Ho ascoltato: Itaca
Artista: Sasha Torrisi
recensione di Carlo Amedeo Coletta
Sono triste in questo periodo. Certo non è un momento di quelli da ricordare come uno dei migliori mai vissuto. E come dice il mio cardiologo, che saluto e ringrazio per l’ottimismo, qualsiasi tipo di ansia, stress o pensiero si ripercuote sul cuore. Bene. Capite bene che la mia ipocondria innata, a questo punto, mi obblighi a continuare ad avere un cardiologo. Credo sia una strategia di business. Quella del cardiologo, dico.
Tra un battito e l’altro, un’extrasistole e l’altra, ci dovrà pur essere qualcosa che tenga in alto spirito e umore, no? Non so cosa sia per voi ma, per me, la musica e i libri hanno questo effetto benefico e questa settimana, come cura ricostituente, mi sono sparato l’ultimo EP di Sasha Torrisi intitolato ITACA.
Avete presente Itaca? Nella mitologia, era l’isola di Ulisse e, si sa, Ulisse è stato un bel vagabondo. Il suo viaggio per tornare a casa durò un decennio o giù di lì, con quella povera donna di Penelope che lavorava ai ferri una coperta. Non vi sto a raccontare tutta la storia, la conoscete sicuramente. Il punto centrale è il viaggio. E l’EP di Sasha Torrisi è sicuramente un viaggio.
Il primo a partire e, chissà, forse ad arrivare è l’autore. E il viaggio, incorniciato dalla polvere di treni in corsa o da lenzuola ancora fresche di amore, è un percorso turbolento nel suo cuore, nella sua anima, nelle valutazioni della sua vita. E come in tutte le sintesi, ci sono pennellate di amarezza, eccessi di passione, tanta rabbia e voglia di rivalsa. Ed è il cuore, naturalmente, la nave da crociera che trasporta il nostro viaggiatore.
Poi c’è il viaggio di chi lo ascolta. E credo che la direzione della mente dipenda dallo stato d’animo. Come detto, sono triste in questo periodo. Caricato dalle note rock di Sasha Torrisi, mi viene semplice salire la biscaggina della sua nave da crociera e guardare assieme a lui l’orizzonte, credo con la stessa rabbia. Ah, per chi non lo sapesse, la biscaggina è una scala di corda che si usa sulle navi. Il mio passato torna sempre utile nei viaggi mentali.
Veniamo a Itaca, l’EP di cui vi ho accennato. La musica è forte. Piacevolmente costruita non solo per accompagnare ma, credo, soprattutto per spingere. Ha un bel ritmo, arrangiamenti puliti e completi. Forte insomma.
E Sasha sa cantare. E sa scrivere. Sasha non è uno sprovveduto. Non è un naufrago nel mare che circonda Itaca. Di sicuro le correnti lo hanno portato a vagare in molti luoghi e per molto tempo, ma siamo di fronte a un marinaio navigato, un lupo di mare che, malgrado la rotta non sia ben tracciata, sa come evitare gli scogli. Forse le sirene ancora lo distraggono e ingannano con i loro canti lontani, ma il timone sembra in buone mani. E viaggiare con lui è un piacere, anche se si è tristi. O forse perchè si è tristi, non saprei.
Dai, mettetevi sull’attenti, salutate la bandiera e camminate sulla passerella della nave. Unitevi a Sasha in questo viaggio. Scegliete voi la meta ma che sia nella zona del vostro cuore. Credo che Itaca, alla fin fine, sia lì per tutti.
A presto allora e, buon ascolto
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IL BRANO ITACA che da il titolo all’EP