Articolo di Ben Alessandro Magno Croce
Non poteva che finire così una squadra molto mediocre incensata come se fossero in figli di Pelè allenati da Einstein. La nazionale di Spalletti non ha mai giocato bene nemmeno una partita. È andata avanti per il rotto della cuffia qualificandosi a pelo e passando i gironi ancora per un pelo. Ma questo sarebbe il minimo dato che in passato è capitato spesso a nazionali che però poi hanno svoltato e nei turni a eliminazione diretta hanno fatto la differenza. Qui niente di tutto questo. Alla prima squadra un poco decente affrontata si è tornati a casa con ampio demerito.
L’eliminazione non sorprende. Era evidente la mediocrità dei singoli ma anche del mister che è un buon allenatore e non è diventato il Dio del calcio perchè ha vinto uno scudetto al Napoli. Cosa che sorprende è il credito che ha avuto questa nazionale. Un credito incredibile ed eccessivo difronte a quanto mostrato ovvero il nulla. Si è andati avanti per mesi a dire che la proposta di gioca sarebbe stata audace. Che si stava costruendo un Italia ”dominante”. Si sono sprecati paragoni surreali ”Il blocco dell’Inter come il blocco dell’Italia 82” (ma aspetta almeno di vincere qualcosa), Barella un misto fra Kross e Iniesta. Nemmeno di Totti e Del Piero, due a cui Barella può solo allacciare le scarpe, venivano paragonati ogni tre per due a Maradona o Platini. Capisco siamo nell’epoca social ed è tutto esagerato. Bisogna vendere il prodotto. Bisogna far parlare di se e farsi seguire da chi di ama ma pure da chi ti odia. Ma io che di anni ne ho un po’ nemmeno con Sacchi, altro che ci doveva fare vedere il bel gioco e non ce lo ha fatto mai vedere, gli addetti ai lavori si sono messi cosi a 90 gradi per tutto il tempo.
Ora ci si sveglia da questo lungo delirio. Sento commentatori dire che l’allenatore non può più di tanto se non ha i giocatori. Sento dire che in Italia non si investe più sui talenti perché si è puntato troppo sugli ”atleti”. Che in Italia giocano troppi stranieri a discapito degli italiani. Che nei vivai si lavora troppo sulla tattica e poco sulla tecnica individuale. Insomma tutte cose che vi ripetiamo da anni ma ci avevate detto che erano obsolete e superate e che bastano gli schemi. Ci avete anche detto che non è vero che il calcio è semplice ma che è una cosa molto complessa. Eppure non mi sembra che la Svizzera abbia fatto cose complesse. Insomma tutti i nodi vengono al pettine caro Spelletti. Si può fingere di esser fenomeni per un po finché gli amici ti spingono. Poi parla il campo. Si può esser d’accordo o meno chiaramente ci possono essere delle vedute diverse, tuttavia dal fatto che una delle nazionali più incensate della storia abbia fatto una delle peggiori figure della storia, da li non si può proprio scappare.
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