Recensione Dischi

Frammenti – Recensione EP di Benedetta Raina

 

 

Ho ascoltato: Frammenti
Artista: Benedetta Raina
recensione di Carlo Amedeo Coletta

 

Ho un fratello che nella vita avrebbe sognato di essere un grande meccanico, magari per qualche azienda impegnata nella Formula Uno. Il suo lavoro è del tutto differente ma quando ho un problema con l’auto, bè, il mio chirurgo del pistone è lui. Se occorre il parere di un esperto e il tocco di un artista, vai dal migliore che conosci, si sa. Se poi è gratis è anche meglio, questo però non glielo diciamo. Perchè ve lo sto raccontando? Ovviamente perchè amo le auto vecchie e loro ricambiano il mio amore con continui guasti. Perchè altrimenti narrare questa storia?
Sì, mi conoscete troppo bene per non capire che c’è ben altro motivo dietro i miei aneddoti. In questo caso, ad esempio, ho iniziato ad ascoltare l’album di Benedetta Raina intitolato Frammenti. Dopo qualche secondo, proprio come se avessi notato qualcosa di strano nel motore, ho subito pensato che mi serviva un esperto del settore per capire, apprezzare e gustare questi brani. E sapete chi ho tirato fuori dal cilindro? Bè, la miglior tennager che io conosca al mondo, peraltro produzione casereccia. Ecco quindi, per la prima volta al mio fianco, mia figlia Sofia. Evviva evviva. Adesso possiamo iniziare come si deve.
Ciò che proverete ascoltando i brani di questo album dipenderà molto dalla vostra età e dall’ordine che darete all’ascolto dei brani. Se infatti la musica risulta sempre piacevole, coinvolgente e piena di voglia di riempire gli spazi che avete attorno al cuore e alla mente, i testi e i motivi delle canzoni sono affrontati in modi molto differenti. Una delle impressioni che ho avuto, del tutto personale, è che ci sia una notevole crescita emotiva e caratteriale dietro le differenti caratteristiche dei brani, scandita forse dal passare del tempo, come se l’album fosse nato dopo una lunga gestazione. C’è un cammino, di vissuto o forse solo di pensato, che si avverte passando da una canzone all’altra. Un viaggio che parte con l’adolescenza e arriva dritto dritto a una più consolidata maturità. Il tutto, naturalmente, nel rispetto di sonorità avvolgenti e appropriate. C’è anche qualcosa di più sperimentale in alcuni arrangiamenti, qualcosa che lascia intravedere un futuro più elettronico, forse. In tutti i casi, dall’alto del mio essere ignorante ma pur sempre grande consumatore, assicuro che Benedetta Raina ha chiaramente le caratteristiche di chi è già in rampa di lancio. Se l’abum Frammenti è la base di partenza, sono certo impiegherà poco per arrivare in orbita.
Venendo a Sofia, seduta sul divano e impegnata a mettere il pollice all’insu o all’ingiù, ho colto segni di enorme stupore nella canzone “Davvero”, soprattutto quando ha iniziato a sentire che ci son confetti che piovono dal cielo. E non nascondo che qualche balletto improvvisato è venuto fuori anche su un paio di altri brani.
Per quanto mi riguarda, pezzo preferito di sicuro “Non me ne frega se non ci vedo bene”. A mio avviso il brano più “da grandi” dell’album.
Vi dico che è stata la prima volta in cui ho coinvolto mia figlia Sofia. E non lo dico per orgoglio paterno…anche…ma soprattutto perchè l’esperimento ha funzionato. Sono certo che se avessi lavorato da solo a questo pezzo, bè, non avrei dato il giusto valore ai mutamenti che invece si notano fortemente ascoltando tutto l’album. Quando si è in due, invece, se almeno un piedino si muove al ritmo di musica, solitamente significa che è l’altro ascoltatore quello sbagliato, almeno per quel pezzo. E noi abbiamo abilmente e ininterrotamente alternato i nostri piedini…o piedoni nel mio caso.
Per cui, per dirla come uno dei brani di Benedetta Raina, adesso “Basta”, fermiamoci qui perchè noi, Sofia ed io, il nostro lo abbiamo fatto. Adesso sta a voi. Tasto Play, volume alto e andate a conoscere Benedetta Raina, la troverete in Frammenti ma, alla fine, ne avrete un’idea completissima.

A presto e, buon ascolto!

 

megliodiniente

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