Siamo alle solite, il tifo Juve non riesce a godere della vittoria che porta a +11 perchè preoccupati della ennesima occasione mancata per vincere-convincere-divertire.
Anche alla sottoscritta piacerebbe vincere ogni partita 5 a 0 rigorosamente con 2 goal nei primi 15 minuti, ma non si può o meglio non si riesce e vi spiego perchè.
Molto semplice ci sono gli avversari, a differenza della vulgata juventina secondo cui la Juve planetaria di Allegri dovrebbe utilizzare il campionato per spumeggiare in vista degli impegni europei più probanti.
Un conto è non avere avversari l’altro è essere superiori e la Juve lo è certamente, proprio per questo i rivali mettono in campo sempre quel qualcosa in più.
Questo concetto (il controscansopoli) è condiviso dai tifosi bianconeri sebbene dimenticato ogni qualvolta la squadra fatica a portare a casa i 3 punti; poi si offendono se dai loro degli snob “a noi che siamo quelli del #finoallafine, a noi che a Perugia, a noi che in Europa non c’è il VAR, a noi che i mulini a vento esistono”.
Ragazzi e ragazze la Juve non è play station e il calcio non è Lebron James che fa il coast to coast.
Il calcio è come la scherma accettare gestire e infilzare o una cosa simile, da sempre e nei secoli secoli amen.
Il calcio è anche e soprattutto LazioJuve, quello del tifoso bianconero col joystyck in mano è purtroppo raro, come lo è raro in Spagna in Inghilterra in Germania salvo in Francia dove vorremmo dominare le partite come il PSG ma non accettiamo un campionato così poco combattuto. Poi le mogli vi fanno le corna.
La Juve di ieri, ancora imballata e mal disposta in campo (Allegri con Emre Can) non ha sbragato riuscendo a gestire lo svantaggio minimo nel contempo compattarsi per pungere poi infilzare e infine decapitare l’avversario in serata da over performance, rea però di non essersi saziata con un solo cicoccolatino.
Ergo la Vecchia Signora ha dimostrato di avere la testa sempre ben piantata sulle spalle.
Allegri sa che la sua squadra, nonostante sia imbottita di giocatori forti, ha un equilibrio sottile per cui si deve affidare sempre alla stabilità di governo per contenere l’avversario e batterlo per sfiancamento.
Allegri lo ha imparato nella finale di Berlino e pure in quella di Cardiff, perchè si fottano i tifosi lagnosi del mancato bel gioco proattivo, perchè non vuole più fotterli con le finali perse.
Si può pretendere di più? Certo e la via è l’allegriano mantra “giohare di tenniha” che non significa fare le foche ma gestire il gioco tramite una circolazione palla più fluida a servizio di una squadra già stabile.
Nota a margine: il calcio è episodico, infatti la Lazio ha segnato su autorete. Buona giornata.
(Laura Corrente)
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