Al Wanda Metropolitano è andata in scena una bellissima sfida tra Atletico Madrid e Juventus. Peccato per il risultato perché quando conduci, e aggiungo, anche meritatamente per 2-0, tornare a casa con un solo punto ti lascia l’amaro in bocca.
Parto subito con un appunto che vale oggi, valeva ieri e varrà per il domani. Non concepirò mai, e sottolineo mai, la difesa a zona sui calci piazzati. La matematica non è un’opinione, così come il fatto che un difensore deve sentire l’attaccante, deve sapere come fermarlo, e solo restandogli incollato addosso, solo facendogli sentire il fiato sul collo può impedire che lo stesso si prenda quel metro di vantaggio che poi risulta letale.
Sono già diversi i gol presi da palle inattive e lo sono sempre stati anche in passato per chi ha scelto di difendere a zona sulle punizioni. Speriamo che in futuro possa essere posto un rimedio e che il mister con la squadra scelgano per il meglio.
La prima frazione di gioco, chiusasi sullo 0-0, non ha avuto un padrone. Le due formazioni si sono fronteggiate in sostanziale equilibrio mentre nella ripresa fino al minuto 70, momento del gol di Savic, la Juventus era stata assoluta padrona del campo e sfoderando una prestazione da far brillare gli occhi. Trame fluide, giocate in verticale e continua ricerca della profondità avevano portato al meraviglioso gol di Cuadrado assistito dai bravissimi Bonucci prima e Higuain poi, e al raddoppio di Matuidì servito da un cross al bacio di Alex Sandro dopo una manovra a salire di tutta la squadra da stropicciarsi gli occhi.
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