Radio Meglio Di Niente intervista una penna nuova del panorama satirico italiano: Pubble. Dietro questa “emoticon” si cela un corrosivo, irriverente, e perciò già contestatissimo e, sull’altra sponda, apprezzato duo di autori e artisti. Venite a scoprirlo…
Intervista di Furio DETTI per RMDN
FD. – Innanzi tutto grazie per il tempo che ci dedicate e per quella che ci avete confermato essere la vostra prima intervista a una testata. Sono personalmente onorato di fare da apripista. Vorrei premettere che è da poco che seguo il vostro lavoro, ma ne sono rimasto nettamente colpito, sia per la qualità obiettiva dell’arte sia per i contenuti. Credo di non essere il solo, visto il riscontro immediato che avete avuto sui social e il fatto di essere caduti, – proprio in virtù di questa viralità – nel cono d’ombra della censura e del ban. Credo pure che ci fosse bisogno di una voce nuova come la vostra nel panorama, – satirico e non solo – italiano. Una voce che, ci sono giunte indiscrezioni, NON vedremo ospite in alcun modo all’imminente kermesse del Fumetto Lucca Comics&Games 2019…
PUBBLE – Grazie a te, e a voi tutti.
1.) Per cominciare, ci piacerebbe che tu ti presentassi ai nostri lettori. Chi è Pubble? Proviamo a rispondere con tre aggettivi… E se Pubble fosse un film o una citazione da film: quale sarebbe?
P.- Pubble è un progetto che nasce un po’ per gioco, tra una coppia, – Peppe e Paola – come il frutto dei lunghi dibattiti politici che facevamo nella nostra cameretta.
I tre aggettivi che ci caratterizzano sono: irriverenti, bannabili, e quello che in siciliano definiscono “scassaminchia”, nell’accezione di chi non può fare a meno di puntualizzare sulla realtà delle cose. Se fossimo la citazione di un film saremmo quella di Alberto Sordi nel Marchese del grillo, scena del teatro, dove afferma: “Ammazza come je girano le palle a sti castrati!” Frase con la quale rispondiamo spessissimo a tutti gli insulti che ci vengono rivolti.
2.) Da quanto sei attivo nel disegno? Sei professionista da quanto? La satira politica è il tuo ambito principale o invece ti occupi di arte in un’altra maniera?
P.- Siamo in realtà attivi nel disegno da quando abbiamo memoria, entrambi lavoriamo grazie al disegno indipendentemente dal progetto Pubble. Nello specifico Peppe fa il tatuatore e Paola è una graphic novelist, ma ci siamo affacciati alla satira da poco meno di un anno.
3.) Come è arrivata la notorietà? Quando hai sentito di aver fatto un po’ il salto? Che prezzo ha dover proteggere, se proteggi, la tua riservatezza personale?
P.- Ma perchè, siamo famosi? Non sappiamo se siamo già alla fase “notorietà”, di certo sappiamo che le persone si sono accorte di noi grazie alla vignetta sull’omicidio di Mario Cerciello, triste evento che ci toccò molto e con il quale volevamo esternare solidarietà alle nostre forze dell’ordine. Inoltre il fatto, accaduto a Roma, ci ha intristito perchè Paola è nata li e il degrado culturale e sociale che ha investito la città negli ultimi anni è una tematica che ci coglie nel vivo.
Sul fatto della riservatezza personale, questa si che è una bella domanda!
All’inizio non ci preoccupavamo, non abbiamo mai avuto grandi problemi a mettere la faccia nelle cose che facciamo, ammettiamo però che la situazione sia progressivamente cambiata e che adesso prestiamo leggermente più attenzione di prima. Nel corso di vari mesi e varie vignette sono aumentati gli insulti, le minacce di morte che hanno raggiunto in alcuni momenti picchi di forte tensione. Con questo non vogliamo assolutamente nasconderci dietro al personaggio Pubble, ma di sicuro ci scuda un po’.
4.) Quali maestri ti ispirano o ti hanno ispirato? Hai scelto una satira diretta e molto audace: c’è qualche artista che consideri un tuo analogo altrove? Hai mai pensato di “fare squadra” con un altro autore? Per incisività ci rammenti Ron Cobb, per vicinanza di intenti Marsault. Li conosci?
P.- Le influenze del nostro lavoro sono molteplici, c’è tutto un mondo legato ai fumetti, al cinema cult italiano, che ci ispira a livello di stile e di contenuti; ovviamente il fumetto americano di ultima generazione è sicuramente quello più osservato nella ricerca dello stile. Tra gli artisti che possiamo considerare analoghi nei termini di “satira politica”c’è sicuramente Ghisberto che per noi è stata fonte inesaurbile di input oltre che persona speciale che ha contribuito molto nel darci suggerimenti agli inizi del percorso; cogliamo l’occasione di salutarlo calorosamente!
Fare squadra è sempre una bella cosa, ma in realtà ci troviamo molto bene a lavorare tra di noi, sappiamo bilanciarci, coordinarci e se dobbiamo litigare per le vignette non ci sono ripercussioni. Ti ringraziamo per il paragone con Ron Cobb e Marsault, diciamo che proviamo ad avvicinarci, inutilmente, al loro livello!
5.) Chi ti aiuta nel gestire le pubblicazioni sui social? Quanto “pesa” l’attività di pubblicazione e il confronto col pubblico nella tua routine quotidiana?
P.- Le pubblicazioni le gestiamo noi, il prodotto è tutto fatto in casa. Pubblicare e stare dietro alle dinamiche social è un pò una rottura, ma non si può definire un’attività pesante. Diciamo che dipende anche dalle giornate, ci sono giornate molto dense di attività per cui il tutto risulta più difficoltoso e giornate in cui ritroviamo lo spirito giocoso di quando non ci filava nessuno.
6.) Che vuol dire libertà di espressione per te nella presente situazione del web e della stampa?
P.- Questa sulla libertà di espressione è la domanda più bella che potevi rivolgerci. La libertà di espressione non esiste, siamo continuamente bannati, oscurati, censurati e viviamo anche la situazione del doverci autocensurare per evitare problemi con le pubblicazioni. Quello che vedete di solito, per quanto forti i contenuti possano sembrare, sono sempre versioni di vignette in un certo senso “miscelate” o “allungate con l’acqua”. Nel senso che molto spesso siamo noi i primi ad avere un’idea che stemperiamo, prima di proporla al pubblico. L’attività censoria è massiccia, compatta e ben organizzata. Ci sono schiere di segnalatori seriali che fanno di tutto per renderti la vita impossibile, a volte anche con la strizzata d’occhio dei giganti del web come ad esempio “FB Italia” i cui eventi recenti sono noti.
7.) Perché è così difficile far convivere creatività e “mestiere di vivere” (citando Pavese)?
P.- La convivenza tra creatività e mestiere di vivere è molto difficile, perchè dietro al nostro lavoro ci sono una fatica e una preparazione che ai molti sono sconosciute, o che – se conosciute non vengono accordate. Molti cercano di approfittarsi del tuo lavoro, molti altri non lo reputano nemmeno un lavoro. Per cui…
8.) Cosa non sopporti in un cattivo disegnatore?
P. – Un cattivo disegnatore di solito non pensa di esserlo, cosa già molto fastidiosa, perché ritiene di non dover studiare, o prendere spunti, o porsi con umiltà al mestiere. Secondariamente un cattivo disegnatore ti copia le idee, – attenzione – non lo stile, cosa sulla quale non ci sarebbe assolutamente nulla di male, perchè il fatto di copiarlo significherebbe una forma di stima; copiare il contenuto è la cosa più ignobile. Nella satira il contenuto è tutto, il disegno conta relativamente, ma se copi spudoratamente il contenuto, non stai omaggiando o stimando qualcuno, lo stai derubando.
9.) Cosa non sopporti in un cattivo disegnatore satirico?
P.- Un cattivo disegnatore satirico solitamente crea contenuti per creare consenso, si rivolge a un pubblico già collaudato e di fedelissimi e non rischia mai di deludere quel pubblico. Caratteristica che per fortuna Pubble non ha mai avuto e a cui non tiene. Certo vogliamo bene a chi ci segue, ma se dobbiamo esprimere un pensiero non teniamo in considerazione il fatto che potremmo deludere qualcuno e diciamo quello che vogliamo dire per esigenza, che è proprio il modo di restare fedeli a ciò che ci ha portato fin qui.
10.) Progetti per l’immediato o prossimo futuro?
P.- Abbiamo delle cosette in ballo, ma siamo scaramantici e quindi non diciamo niente. =)
FD – Vi ringraziamo quindi di cuore ancora per questi minuti. Vorremmo solo aggiungere che è terribile e ancor più grave, per una società e una cultura che si proclamano creative, aperte, libere, disinibite, liberali e libertarie in quanto sedicenti “democratiche”, che degli autori e artisti debbano in quanto tali non solo essere censurati, ma addirittura autocensurarsi. Personalmente la trovo una vergogna sotto ogni aspetto e questo al di là di ogni questione di merito artistico o di contenuto. Vi auguriamo quindi ancora in bocca al lupo, nel nome della satira e della libertà di espressione artistica e umana. Un cordiale saluto da RMDN.