Articolo di Emilio Aurilia

Come i Beach Boys anche i Bee Gees si sono trovati il gruppo fatto in casa. Barry Gibb e i due minori fratelli gemelli Robin e Maurice, provenienti dall’Isola di Man e residenti in Australia, hanno iniziato a suonare in età giovanile esordendo nel mondo discografico tramite una serie di singoli fra cui “Spicks And Specks”. Scoperti da Robert Stigwood dopo il loro ritorno in Inghilterra, iniziano la loro attività vera e propria che va nettamente divisa in due parti.

La prima li vede impegnati in una sorta di pop sinfonico orchestrale di pregevole fattura con la realizzazione (oltre agli ovvi album), di singoli di successo anche da noi in Italia: “To Love Somebody” (coverizzata dai Califfi col titolo “Così Ti Amo”) e “Massachussets” (1967), “I’ve Gotta Get A Message To You” (che Mal trasformò con successo in “Pensiero d’amore”) (1968) e poi “I Started A Joke” (1968) e “First of May”(1969).

Nel 1969 il primo split: Robin pubblica a suo nome il singolo “Saved By The Bell”, mentre Barry e Maurice come Bee Gees: “Cucumber Castle” col brano di punta “Don’t Forget To Remember”, senza abbandonare il pop orchestrale che li aveva resi famosi al tempo.

Con il ritorno di Robin, la band continua ad esprimersi nei singoli “How can You Mend A Broken Heart” (1971), “My World” e “Run To Me” (1972); i cui elementi, oltre alle citate pompose orchestrazioni, sono sempre un cantato spesso a privilegiare il falsetto di Barry o il gutturale tremulo di Robin, più indovinate armonie vocali, a renderli perfetti per essere utilizzati nelle feste da ballo, ma snobbati da chi seguiva invece i gruppi più marcatamente rock.

Ma il declino a cui sembrava i fratelli fossero irrimediabilmente destinati non avviene; ma nel 1975 con l’album “Main Course” hanno la loro svolta verso l’allora nascente disco music e che vedrà poi la loro consacrazione con la colonna sonora di “Saturday Night Fever” (1977)e nei singoli da esso estratti: i funky “Stayin’ Alive” e “You Should Be Dancing” e la superba melodia di “How Deep Is Your Love”.

L’attesissimo “Spirits Having Flown” (1979) non delude le aspettative consegnando al pubblico chicche come “Tragedy” e l’avvolgente corale “Too Much Heaven”…

Da quel momento il gruppo non riesce a ripetersi a quel livello avendo standardizzato il sound.

L’album “This Is Where I Came In” del 2001, preceduto da compilation e album d’incerto significato e seguito da altre raccolte, sarà l’ultimo episodio in studio perché la band si scioglierà forzosamente per il decesso di Maurice nel 2003.

 

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