Lo guardo e taccio.
Mi guarda e tace
l’oleandro rosso.
Non ha minuti nel suo orologio.
La sua forma ricama
il cavo della mia mano.
Non ha altro suono
che il mio respiro
inesorabile.
Silenzio. Immobile.
Geometrie discrete,
continue io e lui.
Solo frazioni di secondi.
Piccolo infinito.
E’ furioso con me stamane,
sa che devo partire
non potrò più vederlo
né all’alba
né al tramonto.
Non vuol lasciarmi andare,
ha bisogno del mio sguardo
in tralice.
Ma forse non è poi
così importante la sua opinione.
Lascerò detto che lo cambino di vaso
quando me ne sarò andata.
Lo cambino.
Un cambio,
qualcosa cambia…
me
Domani deponetelo
su di me.
da Lucia Triolo “Metafisiche rallentate” Biblioteca Edizioni 2018
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