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Juventus, Sarri ai microfoni:”la società mi ha stupito”

Divenuto allenatore bianconero questa domenica, poche ore fa Maurizio Sarri è intervenuto ai microfoni nella conferenza stampa di presentazione, accompagnato da Fabio Paratici. Ovviamente non sono mancate le domande scomode, quelle che tutti si aspettavano, ma il neo mister non è mai andato in difficoltà e ha risposto ad ogni domanda con pacatezza, inserendo quache battuta, che a lui non manca mai.
Il primo ad essere intervenuto è stato il ds Paratici:”i tempi della trattativa sono stati lunghi perchè c’era un’intera società da rispettare, oltre alle questioni burocratiche. Colgo l’occasione per ringraziare il Chelsea che ci ha mostrato molta disponibilità.”
Sarri: “al Napoli ho fatto tre anni bellissimi in cui ho dato il 110%, come in tutte le altre squadre che ho allenato. Nell’ultimo periodo ho avuto il dubbio se continuare o meno perché mi pareva fosse arrivato il momento giusto per separarci. Il dubbio poi mi è stato tolto dalla società che ha ingaggiato Ancelotti. L’anno scorso ho deciso di allenare all’estero per non passare direttamente ad un’altra squadra italiana e questo è stato un grandissimo gesto di rispetto, avendo anche dovuto trasferire un’intera famiglia fuori Italia. Già nella seconda metà di stagione sentivo la nostalgia dell’Italia e la Juventus, che è anche la miglior squadra italiana, mi ha offerto la possibilità di tornare e ho accettato.”
Sulla scelta di allenare la Juventus:”non ho mai visto, in tutta la mia carriera, tanta determinazione nel prendere un allenatore, è per questo che ho deciso di venire qui. La società è stata brava a convincermi, per gli atteggiamenti che ha avuto, perchè mi ha dimostrato che mi voleva fortemente. Appena ho ricevuto la chiamata della società ho provato sensazioni forti.”
Sul confronto tra Serie A e Premier League: “parlando di cultura l’Italia è indietro di 30-40 anni rispetto al resto dell’Europa. In Inghilterra ti giri e vedi gli spalti pieni di bambini, perciò il clima è sicuramente diverso. Qua per migliorare ci vorrà del tempo. Per quanto riguarda il gioco, invece, sono molto fiducioso, perchè in Italia ci sono bravi allenatori e altri ne stanno nascendo, come Conte, Fonseca, De Zerbi, Giampaolo ecc…”
“Se sarò giudicato in base ai risultati in Champions? Io mi aspetto di alzarmi ogni mattina e studiare il modo per vincere le partite. Vincere è sempre più difficile, non è dovuto aspettarsi la vittoria. Poi é ovvio che in Italia la questione si fa più facile e la Juventus ha l’obbligo di vincere. In Europa invece, dobbiamo essere consapevoli che ci sono altre 8-9 squadre allo stesso livello della Juventus e che il coefficiente di difficoltà è mostruoso.”
Per quanto riguarda il modulo: “io penso che in ogni squadra si debbano individuare i 2-3 giocatori con più qualità e che possano fare la differenza. Il secondo passo poi è confrontarsi con loro. Il terzo è mettere la squadra in condizioni di esaltare al meglio le loro caratteristiche. Quando parlo di giocatori che possono fare la differenza mi riferisco al reparto offensivo.”
Sul percorso da allenatore: “la mia carriera è stata lunga e tortuosa, e passo dopo passo sono arrivato ad allenare la miglior squadra d’Italia, penso nel rispetto di tutti. Ho cominciato allenando squadre in C2, poi C1, B, Serie A, poi Chelsea e adesso Juventus, di conseguenza mi sono anche ritrovato ad allenare giocatori man mano più forti, fino ad arrivare al top che è Ronaldo, ed allenarlo per me è un’emozione. Sarebbe fantastico se, tra tutti i record che ha battuto, ne facesse qualche altro e io lo avessi aiutato nel battere quel record.”
Sulle parole contro la Juventus al Napoli:”per 3 anni ho allenato una squadra che aveva come obiettivo quello di battere la Juventus e vincere lo scudetto. Ho dato il 110% anche fuori dal campo, immedesimandomi quindi appieno nello spirito napoletano, per mettermi contro la Juventus che era la squadra più forte d’Italia e la squadra da battere. Ho dato tutto me stesso, ma non ci sono riuscito. Ho fatto alcune uscite di cui mi pento, ma adesso quell’esperienza è finita e la mia professionalità mi porterà a dare tutto per questi colori.”
Nel mezzo anche una domanda per Fabio Paratici: “il motivo per cui abbiamo deciso di prendere Sarri non é il gioco. Maurizio in questo momento ci è sembrato l’allenatore giusto per la Juventus, come 5 anni fa lo era Allegri, come 8 anni fa lo era Conte.”
Sarri: “Cosa mi è piaciuto in questi due giorni di Juventus? Ho visto una squadra molto compatta e mi ha fatto piacere perchè per me conta molto l’aspetto umano. Inoltre ho notato un gruppo forte per mentalità e determinazione.”
Sullo scetticismo dei tifosi: “arrivo con scetticismo come ho fatto nelle altre squadre. All’Empoli perchè venivo dalla Serie B, al Napoli perchè venivo da Empoli, al Chelsea perchè in Italia non avevo vinto niente e adesso anche qua arrivo con scetticismo. Per me la risposta a questo è solo una: vincere e convincere, fare divertire e far risultato.”
Una domanda su Dybala e CR7: “giocatori con le loro caratteristiche possono giocare in tutti i ruoli nel reparto offensivo. Quello che può cambiare è l’interpretazione del ruolo, in base ai loro punti di forza, ma possono militare in ogni ruolo.”
Sul bel gioco e il risultato: “l’obiettivo di divertire in campo non è antitetico al risultato. Se diverti crei entusiamo, che è determinante nel dare quella spinta in più che poi può anche portare al risultato.”
“Al Napoli avevo dei giocatori più propensi al gioco di squadra e che quindi facevano girare la palla più fluidamente, potevo permettermi di far giocare la squadra con 2-3 tocchi alla volta. Al Chelsea invece, avevo 3-4 giocatori più individuali e ho dovuto adattarmi. La filosofia di gioco rimane la stessa, ma devi avere la capacità mentale di adattarla ai giocatori che hai a disposizione.”
“Bisogna partire dai giocatori talentuosi, come per esempio Dybala, Ronaldo, Douglas Costa e crearci una squadra attorno. Ascolterò tantissimo la società, che ha passato più tempo con i giocatori e li conosce sicuramente meglio di me. Sarebbe presuntuoso cercare di prevalere in un argomento dove l’altro ne sa più di te.”
Su Allegri:”Massimiliano lascia un’eredità pesantissima, perchè ha vinto tanto. Mi piacerebbe vedere nella squadra la capacità di gestire i momenti di difficoltà con la lucidità che ha avuto lui.”
Tornando sul modulo e sul gioco: “la definizione di integralista mi sembra esagerata, negli ultimi anni ho sempre iniziato con un modulo e finito con un altro. Non so cosa sia il “Sarrismo”, l’ho letto sulla Treccani ma io sono sempre stato così. Ho cambiato decisioni grazie alla mia esperienza, ma rimanendo sempre fedele al mio concetto di gioco.”
“Come mi aspetto l’atmosfera al San Paolo? So solo una cosa, se mi applaudono, sarà manifestazione d’amore, se mi fischiano, sarà manifestazione d’amore. Uscirò comunque dal San Paolo con quella convinzione. Su come sia finita a Napoli penso di avere una parte della colpa, non tutta. È stata comunque un’esperienza bellissima perchè allenare la squadra per cui si tifa da bambino penso sia il sogno di tutti e per questo ringrazio molto il presidente De Laurentiis, con cui ho un buon rapporto.”
Sulle polemiche da lui esposte ai tempi del Napoli:”certe cose le ho dette, su certe ho sbagliato, ma ne ho letta una sulle maglie a strisce: l’episodio era riferito a un Empoli-Milan, quindi non c’era nessun riferimento alla Juve (ride). Sul dito medio ho sbagliato, ma ripeto che non era rivolto alla tifoseria, ma ad un gruppo di 15-20 stupidi che ci insultavano e sputavano e che io non ritengo tifosi della Juventus.”
Una domanda su Bernardeschi: “Federico é un giocatore che mi piace ma è noto, spesi già delle belle parole per lui quando era alla Fiorentina. Deve essere più continuativo e impararsi a giocare solo in un ruolo.”
In fine una domanda a Paratici su Pogba e Rabiot: “sono tutti e due dei bravi giocatori, con Pogba abbiamo passato dei bei momenti e gli vogliamo bene, ma è un giocatore del Man Utd. Su Rabiot siamo in corsa così come molte altre squadre e alla fine si vedrà.”
Termina la conferenza con una foto dei due interpellati insieme al presidente Andrea Agnelli e al vice-presidente Pavel Nedved.

(Giovanni Giglio)

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