Gente ingrata e gente inna..Morata

Il mondo è bello perché vario anche se molto spesso, come si dice dalle mie parti, è avariato. Questo vale per tutti, dagli addetti ai lavori incapaci di giudicare obiettivamente l’operato di un club e vale per tifosi sempre pronti a trovare il pelo nell’uovo, piuttosto che questo o quell’altro che non va.

Non funziona sempre così, bisognerebbe avere, e mi ci metto anch’io, un maggior equilibrio nel giudicare l’operato di una società, o di un Direttore Sportivo, di cui non conosciamo tanta parte di quelle che sono le esigenze tecniche, tattiche e, perché no, economiche di un’operazione di mercato.

La Juventus, che dovrebbe rappresentare un esempio da imitare nel panorama calcistico italiano, per lungimiranza, organizzazione e forza, risulta essere il bersaglio da affossare da tanta parte della stampa italiana. Ma cosa ancora peggiore risulta essere bersaglio di una “fetta” di tifosi pronti a sparare a zero su Paratici, Agnelli e compagnia.

Me lo diceva spesso un mio professore delle scuole medie che nella vita ci si ricorda sempre delle cose negative tanto che quelle positive vengono date così per scontate da non godercele fino in fondo. È un po’ una similitudine con quello che ruota intorno al mondo bianconero di Torino. Di Paratici e del Club si sottolineano l’incapacità di vendere o di elargire contratti milionari pluriennali, salvo poi dimenticarsi tutto il buono fatto registrare, senza andare troppo lontano, nell’ultimo biennio.

Vorrei ricordare, al netto degli errori di cui tanto si parla e si è parlato, che Demiral (98), de Ligt (99), Rabiot (95), Arthur (96), McKennie (98), Kulusevski (00) e Morata (92), oltre ai già presenti in rosa, Bentancur (97) e Dybala (93), costituiscono una spina dorsale giovane per una società che da 9 anni domina in Italia e che si sta rinnovando e ringiovanendo con elementi forti e soprattutto affamati di nuove vittorie. Per i più attenti si possono inserire in questo elenco di giovani di grandi potenzialità e speranze anche Luca Pellegrini e Frabotta entrambi del 1999 per una Juventus che in due anni ha abbassato in maniera esponenziale l’età media della squadra.

Ma si sa, l’erba del vicino è sempre più verde, e allora l’Inter ha fatto questo, il Milan ha preso quest’altro e l’Atalanta è molto più brava a vendere i giocatori. Verissima quest’ultima affermazione ma tutto va inserito nel giusto contesto. I bergamaschi si autofinanziano e lanciano giovani senza la pressione di dover vincere, tutto quello che viene, oltre una salvezza tranquilla, è tutto di guadagnato. Non può essere così alla Juventus, dove vincere non è importante, ma è l’unica cosa che conta.

Lo scrivevo qualche giorno fa, salvo poi subire i soliti attacchi dei decerebrati del web incapaci di comprendere i contenuti di una frase. L’Inter che nella passata stagione, la prima di Antonio Conte, si era rinnovata acquistando giovani come Sensi, Barella e Bastoni (per fare alcuni nomi) quest’anno su “diktat” del proprio allenatore ha acquistato Kolarov (85) e Vidal (87) indice di non programmazione, ma della ricerca del risultato nell’immediato. Con tutto il rispetto, e anche a costo di essere smentito, continuo a curare l’erba del mio giardino che quella del vicino mi sembra più appassita.

Dopo Kulusevski, Arthur e McKennie è arrivato a Torino, per un ritorno molto gradito in società (Pirlo lo ha voluto fortemente), Alvaro Morata. Non era probabilmente la primissima scelta (resto convinto che Haaland fosse in cima alla lista), ma era certamente una scelta prioritaria rispetto ai tanto vociferati Milik, Suarez, Dzeko e Giroud.

La Juventus è tornata a lavorare sottotraccia, a muoversi con depistaggi che rendono le trattative di difficile individuazione e che sottopongono gli addetti ai lavori al rischio calcolato di “brutte figure”. In realtà è il fantastico mondo del calciomercato, nel quale si raccontano trattative abbozzate o portate avanti, ma che sino alla firma non possono definirsi ufficiali.

Però c’è chi storce il naso perché Suarez, piuttosto che Dzeko, sarebbero stati meglio e più funzionali al progetto di calcio che ha in mente Pirlo. Ed è fantastico leggere di gente che ne sa più dell’allenatore stesso. È legittimo che tecnicamente Morata possa non piacere, sarà il campo a sentenziare la bontà dell’operazione dal punto di vista sportivo, ma economicamente Paratici e la Juventus hanno compiuto un capolavoro.

Esborso economico contenuto, dato il prestito oneroso rinnovabile al secondo anno e diritto di riscatto, giocatore che si riduce l’ingaggio di un paio di milioni pur di tornare alla Juventus e società che potrà usufruire del decreto crescita risparmiando così diversi milioni rispetto ai 16 che avrebbe dovuto corrispondere alla Roma e ai 7,5 al giocatore per due anni.

Il mondo è bello perché vario o, se preferite, avariato. Di certo c’è gente ingrata ed altra inna.Morata…

FONTE: IL BLOG DI LUCA GRAMELLINI

https://www.lucagramellini.com/gente-ingrata-e-gente-inna-morata/

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