Nato coi manga, illustro pensando ai magici, ritornati anni Ottanta
Intervista a Dario “Inkhand” BELLINATO di Furio Detti
Bologna, 08/02/20 – NerdShow
Per Radio Meglio di Niente intervistiamo Dario BELLINATO, illustratore, ma non fumettista…
DB – No.
RMDN – Abbiamo intervistato ai festival dedicati ai comics e al fantasy sempre fumettisti, quasi mai illustratori. Vuoi dirci cosa ti ha spinto a dedicarti a questa branca molto specifica dell’arte figurativa?
DB – Innanzi tutto grazie per la possibilità e l’intervista. Sono un autore padovano, mi sono formato all’Accademia di Belle Arti di Venezia, e mi ha sempre affascinato la possibilità di creare una “narrazione” utilizzando una singola immagine. Raccontare qualcosa col fascino particolare che sta dietro la realizzazione di una sola illustrazione. Anzi, lascio sempre ai miei fruitori il compito di dirmi che storia vedono dietro i miei tratti.
RMDN – Leggevi libri illustrati da bambino?
DB – No. Il mio interesse è nato intorno alla tarda adolescenza, come molti miei coetanei coi fumetti manga. Io stesso a quell’epoca ho tentato di diventare un mangaka, ma senza successo. L’estetica dei fumetti e dei cartoni giapponesi l’ha fatta da padrona al 100% nel mio immaginario…
RMDN – Si vede!
DB – Grazie! Esaurita la mia esperienza manga [ridiamo], un poco più tardi, alla fine delle Superiori e intorno ai 20 anni ho scoperto l’illustrazione. Da lì è stato colpo di fulmine!
RMDN – Illustratori di riferimento al tuo esordio come illustratore?
DB – Mamma mia! Una lista infinita; dovendo scegliere: l’arte di Miyazaki,l’italiano Lorenzo Ceccotti – grandissimo illustratore e fumettista – e il mercato francese, con Amelie Fléchais, illustratrice per l’infanzia e Rébecca Dautremer. Questi sono i grandi nomi ai quali mi ispiro tantissimo.
RMDN – Che peso hanno nella tua routine lavorativa le commission e la produzione autonoma?
DB – Commission poche, per ora più rare. Mi dedico soprattutto alle mie opere. Faccio quello che mi sento al momento. Per un’illustrazione, dettagliata e colorata, mi servono due-tre giorni di lavoro, sperando che il soggetto che realizzo possa piacere, alle fiere come questa per esempio.
RMDN – Tecniche e media preferiti? Analogico o digitale?
DB – All’inizio analogico, bianco e nero, da qui il nome d’arte che mi sono scelto “Mano d’Inchiostro”. Poi ho scoperto il colore, con Pantoni e marker, quindi il digitale con la tavoletta grafica. Ora il digitale non lo mollo più!
RMDN -Che vantaggi ha il digitale rispetto all’analogico?
DB – Secondo me, oltre alla facilità con cui puoi effettuare variazioni sul tema, per arrivare alla resa finale, provando differenti soluzioni, sono premianti i dettagli che puoi ottenere con le textures e altri effetti, che sarebbero molto onerosi da riprodurre analogicamente in termini di tempo. Io, oltretutto, non ne sarei capace pienamente, come per esempio mi accade con gli acquarelli, che gestisco molto meglio in digitale. Se mi metti in mano dei veri acquarelli… io… lasciamo perdere!
RMDN – Come nasce una tua illustrazione, da cosa? Una scena, un personaggio, una composizione più astratta?
DB – Allora, il processo è molto vario. A volte mi viene per caso un’idea che abbozzo a matita e poi scansiono per poterla lavorare. Poi passo ai colori e all’inchiostrazione di base – sempre in digitale; altre volte ho un filo conduttore che nasce dai personaggi, l’arciere che vedi è una di tre sorelle, quindi per queste opere mi sono basato sulla situazione; spesso cerco anche di lasciare poco sfondo, o del bianco, per far risaltare il soggetto in primo piano. Il mio lavoro cambia quindi a seconda di quello che devo rappresentare.
RMDN – A livello di mercato e conoscenze, quanto tempo dedichi alla promozione, autopromozione e quanto è importante farsi conoscere e come?
DB – Ci dedico il 100% del tempo, credo che i social siano fantastici per farsi conoscere, ma non sono a costo zero, a partire dal tempo. Ci vuole un mucchio di tempo per affermarsi e promuoversi.
RDMN – Il tempo è il vero problema…
DB – Esatto. Se pubblichi bozzetti, lavori e materiale, non puoi produrne. Se lo stai realizzando non sei dietro il tuo profilo social, devo scegliere e organizzarmi. Ce la faccio ma è dura. Bisognerebbe sempre pubblicare, si fa quel che si può, poi dall’altra parte dovremmo pensare che seun artista non pubblica sul web sta lavorando! No?
RMDN – Le ultime tre domande. Se tu dovessi scegliere di illustrare una storia altrui, da dove partiresti?
DB – Bella domanda, questa qui. Sicuramente, oltre all’idea originale, mi piace molto l’idea di mondi fantastici inventati, anche una storia di ambientazione non giapponese, ma preferirei un personaggio catapultato in un altra realtà. Ho avuto l’occasione di illustrare una storia non mia, il racconto *12 Dicembre*, scritto da Manola Tegon, oltretutto da una storia molto personale, da cui abbiamo realizzato un libretto.
RMDN – Perché non ha funzionato la tua esperienza manga? Ora che sei cresciuto…
DB – [Ride] Perché da piccoli si crede che il tratto nipponico sia più facile da realizzare. In realtà si scopre che c’è tutto un mondo dietro particolare. I veri nomi sono davvero pochi…
RMDN – Ad esempio?
DB – Kishimoto, per me, o Toriyama. E Go Nagai coi robottoni degli anni ’80 oltretutto ritornati di moda.
RMDN – Ti sarà successo sicuramente. Come a tutti i creatori e creativi: termini un lavoro che tiha impegnato sodo, lo guardi e dici: “Caspita, però è roba già vista, l’hanno già fatto”. Come superi questo momento? Come lo combatti?
DB – Ah sì, succede tante di quelle volte, a tutti noi; beh è comunque un ottimo allenamento. Si va avanti. Si impara anche lavorando inconsciamente su cose che poi ti rendi conto di aver visto altrove. Devi comunque terminare un lavoro, il tempo che ci hai impiegato ti ripaga alla fine. Se l’idea non sembra poi in fondo così originale, pazienza, devi disegnare, disegnare, disegnare e continuare a migliorarti.
RMDN – Allora sempre avanti e complimenti. In bocca al lupo per il NerdShow e il resto.
DB- Grazie, grazie davvero.