A cura di Riccardo Gramazio_Ricky Rage
Le falene non mi stanno particolarmente simpatiche, anzi, mi infastidiscono e non poco. Appartengono alla stesso ordine, quello dei lepidotteri, delle farfalle, ma hanno caratteristiche molto differenti. Sono bestioline notturne e bruttine, lo sapete anche voi. In più, pare non vadano per nulla d’accordo con la superstizione del popolo, che per molto tempo ha ripudiato la loro presenza. Cattivo presagio, sfiga e via dicendo.
Sì, tutte cazzate! Ora che ci penso, c’è anche quella dannata storia, quella del fottuto Uomo Falena che, tra il 1966 e il 1967, avrebbe preso forma e, soprattutto, profetizzato chissà quale tragedia in Virginia e in Ohio. Il crollo del Silver Bridge è l’evento peggiore, disastro che costò la vita a quarantasei persone. The Mothman, per l’appunto: una schifezza antropomorfa enorme, occhi rossi e ipnotizzanti, velocità supersonica e apertura alare di tre metri. Per giunta abbiamo anche il dossier di John Keel del 1975 e The Mothman Prophecies – Voci dall’ombra, il relativo film del 2002 diretto da Mark Pellington e con protagonista Richard Gere. Falene, quindi, sempre attratte dalle fonti di luce artificiali dei nostri appartamenti, colorate di nulla e con quelle orribili antenne.
Ok, forse sto esagerando con l’intro: cosa c’entrano le falene con il rock and roll e con questa mia bella rubrica?
Bisognerebbe chiederlo ad Axl Rose…
Veniamo allora al punto. I Guns n’Roses si stanno concedendo una piccola pausa dallo Use Your Illusion Tour, la tournèe più lunga del rock (le date in giro per il mondo saranno alla fine quasi duecento, dal gennaio 1991 al luglio del 1993), e la rockstar si trova con un paio di collaboratori nella sua casa di Malibù. Ha bisogno di riposo, di molto riposo, per smaltire le fatiche dei viaggi e dei concerti. Già, ma come può rilassarsi con quella piccola bastarda inflitrata? La falena è nei pressi del lampadario della sala da pranzo e non sembra intenzionata a lasciar la casa.
Nonostante gli sforzi di Craig Duswalt, l’assistente personale del cantante, l’insetto non ne vuole sapere.
Axl Rose perde allora la pazienza, chede a Duswalt di non perdere di vista l’animaletto e corre al piano di sopra. Torna un attimo dopo, tra le braccia stringe qualcosa di molto simile a un fucile da caccia. Duswalt comprende la situazione e prova a spiegare al cantante che esistono modi meno estremi per sbarazzarsi di un insetto. In fondo lui è lì per assicurarsi che l’artista non faccia casini come sempre. Axl Rose non vuole però sentire ragioni, si sdraia a terra sotto una sedia, ordina al manager di allontanare la falena dal suo bel lampadario e, quando quest’ultima finalmente decide di spostarsi verso l’angolo del muro…
Riposa in pace, bastarda fastidiosa! Non importa il buco nel muro, ciò che conta e che tu sia stata abbattuta.
Le falene non mi stanno particolarmente simpatiche, lo ripeto, ma difficilmente proverei a fucilarne una. Chiaro, non sono Axl Rose! Aneddoti e decine di altre storie del periodo sono contenute in Welcome To My Jungle, libro scritto dallo stesso Craig Duswalt.
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