Articolo di Christian Gaole

Mentre “Giuseppi” non sa che virus prendere, il Belpaese rischia l’isolamento.

Lo scorso Giovedì il problema non toccava minimamente l’Italia e gli italiani. Allo stato attuale, invece, in Italia si contano 350 contagiati e più di dieci vittime. A Veneto, Lombardia, Emilia Romagna e Trentino Alto Adige si aggiungono Toscana, Liguria e Sicilia. Insomma: siamo passati dal “siamo preparati” di Giuseppe Conte, allo stato di emergenza nazionale.
Quindi scuole, bar e attività pubbliche e private, chiuse per decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri. Gite scolastiche sospese fino al 15 Marzo prossimo, così come le lezioni universitarie. Il Friuli Venezia Giulia ha dichiarato lo stato di allerta fino al 31 Luglio prossimo.
Con un tempismo certo non perfettamente sincronizzato, intanto, L’OMS – organizzazione mondiale della sanità – tenta di gettare acqua sul fuoco; secondo l’ente si deve ridimensionare il problema in quanto il 95% dei contagiati, guarisce. Infatti – come riporta Willita – la fascia di età più a rischio è quella degli over 80. I bambini al di sotto dei nove anni, invece, continuano a vivere la loro vita quotidiana con serenità visto che in loro, il covid19, non pare avere effetti. Il rischio di morte, quindi, è veramente bassissimo. Una domanda, però, sorge spontanea: visto e considerato che il virus, a Wuhan, si è manifestato il 2 Novembre 2019, le influenze che nei mesi scorsi hanno flagellato italiani e europei a quale ceppo appartenevano? Impossibile escludere che non si trattasse del nuovo coronavirus ma gli esperti non hanno proferito parola in merito.
A preoccupare è anche l’economia: lunedì la Borsa di Milano ha avuto un crollo del 5,4%, in altre parole 30 Miliardi sciolti come neve al sole. Inascoltati, per ora, gli appelli degli economisti preoccupati per questi dati, nulla d’altra parte, ha più valore della salute. Peccato che, qualora si dovesse fermare la “macchina” Italia, tutto il continente europeo ne risentirebbe, la salute di noi italiani in primis. Ciò che preoccupa ancor di più è che la crisi del mercato azionario partita in Asia, sia arrivata anche negli Stati Uniti, a Wall Street, più velocemente del virus che l’ha causata.
“Andiamo verso l’ignoto – afferma Andrea Beltretti, docente di finanza all’Università Bocconi –
mai vissuto una cosa del genere”.
TEORIE DEL COMPLOTTO
Nelle ultime settimane il medium televisivo ha fatto diventare famosi epidemiologi e virologi, ma non solo. Da Diego Fusaro – il padre del turbocapitalismo – a Paolo Liguori – Direttore e conduttore di TGcom si sprecano visioni più o meno personali dei fatti.
Il docente di Filosofia, Fusaro, ha gridato al complotto statunitense: in un momento di guerra commerciale tra Cina e USA, questi ultimi, attraverso operazioni segrete con l’aiuto di Francia e UK, avrebbero portato loro stessi il virus a Wuhan. Il Direttore, invece, carte alla mano ha ricordato che da anni il laboratorio da cui si pensava, perché ora è certo, fosse stato prodotto il virus, fosse avvezzo a sperimentazioni poco note e discutibili.
ISTERIA DI MASSA
Da un lato la preoccupazione e dall’altro l’isteria collettiva. In questi giorni tutti i supermercati, e non solo, sono stati presi di mira. Anche la pasta, oltre alle mascherine e amuchina, sembra scarseggiare. Quasi che tutti fossero infetti e potenziali untori, ed è proprio qui che nasce l’isteria. Dove dover constatare che artefice di questo fenomeno collettivo è proprio il governo che ha sottovalutato la diffusione capillare del virus e ha pensato più ad attaccare le opposizioni, invece di collaborare con le stesse. Non per essere disfattisti, ma sarebbe il colmo se in tutto ciò, constatato il collasso dell’economia Italiana, l’Europa proponesse la misura che di norma usa per devitalizzare glistati: la Troika.

 

 

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