Molto spesso quando pensiamo o parliamo di calcio ci riempiamo gli occhi e la bocca pensando alle gesta di fenomeni assoluti come Ibrahimovic, Ronaldo o Messi. Ma il calcio è un gioco di squadra e per vincere le battaglie sul campo servono generali e soldati. Io ho avuto il piacere e l’onore di raggiungere telefonicamente il “Soldatino” per eccellenza, Angelo Di Livio, che ringrazio pubblicamente per questa intervista esclusiva.
“Sì eccomi qua e buongiorno innanzitutto. Questo soprannome nacque nel 1993 quando, da poco arrivato alla Juventus, Roberto Baggio vedendomi correre mi disse che che avevo il modo di correre tipico di un soldatino e così da allora mi porto dietro questo soprannome. Questa è un po’ nella sostanza la storia del soldatino che devo a Baggio e agli anni alla Juventus“.
“Beh rimpianti ora no, però è chiaro che tanti anni fa il calcio era anche diverso e per far giocare un giovane dovevi essere veramente un fenomeno. A quei tempi c’era una mentalità completamente differente ma rimpianti non ne ho perché ho fatto la mia carriera, la mia bellissima carriera (lo sottolinea orgoglioso), e quindi sono felice e contento per quello che fatto e che il calcio mi ha dato“.
“L’emozione di arrivare in club come la Juve è un qualcosa di straordinario a qualsiasi età. Poi la sensazione che provai è quella che può davvero succedere di tutto a qualsiasi età e questo può essere portato come esempio per tanti giovani o per tanti, che comunque in un’età avanzata, non sono ancora riusciti ad approdare in Serie A e in una frazione di secondo ti può cambiare la vita“.
“Sono molto legato al grande Trap e di aneddoti ce ne sarebbero diversi. Uno di quelli che comunque ricordo sempre volentieri fu quando poco prima del mio esordio in Serie A mi disse: “Stai tranquillo, stai sereno, gioca come sai e vedrai che verrà tutto di conseguenza” e fu esattamente così. Parole che possono sembrare banali ma che dette dal grande Trap ebbero l’effetto voluto“.
“Parliamo sicuramente di due grandi allenatori, due che sanno preparare nel miglior modo possibile le partite. Come detto prima sono molto legato al Trap perché con lui ho esordito in Serie A, poi però con Lippi aprimmo un ciclo vincente e straordinario del quale ancora oggi tutti ne parlano con grande entusiasmo“.
“Guarda, tutti e tre possono essere racchiusi nella parola genio perché sono stati tre giocatori fenomenali nella tecnica individuale, nella fantasia, nel loro modo unico di accarezzare la palla, nell’intelligenza calcistica e quindi posso ritenermi veramente fortunato per aver giocato con tre giocatori di così assoluta qualità“.
“Certamente il primo scudetto e la conquista della Coppa Campioni sono sensazioni ed emozioni che mi porterò sempre dentro perché furono le prime grandi vittorie della mia carriera. Però poi non dimentico nessun altro di quelli che hai citato tu perché vincere è sempre bello e quando ti abitui a farlo ogni vittoria ti regala grandi emozioni“.
“Io credo che la parola gregario non debba offendere nessuno perché è una qualità straordinaria in un calciatore. E’ chiaro che in un team non ci possono essere tutti geometri, ma ci devono essere anche gli operai e come hai detto bene tu, quella Juve era molto completa, c’era di tutto, il giusto mix di gregari e campioni, una squadra costruita e amalgamata alla perfezione. La Juventus attuale è forse un po’ troppo leziosa, molto tecnica ma con pochi giocatori di fatica e infatti si sono viste, soprattutto quest’anno, le difficoltà quando non hai questo tipo di giocatori. Parliamo comunque di una grande squadra sia chiaro“.
“Dalla società fui accolto benissimo. Da parte dei tifosi è chiaro che inizialmente ci furono le solite perplessità tipiche del tifoso. Quando vieni dalla Juve sei sempre visto, non dico in malo modo, non voglio esagerare, però c’è sempre quell’antipatia momentanea, quell’astio verso quei colori da parte dei tifosi viola. Poi però se se uno fa il suo lavoro, va in campo e si impegna dando tutto per quella maglia vieni apprezzato, infatti mi bastò pochissimo per cambiare tutto e diventare in ultimo anche uno degli idoli importanti di Firenze. Per me quella fu una bellissima scommessa perché arrivai a giocare i preliminari di Champions League e successivamente mi ritrovai a giocare in C2 e ti puoi immaginare quello che dovetti passare. Le sensazioni positive, l’attaccamento alla maglia, tutte le mie qualità che mi hanno portato a raggiungere il grande calcio“.
“Il percorso si è interrotto perché volevo prendere tutti i patentini, ci sono riuscito e come spesso accade è successo che non ho mai ricominciato. Lavorare con i giovani è sempre stata la mia qualità, mi è sempre piaciuto ed infatti provai questa esperienza per cercare di avere anche una carriera da allenatore, ma poi mi sono interrotto“.
“Ci vuole passione, io credo che la qualità più importante sia la passione, la voglia di migliorarsi sempre. Questa è una qualità che devono avere tutti perché, come tu prima hai ricordato l’età nella quale io arrivai in Serie A, così a me piace sottolineare un altro esempio straordinario che è quello di Moreno Torricelli il quale veniva dall’Interregionale da una squadra sconosciuta e si ritrovò di colpo a giocare in pochi mesi nel club più ambizioso: la Juventus. Queste sono situazioni da fare emergere per chi ha qualità e in questo momento non si sente soddisfatto della propria carriera“.
“Penso che siano tutte stupidaggini. Per me il fisico può esser sì importante per un difensore, ma non per un centrocampista o un attaccante. Nel calcio più sei veloce e più sei reattivo, più fai la differenza secondo me. Non a caso il più forte in assoluto si chiama Lionel Messi che è alto 1,65 mt più o meno. Penso poi ad Insigne o a Verratti, insomma ci sono tanti esempi di giocatori non altissimi che sono arrivati ad altissimi livelli. E’ vero quello che dici tu, il fisico fa la differenza e le società ci guardano, però a mio avviso non è così, per me conta di più la testa“.
“Beh… a me piace molto Florenzi anche se non gioca più in Serie A, mi piace molto Cuadrado, mi piace molto Lazzari della Lazio. Forse hanno anche altre caratteristiche, ma qualcosa del Di Livio di allora ci può essere. Io ero un giocatore che copriva tutta la fascia, tatticamente ero molto intelligente e quindi ti ho fatto questi tre nomi che a mio avviso racchiudono un po’ quello che mi hai chiesto“.
“Sì ce ne sono tanti. E’ chiaro che l’Europeo perso in Belgio e Olanda in finale con la Francia in quella maniera a pochi secondi dalla fine è una ferita che difficilmente si riuscirà a guarire. Quella vittoria era quasi nostra, purtroppo c’è stato quell’episodio nel quale a venti secondi dalla fine ci pareggiarono e la vittoria ci scappò via. Il rammarico più grande è quello di non aver mai vinto un trofeo con la Nazionale“.
“Il campionato secondo me lo rivincerà ancora la Juve anche se quest’anno ha fatto un po’ di fatica mentre la Champions… (pausa di riflessione) bella domanda. Per la Champions ci sono 4/5 squadre secondo me all’altezza della situazione. Il Real è una squadra sempre molto forte, il Barcellona non lo puoi mai sottovalutare, però se dovessi scegliere forse direi Paris Saint Germain quest’anno. E’ vero che non arriva mai in fondo e vedremo dopo il Covid come riuscirà ad imporsi in Europa visto che la Ligue 1 è ferma, però dico PSG. E’ chiaro che con il cuore dico Juve“.
“E’ stato un piacere sono io che ringrazio te“.
FONTE: IL BLOG DI LUCA GRAMELLINI
Il contenuto della presente intervista è soggetto a copyright. Qualsiasi utilizzo senza autorizzazione e citazione della fonte è perseguibile ai fini della legge.
LELE SARALLO SABATO 23 NOVEMBRE DEBUTTA A TEATRO CON “SCUSATE IL RITARDO” in scena al Teatro…
IL VIAGGIO SACRO E TERRENO DI UN UOMO IN BILICO TRA FEDE E TENTAZIONI Il…
LA VERITÀ COME RIFLESSO DI UNA DOPPIA PERSONALITÀ Il nuovo singolo intitolato “The Truth In…
“VERBO” il nuovo EP della band MONOLITE su tutte le piattaforme dal 15 Novembre …
PATRIZIA PETRUCCIONE - RICCARDO AICARDI IN LIBRERIA E NEGLI STORE DIGITALI IL NUOVO ROMANZO NOIR…