Articolo di Paco Marino
Ossessione e Passione non sono la stessa cosa.
Viviamo in un’epoca nella quale tutto è facilmente condivisibile e nella quale si è smarrito il concetto di
misura.
Il calcio e i social, due grandi passioni per milioni di persone.
Qualche decennio fa per noi tifosi il momento più atteso della settimana era l’inizio delle partite di serie A,
domenica alle 14:30!
Tutti ad ascoltare la radio, spesso in macchina, con la schedina del totocalcio in mano, momenti magici
descritti da maestri della comunicazione radiofonica che con la più totale imparzialità, erano capaci di farti
vivere tutto quello che accadeva, come se fossi li, allo stadio, dal vivo.
L’ansia nell’interpretare i cambi di tono della voce, gli sbalzi agli interventi improvvisi dagli altri campi, la
passione, la poesia!
Oggi non è più così.
Siamo circondati da immagini, video e falsi informatori che stanno uccidendo la passione.
Ci sono sostenitori che sono più interessati alle sconfitte dei rivali che alle vittorie della propria squadra.
Il calcio ormai è polemica!
Non esiste più apprezzamento per la tecnica, per la giocata, per il campione!
Oggi il tifo è improntato sulla denigrazione altrui e la cosa più triste di tutto ciò, è che i principali artefici di
questo decadimento sono giornalisti o presunti tali.
Il calcio Italiano non manca di talenti, ma di cultura!
I risultati sportivi della nostra Nazionale sono il riflesso della nostra mancanza di passione, di attaccamento,
di senso di appartenenza.
Si tifa più o meno per la Nazionale in base al Commissario Tecnico, ai suoi trascorsi su una panchina o
sull’altra.
Quando ci riapproprieremo del calcio come sport, come passione, quel calcio nel quale il vero protagonista
è il pallone, sono i calciatori, sono i colori dei tifosi, allora sì che torneremo ad essere grandi.