“Un’emozione, uno stato d’animo, è un’esperienza psicologica complessa, frutto delle nostre interazioni con l’ambiente e tutto ciò che ci circonda. L’emozione è un insieme di sentimenti che ha come risultato una serie di cambiamenti fisici e psicologici in grado di influenzare il pensiero e il comportamento. L’emotività viene associata ad un insieme di fenomeni psicologici che comprendono la personalità e il temperamento; lo stato d’animo ne diventa quindi una conseguenza.”
Con queste parole, il famoso psicologo americano David G. Meyers, descrive lo stato d’animo come “un’eccitazione fisiologica,una serie di comportamenti espressivi ed esperienze coscienti”. Una sensazione che è molto di più della nostalgia, una grande angoscia che affiora nel nostro interno senza apparente motivo. A un livello meno ossessivo si traduce in una sorta di pena dell’anima, un’attesa di qualcosa che in realtà non esiste, un senso di irrequietezza, un insolubile supplizio mentale.
Esce il 2 giugno il primo lavoro in studio dei Renoir da Ragusa per l’etichetta romana Lost Generation Records. Band “alternativa” composta da Salvo Alfieri al basso e voce, Tomas Giralt alla chitarra e Giuseppe Arrabito alla batteria.
Registrato e forgiato a Modica, presso il Pausa Studio di Salvo Puma (Veivecura), i RENOIR hanno iniziano col botto questo brutto e negativo 2020. Dalla provincia di Ragusa, i ragazzi tirano fuori un EP che sintetizza le storie, i drammi, le emozioni che si celano dietro i testi di Salvatore Alfieri (testi tratti dalle poesie del suo libro “Il Bacio di Venere”) e che si rivelano potenti e cazzuti con l’approccio musicale di Tomas Giralt. È così che già dalle prime note di “Incubo” emerge la narratività di questa band, la forte emotività e un carisma elevatissimo per la loro giovanissima età. Qualità che avevamo già avuto occasione di notare sin dall’uscita del singolo “Macerie e Resti”, disponibile nella compilation di ”MDN vol2”uscita a gennaio 2020. Brano commovente, intimo, disperato e triste in grado di raccontare in maniera suggestiva e con parole semplici la fine di qualcosa, la presa di coscienza di una distanza, una mancanza che non si può capire ma solo accettare -tristemente- così com’è.
Ai testi e alla voce ritroviamo Salvatore Alfieri, già conosciuto per essere fondatore degli Overcoma, (anche lì autore e voce). Nella sua voce, ormai lo sappiamo, c’è rabbia e grinta che arrivano dritte in faccia come uno schiaffo. Una malinconica, poetica e maledetta voce costante che ricorda a tratti i Marlene Kuntz, i Verdena, i Fugazi e Le luci della centrale elettrica.
La chitarra aggressiva di Tomas Giralt si fa sempre più “cattiva” di brano in brano ed è anche in grado di cullare dolcemente con melodie che accarezzano atmosfere calde alla John Frusciante, ma che ricordano nella sua grezzosità anche alcune sfumature di hardcore punk/alternative metal. Chitarra che diventa sempre più violenta e letale come una coltellata in brani come “Sangue infetto” o “Lieve”, alla quale si incastrano perfettamente le linee melodiche del basso e i groove corposi di batteria.
“Vetro” è il piccolo capolavoro dell’EP, sintesi perfetta di tutte le migliori caratteristiche della band, dove la voce, l’emotività, le parole e la teatralità del cantato di Afieri toccano livelli artistici molto alti. La chiusura è qualcosa di catartico ed emotivamente ri-appagante. Ti tocca l’anima in una maniera incredibile con quelle urla struggenti e disperate. Storie di vita e di disagio raccontate splendidamente.
Questi ragazzi, che stanno entrando in punta di piedi nel panorama indie italiano con il loro coraggioso e moderno pop emo-punk, sono stati in grado di concepire un EP che può dare una scossa sincera ad una scena musicale che ultimamente, nell’operazione nostalgica di recupero della sensibilità, rischia di dimenticarsi di un elemento importantissimo, la sincerità. I Renoirsono sinceri abbastanza da apparire a tratti ingenui, ma con una spontaneità e un’incoscienza che ne costituiscono il vero valore artistico. Questo e’ ancora il loro primo EP, avranno modo di trovare il loro modo più consono per esprimersi ancora meglio, con la loro musica, di riempire i vuoti che ci sono tra loro e il mondo, tra loro e le altre persone, tra loro e la realtà, tra loro e il futuro, facendosi scudo con uno stato d’animo dalle ricche sfumature che e’ quello del frontman Salvatore Alfieri. E’ ancora un debutto, vedremo in futuro.