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Bastien Baumet e l’arte dell’eufonio

Senza musica la vita sarebbe un errore, diceva il grande filosofo tedesco Friedrich Nietzsche. Un errore ancora più grave sarebbe avere talento e passione per la musica e non coltivarli. Ne è convinto Bastien Baumet, intervistato in esclusiva da Il Format in occasione di una master class organizzata dalla Banda Musicale di Genazzano (la sua seconda master class  in Italia). A soli trent’anni, Baumet è già una star internazionale dell’euphonium (o eufonio, letteralmente “bel suono”).

Lei suona uno strumento affascinante, insolito e poco diffuso. Come si è avvicinato all’eufonio?

Vengo da una famiglia di musicisti e sono cresciuto nel sud della Francia. Ogni fine settimana c’era un concerto – anche semplicemente l’esibizione di artisti di strada – e la musica ha sempre fatto parte della mia vita. A sei anni ho iniziato a suonare il flicorno contralto, il fratello minore all’eufonio, di dimensioni più piccole. A nove anni sono passato all’eufonio, più grande e più pesante. Era come se lo strumento che suonavo fosse cresciuto con me! Ho amato subito l’eufonio per il suo suono dolce e profondo, per la sua straordinaria versatilità a capacità di adeguarsi a tutti i generi musicali. Mia madre ha capito la mia passione e mi ha portato subito da un professore del Conservatorio di Nîmes, che ha creduto in me e mi ha sostenuto. Da un giorno all’altro, ho sostituito i poster dei calciatori appesi in camera con immagini del mio strumento e di grandi maestri come Steven Mead.

Un sodalizio musicale e umano.

Ci tenevo a suonare con Steven un brano di Philip Sparke che amo molto, “Two Part Invention”. Steven mi ha fatto il grande onore di accettare di suonarlo insieme, e da allora siamo amici. Questo brano fa parte del mio primo CD,  “Art of the Euphonium”, dopo il quale ne ho inciso un altro (“Romance’), accompagnato al piano da Mathilde Nguyen.

Un altro CD in vista?

La settimana scorsa ho inciso il mio terzo CD in Portogallo, con la Wind Band di Lisbona. Uscirà verso la fine di maggio, in occasione di un congresso di tuba ed euphonium negli Stati Uniti.

Lei tiene master class di eufonio in tutto il nondo. Ha in programma di tornare a trovarci?

Sono stato invitato a tenere corsi a Palermo e a L’ Aquila, tornerò con molto piacere nel 2019.

Dal 2010 sono attivi in Italia i licei musicali, indirizzati all’apprendimento tecnico e pratico della musica. Cosa consiglia agli studenti di questi licei?

Essere musicisti significa fare della propria passione anche un mestiere. Alla base di questo deve esserci sempre una grande motivazione. Consiglio agli studenti dei Licei musicali di fissare sempre degli obiettivi da raggiungere, e ampliare le proprie conoscenze musicali a  più di uno strumento e a stili diversi, senza limitarsi ad un unico genere: barocco, classico, romantico, contemporaneo, jazz, pop o rock che sia, la musica è tutta da scoprire. Invito infine gli studenti a cercare il sostegno dei maestri disposti a sostenerli. Perché  insegnare non significa soltanto trasmettere le proprie conoscenze, ma anche dedicare anima e corpo a tirare fuori il meglio dai propri studenti.

Daniela Sacchi

@DanielaMondorff

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