La sostituzione di mercoledì 6/11 in quel di Moscaaveva aperto nuovo possibili scenari, prontamente verificatisi la domenica seguente con il cambio all’Allianz Stadium in favore di un più pimpante e incisivo Paulo Dybala, nel corso di Juventus-Milan.
Cristiano Ronaldo, poco avvezzo ai cambi, non l’aveva presa benissimo e la sua uscita dal campo prima e dallo stadio a 3′ dalla fine del match poi, non erano passate affatto inosservate. Si sono spesi fiumi d’inchiostro e di fiato per raccontare l’accaduto e domandarci quale sarebbe stato l’atteggiamento della Juventus in merito.
Dal ritiro della Nazionale portoghese l’asso di Madeira aveva rincarato la dose sottolineando il suo ottimo stato di salute poco prima della tripletta rifilata alla Lituania. Le cose sembravano non deporre particolarmente a favore di una sana gestione del “caso Ronaldo” soprattutto dopo il gol numero 99 in nazionale, questa volta ai danni del Lussemburgo.
Ma a sorpresa, nemmeno troppo se si conosce la capacità gestionale del club bianconero, sulla carta stampata del giorno seguente la sfida valida per le qualificazioni ai prossimi Europei del 2020, ecco CR7 spendere parole al miele verso la gestione dei cambi del suo allenatore di club. “Non stavo bene ed anche se non amo essere sostituito è un periodo che alla Juve non ero al meglio ma ho provato ad aiutarla ugualmente“.
Dichiarazioni in evidente contrasto con quelle di appena tre giorni prima. Tre giorni nei quali la capacità di un grande club come la Juventus è emersa in tutta la sua efficacia. Senza rumore, senza clamori e senza doversi esporre pubblicamente alimentando ulteriori inutili polemiche.
Ronaldo, che prossimamente offrirà una cena a tutta la squadra quale “penitenza”, ha così chiuso il caso e chiesto formalmente scusa attraverso l’imprinting societario magistralmente coordinato, lo immaginiamo nel caso specifico, dall’intervento diretto del Presidente Andrea Agnelli in persona.
Per buona pace delle male lingue i panni sporchi si lavano in casa e se si sbaglia, Ronaldo ha certamente sbagliato, si rimedia con la classe e la capacità che da sempre contraddistinguono la società bianconera.
A tutti coloro i quali i conti non tornano (mi riferisco evidentemente agli invidiosi) li invito a seguire le lezioni che la University of Communication tiene costantemente ogni qualvolta un proprio tesserato è invitato a parlare.
Pensate solo al Maurizio Sarri il giorno della conferenza in Cina quando parlò degli esuberi (male, molto male quell’uscita) e pensate al Maurizio Sarri in giacca e cravatta, nell’immediato post partita di Juventus-Milan, sulla gestione del “caso Ronaldo”.
Gli esami non finiscono mai ma alla J-University si impara in fretta ed ora testa a Bergamo perché con l’Atalanta sarà durissima e lì servirà la miglior comunicazione anche sul rettangolo di gioco.
FONTE: IL BLOG DI LUCA GRAMELLINI
https://lgramellini.altervista.org/juventus-prima-anche-nella-comunicazione/
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