Articolo di Carla Murialdo Un’indagine in bilico tra lecito e illecito per l’ispettore Rosset e la sfuggente Alma. È l’alba di una fresca mattina di settembre quando Jill piomba nel sonno dimenticandosi della piantina di cannabis che gli hanno regalato a un rave. Cinque mesi dopo un vecchio Ford Transit con tre cadaveri e un grosso carico di marijuana si capotta in un bosco nel cuore dell’entroterra ligure.
È un’indagine dai contorni sfocati quella in cui si trovano catapultati l’ispettore Jules Rosset e l’inquieta Alma. Finché entrambi si rendono conto che ogni indizio è legato all’altro da un unico filo, verde come quella strana erba allo stesso tempo osteggiata e osannata. Però è anche vero che ogni nuovo spiraglio lascia spazio al “potrebbe”, perché, si sa: da cosa nasce cosa.
In questa nuova indagine la quarta della serie, “la colf e l ispettore” di Valeria Corciolani quello che più mi ha colpito è il modo in cui tratta un argomento molto delicato: in un incidente muore un ragazzo di vent’anni e l’autrice ci descrive i sentimenti di una madre in una situazione così tremenda. In genere sui parenti delle vittime non ci si sofferma molto, si sente che Valeria è una mamma. Sempre molto bello il plot narrativo con quella scrittura ironica che a me piace