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…E se finisci al tappeto hai la forza di rialzarti!

Un inizio di campionato tutt’altro che brillante, accompagnato e anche dovuto ad una crisi di gioco e a mancanza di qualità, soprattutto in mezzo al campo.
Per quanto sia stato difficile creare un ciclo vincente come mai nessuno aveva fatto in Italia, altrettanto difficile è recuperare
colpi dopo aver perso il primato.
E i motivi di ciò sono molteplici, a cominciare dal più grande investimento nella storia della Juve, che porta il nome di Cristiano Ronaldo.
Il giocatore, per cui i bianconeri hanno speso 100 milioni solo per il costo del cartellino, è stato preso nel momento sbagliato.
Perché la società contava di recuperare i soldi spesi dalle entrate che lo stesso
avrebbe procurato.
Ma un fattore che non aveva messo in conto, e mai nessuno l’avrebbe fatto, è la pandemia, che ha strozzato tutti gli introiti e affossato una squadra che proprio in quel momento aveva fatto un grosso investimento.
Ma ridurre tutto a ciò sarebbe superficiale: un mercato non ottimale, con parametri zero di poca qualità e tante cessioni per fare cassa. Tre cambi di allenatori in 3 anni, vuoi per un motivo, vuoi per un altro, figli di un progetto a cui mai si è dato seguito.
Ma un uomo vince solo se sa resistere, non se ne va in giro a puntare il dito contro
chi non c’entra, accusando prima questo o poi quell’altro di quanto sbaglia. Così come la Juventus: una squadra di questo calibro non può guardare tutto scivolarsi attorno, vivendo solo di alibi e rimanendo ferma senza reagire.
Servirà rimboccarsi le maniche e lavorare
duramente, cercando di limare o di elidere i problemi esistenti.
Partendo dal centrocampo, reparto in cui la squadra soffre di più e che vede pochi buoni elementi, tra i quali molti discontinui.
Locatelli forse l’unico che si possa definire da Juve, poiché a differenza dei rimanenti, oltre alla qualità pone anche grinta e determinazione in campo. Continuando con gli esterni, che non erano i migliori nel proprio ruolo, ma che ora sembrano pian piano riprendersi.
Un Chiesa già affermato, un Bernardeschi rivitalizzato dagli Europei e un Kulusevski in costante miglioramento.
Anche laterali non di grosso calibro, come De Sciglio e Pellegrini, cominciano a far sentire la propria presenza in campo.
Per finire poi in attacco, reparto che deficita molto. Perché se è vero che uno come Dybala ricorda che il livello della Juventus è ancora alto, è anche vero che manca un centravanti che lo assista. Né Morata, né Kean si sono per ora dimostrati all’altezza dell’argentino e dei colori bianconeri.
Il primo discontinuo e gioca senza grinta.
Il secondo dopo le esperienze all’Everton e al Psg sarebbe dovuto maturare, al contrario di come ha dimostrato finora, non riuscendo a trovare un’intesa con la squadra.
Un insieme di problemi che porrà, molto probabilmente, più di un limite alla stagione della Juve e che dovranno esser gestiti.
Soprattutto da un maestro come Massimiliano Allegri, che di gestione di problemi se ne intende e non poco.
Perché non è importante come colpisci, l’importante è come sai resistere ai colpi,
come incassi, e se finisci al tappeto hai la forza di rialzarti.

Giovanni Giglio

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