Interviste

DISTURBI APPARENTI Intervista ai Malati Immaginari

 

 

 

A cura di Riccardo Gramazio_Ricky Rage

 

La musica è terapeutica, è compagna, è sfogo. Per provare a superare i momentacci della vita o per allontanare i propri demoni, come dire, ci attacchiamo con tutte le forze alle note e alle melodie. Artisti o ascoltatori? Poco cambia, l’importante è trovare la giusta via di fuga, la salvezza. I Malati Immaginari sono partiti più o meno da simili concetti e il sound puramente dark wave che hanno deciso di proporre si è sposato a pieno con un determinato tipo di sensazioni. Sonorità ottantiane e non solo, emzozioni profonde e liriche dai tratti cupi inondano questo interessante progetto. Il nuovo Schiena Contro Schiena, il primo EP del duo abruzzese, raccoglie tre pezzi in studio e due esecuzioni live, sintesi perfetta del percorso. Non resta quindi che parlare con Dario (voce, chitarra e sintetizzatori) e Laura (percussioni), già alle prese con il tour promozionale. A proposito, quando l’intervista sarà pubblicata, i ragazzi staranno già esibendosi da qualche parte e, magari, in compagnia di qualche nome noto…

Benvenuti, ragazzi, e grazie per essere qui. Noi abbiamo avuto modo di conoscerci, ma i nostri lettori ancora non sanno chi siete e che cosa fate perciò…

DARIO. Ciao Riccardo e ciao a tutti i lettori di Meglio di Niente. Siamo Dario e Laura, I Malati Immaginari, nati a Vasto in provincia di Chieti. Suoniamo insieme da due anni e dopo tre singoli è appena uscito il nostro primo EP Schiena contro Schiena, esclusivamente in CD in tiratura limitata, disponibile su Bandcamp, Produzioni dal Basso e ai nostri live. E, a proposito di live, ci droghiamo di concerti in giro per l’Italia. Il 2022 lo ricorderemo come l’anno delle 74 date complessive. Abbiamo aperto i concerti di Meganoidi, Pierpaolo Capovilla, Morgan, Tre Allegri Ragazzi Morti, Omar Pedrini, Giorgio Canali, Federico Poggipollini, Lorenzo Kruger e altri. Proprio venerdì, infatti, partiremo per un tour in Puglia e Basilicata con i Meganoidi.

 

Avete un nome figo. In qualche modo, siamo tutti malati immaginari. La sofferenza, per esempio, non è malattia eppure pesa moltissimo sulle nostre vite. Magari sto cazzeggiando, ma vorrei saperne di più. Dalle origini del nome, al concetto che c’è dietro…

DARIO. Siamo Malati Immaginari di nome e di fatto, nel senso che siamo ipocondriaci patologici. Non abbiamo vergogna ad ammetterlo, anche perché in Italia ne siamo 9 milioni. Prima dei Malati Immaginari, la nostra vita sociale e lavorativa era fortemente limitata da attacchi di panico improvvisi, sintomi di ogni tipo e ansia, tanta ansia. Abbiamo quindi iniziato a suonare insieme come percorso di terapia, e alla fine ci siamo trovati con un bel progetto fra le mani. Oggi possiamo dire che siamo guariti, o meglio, gestiamo molto meglio un certo tipo di paranoie, e abbiamo buttato giù una serie di barriere che ci tenevano separati dal mondo reale. Di fatto la musica ci ha guariti, e quello che ieri era un nostro limite, oggi è un punto di forza.

Il vostro EP, come ricordato, è uscito da pochissimo. Parliamo di un biglietto da visita, di un lavoro nato per suscitare la curiosità e per permetterci di ascoltare la vostra proposta. Cosa c’è dentro, secondo voi?

LAURA. Dentro ci sono I Malati Immaginari, ci sono Dario e Laura, due ragazzi che vogliono dire la propria con queste canzoni. L’EP racchiude i nostri primi tre singoli editi e due live, ed è un po’un punto che abbiamo voluto mettere a questa prima fase di percorso insieme. Tre pezzi in studio e due live, una perfetta fotografia di ciò che abbiamo fatto finora, ovvero una band nata in studio e che per caso è stata “catapultata” sui palchi di tutta Italia. E questa dimensione live che abbiamo assunto negli ultimi mesi ci ha dato e ci darà enormi soddisfazioni.

 

La musica dei Malati Immaginari è pura dark wave, per chi non lo sapesse, la versione più cupa della cosiddetta nuova onda degli ottanta. Elementi acustici e sintetizzatori per dar voce alle emozioni più nostalgiche. Cosa mi dite a riguardo?

LAURA. Che hai colto perfettamente nel segno. Pur mantenendo i piedi ben saldi in questo 2023, non possiamo negare che la nostra musica parta dai Cure, dai Joy Division e dai Depeche Mode, nostre ossessioni adolescenziali. Amiamo molto il trip hop e le sue geometrie, e ci lasciamo fortemente influenzare da Massive Attack e Portishead. Dal vivo stiamo poi sperimentando un approccio più shoegaze nei suoni di chitarra. Probabile che questa strada ci porterà da qualche parte. Nel frattempo ci stiamo divertendo!

Con chi avete lavorato in studio?

DARIO. I tre brani in studio di Schiena contro Schiena sono stati registrati a Napoli all’Arte dei Rumori con la produzione di Silvio Speranza. I pezzi dal vivo, invece, sono frutto di una serie di riprese live che facciamo periodicamente insieme al nostro fonico di palco Marco del Borrello nel suo Alternative Music Club di Montenero di Bisaccia (CB). A febbraio, invece, ci chiuderemo al Pepperpot Studio di Roma con il produttore Alessandro Forte, già disco di platino con Aiello.

Anche i testi non badano a spese emotive. Chi scrive?

DARIO Grazie mille, fa davvero piacere quando i testi vengono apprezzati. I nostri testi nascono da soli dalle nostre vite, raccontano di noi e delle nostre esperienze. Ci piace raccontare il lato oscuro delle relazioni umane, andare ad analizzare i motivi per cui due o più persone riescono a farsi del male con le proprie mani, fino a distruggere il prossimo o ad autodistruggersi. Ma di fatto nascondono quasi tutte un sentimento di rivalsa. In fondo noi Malati Immaginari siamo un po’ questo, due “loser” che hanno ripreso in mano le redini della propria vita. Su carta li metto di fatto io, nella misura in cui sono io a doverli cantare al microfono in pubblico e quindi mi ci devo ritrovare al 100%, fa parte anche del ruolo. Non mi sono mai trovato bene a cantare cose scritte dagli altri. Ma ogni testo, così come ogni singola nota, loop, o anche i post e le storie social, sono tutti figli di riflessioni di entrambi, e mi è capitato di scrivere fingendo di essere Laura, appropriandomi per una canzone della sua vita. In fondo I Malati li amiamo proprio per questo. Non c’è nulla che sia interamente mio, e non c’è nulla che sia interamente di Laura. A noi piace usare il noi.

 

E già che ci siamo, come nascono i vostri brani?

LAURA Nascono jammando in sala il più delle volte. Partiamo da un mio loop ritmico o da un giro di Dario, lo elaboriamo, lo capovolgiamo, lo arrangiamo e lo riarrangiamo finché non ci piace. Poi, quando il mood sonoro è emerso ben riconoscibile, si procede al testo. Di solito, una volta chiuso il pezzo, non ci ritorniamo più sulla scrittura e sull’arrangiamento, in quanto abbiamo una sintonia simbiotica quando suoniamo e riusciamo a trovare la quadra in breve tempo. Anche perché di solito quando nasce una nuova canzone la inseriamo subito in scaletta e la suoniamo dal vivo. La canzone viene quindi poi “promossa” se piace al pubblico e al tempo stesso ci piace suonarla. Alla fine la musica deve essere un piacere per chi la esegue e per chi la ascolta, e quando c’è il giusto equilibrio, quello è il momento in cui capiamo di aver fatto gol.

Puoi Trattarmi Da Puttana è un gran pezzo, secondo me, particolare e dai tratti orientaleggianti. Raccontatemi…

LAURA Wow, grazie! Ricordo molto bene come è nata… Era una delle nostre prime prove, quando ancora non sapevamo che direzione prendere. Stavamo jammando, o meglio, andavo io dietro Dario che intanto buttava giù dei riff, che poi mi avrebbe detto che erano suoi riff vecchi che stava riproponendo cercando quello giusto. All’improvviso partì con questo riff su una scala modale, dai ricordi arabi, e per me è stato naturalissimo chiudere il cerchio di quel riff, mentre Dario improvvisava una melodia e un testo. Abbiamo ancora la registrazione sul cellulare di quella jam. È impressionante come, testo a parte, la canzone sia rimasta identica a quella che improvvisammo quel giorno.

DARIO Il testo mi ha creato non poche difficoltà, in quanto l’approccio pop che avevamo avuto fino a quel momento non si sposava affatto con quelle sonorità tese e “scure”. Quindi mi sono divertito a osare con un testo forte, quasi una provocazione. Puoi Trattarmi da Puttana racconta la rassegnazione di colei (o colui) che subisce abusi e violenza domestica quotidianamente. Ecco, abbiamo provato a mettere il focus testuale sul momento della resa, quando combattere non serve più a nulla se non a peggiorare la propria umiliante condizione.

So che presto arriverà il primo LP. Come procede?

DARIO. A breve, come abbiamo accennato prima, entreremo in studio a Roma per dare un seguito a Schiena contro Schiena. Abbiamo tanto materiale nuovo nato in questi mesi di tour, che analizzeremo insieme al nostro produttore Alessandro Forte. Sono canzoni più elaborate di quanto fatto su Schiena, canzoni in cui crediamo molto. Se uscirà in forma di album o continueremo sulla strada dei singoli lo capiremo in seguito insieme a management ed etichetta.

Senza spoilerare troppo, cosa ascolteremo?

DARIO. Non spoileriamo nulla perché non c’è nulla da spoilerare! O meglio, registreremo canzoni che fanno già parte delle nostre scalette, ma poi non sappiamo cosa ci aspetta una volta terminato il missaggio. A noi piace molto lasciar andare la creatività in studio, e sperimentiamo soluzioni che magari in fase di pre produzione nemmeno avevamo preso in considerazione. È una questione di energie, e in studio si accendono migliaia di nuove lampadine. In più, avremo la fortuna di lavorare con un produttore di prima scelta, che si muove bene sia nel mainstream che nell’indie, con una notevole cultura musicale. Ci lasceremo guidare da lui, e chissà dove finiremo… Sarà una sorpresa anche per noi.

 

Quali sono gli artisti che più hanno influenzato il vostro percorso?

LAURA. Prima parlavamo di new wave e trip hop. Inutile negare che i nostri cuori sono anche perennemente in bilico tra i classicissimi Radiohead, U2, Cranberries, Nirvana, Sigur Ros, Beatles e Michael Jackson e ascolti più attuali come Phosphorescent, Zola Blood, Bokka, Apparat e altri. Poi, come tutti, abbiamo le nostre “perversioni” completamente fuori genere. Amiamo tanta musica classica (Dario è Maestro di Coro) e persino il black metal come i Dimmu Borgir. Inutile poi, negare quanto le band che abbiamo frequentato quest’anno in tour come Meganoidi o Capovilla abbiano avuto influenza su di noi. Ci hanno insegnato e ci stanno insegnando tanto. Avere dei maestri di palco come loro è oggettivamente un privilegio. Ricordiamo quando a Ravenna quest’estate si ruppe la loop station, ovvero l’anima del nostro sound dal vivo e decidemmo in lacrime di non suonare. Eravamo di spalla ai Meganoidi. A turno vennero tutti i membri dei Meganoidi da noi e chi con dolcezza, chi con parole forti, ci hanno dato un calcio in culo e ci hanno buttato sul palco a suonare con quello che avevamo. È stata una grande lezione, che solo una grande band con grande umanità poteva impartirci.

Situazione musicale in Italia: la vostra…

DARIO. Guarda, ultimamente va di moda parlare male di tutto e di tutti. Soprattutto della musica attuale in Italia. Noi non ci concentriamo molto su questi discorsi, preferiamo impegnarci a fare musica che ci soddisfi e che ci faccia stare bene. Come ogni periodo storico, la musica in classifica è specchio delle masse che la ascoltano. È vero che non ci riconosciamo in molte cose che ascoltiamo in giro e in radio, ma non ci interessa. Abbiamo sempre portato avanti un nostro discorso completamente indipendente dal contesto in cui ci muoviamo e continueremo su questa strada. Poi, se proprio dobbiamo dare un parere sui Maneskin dato che oggi va di moda, ti diciamo ma meno male che esistono i Maneskin! Se oggi un ragazzo di quindici anni compra una chitarra elettrica il merito è anche o soprattutto loro, unica band a valvole in circolazione nel mainstream. Poi vogliamo dire che sono derivativi? Non hanno inventato nulla? Probabile che sia vero. Ma ciò non toglie che una band italiana che apre Iggy Pop o Rolling Stones merita rispetto e applausi, punto. E poi, chi non vorrebbe per un minuto essere al posto loro?

Cosa non vi ho chiesto?

LAURA. L’età e il nostro piatto preferito. Ma non ti rispondiamo perché non ce l’hai chiesto!

Salutate i nostri lettori e lasciateci tutti i vostri link.

DARIO. Un abbraccio a tutti i lettori di Meglio di Niente. Ascoltate per venti secondi I Malati Immaginari, se vi piacciono ci date altri venti secondi di possibilità e così via. E se alla fine davvero vi siamo piaciuti, raccontatelo in giro a tutti. Se non vi siamo piaciuti, non ditelo a nessuno! E, in ogni caso, ci trovate su questi link:

https://facebook.com/imalatiimmaginari

https://instagram.com/i_malati_immaginari

https://youtube.com/@imalatiimmaginari

https://imalatiimmaginari.bandcamp.com/album/schiena-contro-schiena

https://www.produzionidalbasso.com/project/i-malati-immaginari-il-nuovo-disco/

LE DATE:

Schiena contro Schiena TOUR

03/02 TARANTO open per MEGANOIDI, Mercato Nuovo

04/02 NARDÒ (LE) open per MEGANOIDI, Jungle Parco Raho

05/02 POTENZA open per MEGANOIDI, Officine Macondo

11/02 PERUGIA Indigo Art Gallery

02/03 BREMBATE (BG) open per FRY MONETI, Miamal Birreria Live

10/03 LECCE open per GIORGIO CICCARELLI, Il Barroccio

24/03 TOSCOLANO MADERNO (BS) open per SETAK, Piroka

25/03 SCHIO (VI) open per SETAK, Gate 517

 

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