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“EMPTY” DI WHITE EAR CON VINCENZO DESTRADIS

 

 

SOPHIE BÉMOL FIRMA IL VIDEOCLIP
DI “EMPTY” DI WHITE EAR CON VINCENZO DESTRADIS

Il brano dal 29 aprile su tutte le piattaforme digitali e radio

“What have you done?
You took everything that I had
You just let me empty”

Last Floor Studio presenta il videoclip di Empty, ultimo singolo del producer pugliese di stanza a Bologna White Ear che vede alla voce il talento di Vincenzo Destradis (Westfalia) e anticipa l’album di prossima uscita “Right Here”. Il brano nasce da un sentimento di rabbia e delusione, dopo aver letto un articolo su sfruttamento e soprusi legati all’espropriazione di risorse in molti territori del continente africano e una volta finito di scrivere il testo l’autore si è accorto di aver scritto un brano versatile in grado di descrivere “un qualsiasi evento che potesse generare uno svuotamento di senso nell’animo di qualcuno”.

Il videoclip è realizzato dalla documentarista e videomaker apolide Sophie Bémol, conosciuta durante un viaggio nella Svizzera francese; i due caratteri del brano, l’armonia languida contrapposta all’aridità di un ritmo spigoloso, sono ricalcati dalle due ambientazioni che si alternano nel video.  Le riprese principali sono state girate in un deserto nordafricano con il sole allo zenit, riempiendo così lo schermo di luce e colori chiari, in contrasto con il quasi buio delle riprese dei due musicisti all’opera.

Una stanza chiusa e uno spazio così aperto da poter vedere l’orizzonte, due ambienti completamente opposti che hanno però in comune il senso di vuoto che circonda il soggetto, l’assenza di altre persone o cose con cui mettersi in relazione. Una cuffia, l’unico oggetto a disposizione del personaggio del deserto, è la sua coperta di Linus, uno strumento salvifico che gli permette di mettersi in contatto con chi nella stanza buia sta mandando quel messaggio, che ascolta inserendo il cavo nei sassi, nella rada vegetazione, nella sabbia.
Apre e chiude il video una ripresa girata al tramonto, in cui la cuffia viene indossata all’inizio e sfilata alla fine, come se tutto avvenisse nella durata della canzone, o al contrario come se fossero passate 24 ore per tornare al punto di partenza dopo la camminata nel deserto. Come questo, tutti gli altri elementi simbolici del video sono aperti alla libera interpretazione di chi guarda.

CREDITS
Video: Sophie Bémol https://www.instagram.com/sophie_bemol/

Testo e musica: Davide Fasulo (White Ear)
Piano Elettrico, Violoncello, Elettronica: Davide Fasulo
Voce: Vincenzo Destradis
Mix & Mastering: Francesco Bento Barletta (Last Floor Studio)
Label: Last Floor Studio
Editore: CNI – Compagnia Nuove Indye
Cover Art: Sara Garagnani https://www.instagram.com/saragaragnani/

White Ear è un live-set di strumenti elettronici ed acustici. Suoni e beat sono generati e manipolati in tempo reale in un flusso di brani che si susseguono come in un dj-set, con lente sovrapposizioni e variazioni di velocità. Le griglie ritmiche e i paesaggi sonori sono spesso suggeriti da campioni tagliati sul momento o frammenti di registrazioni ambientali. Il filo che unisce i diversi momenti della performance è il dialogo tra beat graffianti e giochi di consonanze e dissonanze nati dall’imprevedibilità dei campionamenti. Diversi collaboratori hanno partecipato al disco in uscita “Right here” (Last Floor Studio, CNI Compagnia Nuove Indye) e prendono parte alle esibizioni live. Tra gli ospiti troviamo Vinx Scorza, Giorgia Faraone (alias Femmina), Meike Clarelli e Vincenzo Destradis.
Davide Fasulo, nome all’anagrafe di White Ear, è un polistrumentista e producer brindisino, trasferito a Bologna nel 2001, attualmente impegnato con il quartetto elettro-acustico Dueventi e varie produzioni in contesti diversi come installazioni, performance, sonorizzazione video e incisioni in studio. Dopo gli studi classici, studia jazz con i maestri Nico Menci, Teo Ciavarella e Fabrizio Puglisi. Come compositore di colonne sonore e musicista di scena ha collaborato con diverse realtà teatrali tra cui Oscar De Summa, Teatro dei Gatti, Opificio d’Arte Scenica, Ivano Marescotti, Teatrino Giullare, Teatro Sotterraneo. Tra le attività teatrali più recenti “il Piccolo Principe” (2021, regia Riccardo Frati, produzione ERT) e “Lingua Madre” (2021/22, regia Lola Arias, produzione ERT), in questo momento in tour europeo. Durante la sua carriera ha condiviso il palco con artisti di varia estrazione stilistica, tra cui Vinicio Capossela, Mika, Giorgia, Malika Ayane, Fiorella Mannoia, Pasquale Mirra, Ares Tavolazzi, Massimo Manzi, Piero Odorici, Linley Hamilton, David Lyttle, Daniele Di Gregorio, Mirko Guerrini, Marco Tamburini, Christophe Rocher e tanti altri.
Tra il 2004 e il 2009 conduce un ensemble di 10 elementi, la Pan Gea Orchestra, suonando dal vivo per spettacoli teatrali e proiezioni cinematografiche con brani di propria composizione. Tra gli eventi più rilevanti, “Omaggio a Ravel”, una rivisitazione del celebre Bolero che debutta al teatro Astra di Vicenza nel 2007, e la sonorizzazione dal vivo di un medio-metraggio di Charlie Chaplin al festival Strade del Cinema (Torino, 2009).
Nel 2017 ha composto la sigla e alcuni jingle per la trasmissione “Facciamo che io ero” (Raidue, con Virginia Raffaele) al fianco del maestro Teo Ciavarella.
Da sempre coltiva la passione per la musica elettronica, con un’attenzione particolare verso la manipolazione istantanea dei suoni, l’imprevedibilità di fattori random, la ricerca di quegli errori che giocano in contrasto con la severa regolarità delle macchine.

Vincenzo Destradis, cantautore e musicista classe 94′ frontman dei Westfalia e di altri progetti di musica inglese e italiana estremamente contaminati nel mondo della Black music, Rap, Rock ed elettronica. Ha suonato in tutta Italia in circuiti Pop o Jazz fino alla partecipazione con i Westfalia di recente ai Live di X Factor.

 

 

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