità, l’espressione, l’emozione. Sono queste, ora, le due anime di Artikè, che si incontrano, si influenzano ed esistono solo assieme, l’una nell’altra.
Due sono anche i componenti: Elisa (voce, chitarra) e Leonardo (violino e tastiera), che condividono da anni una profonda amicizia e la passione per l’elaborazione creativa dei linguaggi poetico e musicale.
La musica, originale, vede da un lato l’attività di registrazione in studio e dall’altro la naturale collocazione nella dimensione live.
Del 2023 è il lavoro discografico “Terra!”, concept album ispirato alla poesia di W. Szymborska.
Gli spettacoli di Artikè vedono fondersi le sonorità degli strumenti acustici e la loro elaborazione a livello digitale, la musica e il teatro, la tradizione e la voglia di sperimentare.
Un susseguirsi di atmosfere sempre diverse, magiche e irripetibili.