Poesia di Lalu
Un po’ di bianco e nero,
Ridotti all’essenziale
I tratti e la tua luce,
che va a fare la pace
con gli angoli di ombre,
curva la stessa immagine.
Un quadro, in nero e bianco,
Da quando, in quello stanco
Assol di pomeriggio,
Coi fucili spararono
Che quattro ne hanno uccisi.
Il sangue scorre piano,
Macchiati anche i sedili
Di bianco rivestiti
Del pullman che, fermato,
diventa la Tua tomba.
Rimbomba un altro sparo.
Hei tu! Sta a terra. Stesa!
Allunghi la tua mano,
ne esci, infine, illesa
nel corpo, ma la mente
malamente ricorda,
anche controvoglia,
che ti han resa sorda
In quel tuo primo viaggio.
Non trovi più il coraggio
Di scrivere a colori,
che del sangue gli odori
dal foglio tuo risalgono.
Non è abbastanza intenso
Il rosso, che di un denso
Colore un po’ più scuro
Si fa il tuo segno, duro.
Son pietre le parole,
rotolano da sole,
miliari al capolinea
di quella triste gita
che ti rese una vittima:
hai perso il Tuo colore,
ricorda ora, ti prego!
Adesso nel dolore
Di viola vai vestita,
Violenza di violetta
Mai fu più profumata.