“
Batti il tempo” è il titolo del
nuovo libro (il suo terzo, dopo i precedenti “Il suono del secolo” e “L’Italia suonata”) del
giornalista e critico musicale Stefano Mannucci, in uscita mercoledì 25 ottobre per Il Castello marchio Chinaski Edizioni.
La musica nella storia e la storia dentro la musica. È il filo conduttore teso dall’autore nel realizzare questo volume, che
racconta molti dei fatti storici più importanti dell’America e dell’Europa tra gli Anni Sessanta e Settanta, attraverso l’occhio della
musica. Con un titolo a doppia lettura: “battere il tempo”, percepire il ritmo e il senso della propria epoca per creare un suono mai udito prima, e correre più veloce della Storia stessa che bracca soprattutto i giovani, quelli di mezzo secolo fa e quelli di oggi. Con gusto scopertamente narrativo,
aneddoti spesso poco conosciuti legano tra loro
Miles Davis e il
razzismo dilagante di quegli anni attraverso la sua
love story con
Juliette Gréco;
Bob Dylan che lancia nelle canzoni la sfida autorale a
Lennon e poi si rintana nell’auto-carro funebre di
Neil Young;
Johnny Cash che dopo essere stato giudicato “il figlio sbagliato” dal proprio padre, sceglie di stare dalla parte degli ultimi fino a una clamorosa presa di posizione contro la
guerra del Vietnam. Se le vicende di
Martin Luther King si sviluppano di pari passo con la vita di
Aretha Franklin, e quelle di
Malcom X ispirano il proto-rap (con
Hendrix che spunta in studio),
Beatles e
Rolling Stones sono indissolubilmente legati ai
movimenti pacifisti e alla
Guerra Fredda. Come non ricordare la “maledizione” dei
Beach Boys quando si parla della tragica escalation criminale di
Charles Manson? E la nascita del
flower power in margine a manifestazioni
hippie in cui ci si proponeva di far letteralmente “levitare da terra” il Pentagono con la forza psichica? Oppure la
corsa allo spazio che tanto ha suggestionato la produzione artistica dei
Pink Floyd di
Syd Barrett, e le visioni cosmiche di
David Bowie. “Batti il tempo” però non è un mero manuale cronistorico di quegli anni. Mannucci impreziosisce i racconti con delicate fotografie che immortalano i
rapporti d’amicizia e i contrasti tra le rockstar, in altri casi
scappatelle amorose o la
condivisione degli
eccessi come
alcool e
droga. Un dipanarsi di intrecci tra un delirante
duetto tra Jim Morrison e Jimi Hendrix, oppure
John Lennon e
Mick Jagger che girano in taxi per Londra, fino a
Janis Joplin che ci prova con un giovane
Bruce Springsteen. In un turbine di sliding doors l’autore si chiede cosa sarebbe successo alla storia del mondo e della musica se
Grace Slick fosse riuscita nell’intento di versare l’LSD nel the del presidente
Nixon. Come sarebbero andate le cose se
Rory Gallagher, riluttante eroe irlandese, fosse davvero diventato il chitarrista degli Stones, al posto di
Mick Taylor? Senza contare che
Frank Zappa progettò concretamente di correre per la presidenza degli USA. Tra le “tre vite” di
Joni Mitchell, la luna che fa cadere da un tetto
Robert Wyatt spingendolo a esplorare altri universi musicali, la critica progressive alla Britannia Felix da parte dei
Genesis di
Peter Gabriel, la sregolatezza di
John Coltrane e un sentito ritratto dei
Buckley padre e figlio e di
Nick Drake.
Il libro si conclude poi con un dialogo immaginario e surreale tra le “ombre” del Rock River: i grandi defunti della musica come
Cliff Burton,
John Bonham o
Sinead O’Connor e tanti altri che dialogano malinconicamente tra loro. Per finire un capitolo dal contenuto futuribile, ma non troppo:
Elvis non è morto e con l’avvento di Internet, AI e metaverso la certezza della Storia è di fatto cancellata. Prefazione a cura dei Fast Animals and Slow Kids.
L’autore presenterà il libro venerdì 27 ottobre ore 18.30 presso Feltrinelli Duomo a Milano con Diodato e lunedì 6 novembre ore 18.00 presso Feltrinelli Appia a Roma con Mannarino.
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