Cosi’ fan tutti

 

Di Adriana La Trecchia Scola

 

In queste settimane si svolgono in Medio Oriente due importanti eventi mondiali.Il 18 novembre si conclude a Sharm el Sheikh in Egitto la conferenza internazionale sul clima Cop27,mentre due giorni dopo in Qatar iniziano i Campionati Mondiali di calcio maschile.Sono due manifestazioni diverse per contenuto e protagonisti,ma suscitano entrambe molte preoccupazioni (almeno cosi’ sembra!).In Egitto  il dittatore Abdel Fattah al Sisi sperava di ripulirsi l’ immagine allestendo una scintillante vetrina.Tuttavia i malumori trapelano da parte dei delegati,che denunciano delle misure di sicurezza di tipo poliziesco.Inoltre Human rights watch rileva che sono proprio le organizzazioni ambientaliste ad essere ostacolate nella loro attivita’ per non disturbare gli affari del regime (del resto la stessa Sharm el Sheikh e’ diventata una famosissima localita’ turistica stravolgendo l’ originario e incontaminato territorio naturale).Poi un capitolo a parte e’ la carcerazione pretestuosa del povero prigioniero politico Alaa Abdel Fattah (oramai fisicamente allo stremo).Circa l’ assegnazione piu’ di dieci anni fa del Mondiale di calcio maschile al Qatar si puo’ dire (senza troppi preamboli) che  rappresenta un fatto indecente per la spregiudicatezza nel perseguire interessi economici.Quando l’ allora padre-padrone della Fifa (Sepp Blatter) annuncio’ a Zurigo la vittoria della piccola penisola araba per il Mondiale 2022 si rimase sbalorditi considerando l’ inadatta condizione climatica del paese per disputare una competizione sportiva.Il piccolo stato arabo e’ il primo che ha  l’ onore di ospitare i Mondiali di calcio maschile,per cui prese l’ impegno di realizzare una situazione di neutralita’ carbonica.Molti osservatori esterni ritengono che cio’ non sia possibile.In questi anni sono stati scritti fiumi di inchiostro (sic!) nell’ analisi dell’ evento prossimo.Si e’ detto che il Qatar ha intrapreso una  micidiale attivita’ edile per costruire sette degli otto stadi per le partite,una nuova rete di metropolitana,autostrade,grattacieli e Lusail una futuristica citta’ nel deserto.Inoltre (per continuare nell’ elenco delle mostruosita’ di questo evento) gli stadi saranno rinfrescati con un sistema di aria condizionata all’ aperto ,gli 1,2 milioni di tifosi (che dovrebbero arrivare) verranno dissetati attraverso impianti di desalinizzazione dell’ acqua dell’ oceano e alloggiati anche a Dubai e altre capitali del Golfo perche’ gli alberghi qatarioti sono gia’ pieni.Di conseguenza gli spostamenti in aereo per vedere le partite saranno continui.Gli organizzatori sostengono pero’ che l’ evento contiene anche alcuni elementi “verdi”:ottocento nuovi autobus elettrici,seimila alberi,700mila arbusti nei vivai e un nuovo impianto di energia solare da 800 megawatt.Inoltre promettono che le emissioni nocive saranno compensate investendo in progetti di energia rinnovabile (che secondo gli esperti potrebbero rivelarsi poco efficaci).Si dubita anche che gli stadi costruiti possano essere riciclati,riconvertiti e riutilizzati (come prevede il progetto iniziale),perche’ i costi sono molto alti e molte decisioni non sono ancora state prese.Insomma il ricchissimo Qatar ha considerato il Mondiale di calcio maschile un ottimo investimento per imporsi sulla scena internazionale;ma la decisione era sbagliata a priori sia per le condizioni climatiche sia per l’ assenza di una cultura calcistica.E’ ridicolo pensare che una manifestazione sportiva possa svolgersi in pratica nel deserto con temperature insostenibili e che si possa rimediare in qualche modo alle incalcolabili emissioni di CO2.I dirigenti del calcio (in questo caso Fifa-ma uguale per l’ Uefa) si sono da tempo sottomessi alla dittatura del denaro (infatti come diceva il classico Vespasiano:Pecunia non olet).La Fifa (che Karl-Heinz Rummenigge defini’ un coacervo di corruzione tale da far impallidire molte organizzazioni criminali)ha le mani sporche del sangue di circa 6.500 operai (reclutati nei piu’ poveri paesi asiatici) per la costruzione degli impianti.Doha risponde attraverso comunicati vaghi oppure apponendo certificazioni autoprodotte (percio’ inconsistenti).Adesso che lo “scandalo” dei Mondiali in Qatar a dicembre (che stravolge i calendari del calcio globale) e’ venuto fuori si mobilita la solidarieta’ occidentale con la proposta  di boicottarli,ma piu’ prosaicamente si ripiega sulla sensibilizzazione.Effettivamente non si puo’ pensare che chi e’ qualificato (sic!) rinunci a partecipare e che i media non raccontino il suo svolgimento.Appaiono tardive e offensive le proteste delle squadre e di altre istituzioni occidentali per denunciare le violazioni ambientali e dei diritti umani (i comuni tedeschi non metteranno maxischermi per vedere le partite).L’ ipocrisia occidentale non smette mai di stupire per la capacita’ di salvare “capra e cavoli”.Il vero scandalo non e’ il finto ambientalismo e la mancata tutela dei lavoratori stranieri,ma il fatto che l’ assegnazione della Coppa del Mondo 2022 al Qatar e’ dovuta a motivi che nulla hanno a che vedere con ilcalcio.Alcuni fanno notare che il Qatar non e’ poi tanto peggio di altri regimi (per es. la vicina-nemica Arabia Saudita).Non vengono mozzate mani e fatti sparire giornalisti.E’ molto piu’ liberale dei suoi vicini,avendo intrapreso dagli anni novanta un percorso di modernizzazione che pero’ richiede tempo.In ogni caso l’ Emirato e’ fieramente radicato nel suo passato tribale e nelle sue tradizioni.Infatti la finale del Campionato Mondiale di calcio si disputera’ il 18 dicembre che e’ il giorno della principale festivita’ qatariota:celebra l’ unificazione avvenuta nel 1878 e lo sceicco capostipite del clan al-Thani saldamente al potere.Questo piccolo e ricchissimo stato arabo(grazie non solo e non tanto al petrolio ma al gas naturale) rimane ambiguo sul tema Islam (vedi il problema organizzazioni terroristiche),pero’ mostra anche imparzialita’ se si considera la creazione in esso nel 1996 del piu’ importante canale giornalistico e televisivo medio-orientale Al Jazeera.Francamente il Qatar non puo’ diventare il caprio espiatorio di tutte le nefandezze attuali,perche’ sarebbe manicheo tratteggiare questa vicenda come una lotta tra buoni (gli occidentali) e cattivi (gli arabi in generale senza distiguere tra loro).La morale fatta sul piano teorico mediante magliette di protesta,appelli accorati,arcobaleni e quant’ altro,senza arrivare alla pratica di rinunciare ai soldi degli sceicchi puo’ essere risparmiata.Il problema corruzione e avidita’ riguarda il calcio ma rispecchia la societa’ odierna.Comunque l’ interesse puramente economico risultava evidente gia’ in mondiali precedenti.In Messico’86 e in USA’94 Diego Armando Maradona lamentava profeticamente gli orari assurdi in cui si doveva giocare:”Hanno pensato solo ai quattrini della tv”;ma riceveva come risposta:”I calciatori pensino a giocare e stiano zitti”.E’ ironico che la devastazione post-umana svilisca uno sport cosi’ semplice e democratico.Il calcio ha un carattere romantico e rivoluzionario,in quanto non pone ostacoli al suo esercizio e permette a chiunque di ribaltare il risultato.Gli aspetti veri del calcio sono quelli della vita:l’ imprevedibilita’ e la provvisorieta’ (per questo lo amiamo).Si potrebbe dire che il gioco del pallone esprime un ineusaribile voglia di liberta’ senza sottostare al controllo del potere.Infine riguardo la squadra per cui tifare:per l’ ennesima volta non sara’ l’ Italia,che non vuole imparare dagli errori passati per evitare di ripeterli.Non a caso il saggio Cicerone proferi’ in una delle sue orazioni:”Historia magistra vitae”.Mentre il filosofo britannico Edmund Burke formulo’ l’ assioma secondo il quale “chi non conosce la storia e’ condannato a ripeterla”.

 

 

La cantante brasiliana Maria da Graca Penna Burgos Costa,al secolo Gal Costa,e’ morta improvvisamente all’ eta’ di 77 anni il 9 novembre a Sao Paulo.Costa sara’ per sempre un simbolo rivoluzionario del Brasile.Dagli anni sessanta e’ stata una delle anime del movimento tropicalista,evolvendo col tempo la sua musica multietnica e sessualmente esplicita.Il sorriso di Gal grande,smagliante,bianchissimo,ha l’ aria della sfida perenne al potere precostituito,a vent’ anni come a settanta.

 

 

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