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Fra i comuni mortali, l’imperatore

21 anni, due grandi spalle e carisma da vendere, come se la sua qualità incidesse poco, e in certe occasioni, come quella di oggi, è veramente così. Perché in una partita non di grosso coefficiente di difficoltà, è uno dei pochi se non l’unico ad emergere per la sua concentrazione.

Una squadra in palla dopo l’uscita di Arthur, spaesata senza le giocate di Ronaldo, dove l’unica nota positiva è la difesa e in particolare Matthijs De Ligt. Che giocasse come se avesse esperienza lo si vedeva già all’Ajax, ma vedere che tra i bianconeri parla e gioca come da senatore fa un certo effetto.Un’arma a doppio taglio, molto positiva perché questo dimostra la staffa di campione che ha, molto negativa perché la Juventus non può permettere ad un 21enne di trascinare la squadra.
Al Vigorito di Benevento la partita inizia molto bene per i bianconeri, che con grinta, possesso e grandi giocate gestiscono la partita e passano in vantaggio.

Dalla metà campo della Juve, Chiesa inarca un lungo lancio per Morata che, sulla corsa, stoppa il pallone, finta col destro e poi col mancino prende palo e rete, avanti 1-0, la Juve convince e Morata esalta.

Nel recupero, per una svista di Arthur, il Benevento riesce a strappare due occasioni ai bianconeri, sulla prima interviene con una grande parata Szczesny, che però si fa insaccare il secondo tiro, nell’azione subito dopo. Nel secondo tempo partita molto tranquilla e poche occasioni, i giallorossi si chiudono nella loro metà campo e la Juve predomina il gioco.

Al 62’ alcuni cambi, tra cui Bentancur per Arthur, da lì in poi il buio.

La Juventus non capisce più niente, sale il nervosismo e ogni azione diventa un tentativo fallito, qualche azione del Benevento, e l’olandese si fa sentire, palla subito a lui e si ricomincia con un’altra azione.

La partita finisce 1-1, con l’ennesimo pareggio dei bianconeri in campionato. Alle note negative possono aggiungersi Bernardeschi, la mancata capacità di gestione di Bentancur e un Kulusevski assente, le note positive, Dybala in crescita, Arthur, Ramsey, Morata, Chiesa, buona partita di Frabotta e l’immenso De Ligt, che non si fa notare per la sua qualità, bensì per la mentalità.

Tutta la partita a gestire la difesa, a guidare Danilo che gioca fuori ruolo, senza mai distrarsi, neanche quando lo fa il resto della squadra, si fa sentire direttamente con gli avversari e indirettamente con i compagni di squadra.

Se è vero che quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a giocare, allora i campioni continuano a giocare.

Voto: 7, colosso, gioca da veterano.

Giovanni Giglio

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