A cura di Carla Murialdo
È il primo libro che leggo di questo autore; il suo personaggio, il commissario Marco Manente è
abbastanza anomalo. Ambientato a Venezia, interpretato molto bene dal lettore audibile;
finalmente un accento giusto e non forzato. Sulle calle veneziane scompaiono inspiegabilmente
dei bambini, le indagini fanno pensare al peggio ed è veramente il peggio quello che succede. È la
prima volta che una storia riesce a colpirmi così forte con un finale totalmente inaspettato. Ho
consultato le recensioni di altri lettori in merito a “La laguna delle nebbie” e sembrerebbe non
essere il migliore di questo scrittore; mi propongo di approfondire questo aspetto. Sicuramente è
un libro forte per stomaci forti; ti invoglia a finirlo e incuriosisce molto perché la storia è talmente
surreale che il lettore si augura che non possa esistere nella realtà .
Una nebbia densa e impenetrabile invade il dedalo delle calli e dei campi veneziani e tra le
allegre carnevalate del rigido inverno la città nasconde il peggio di sé: l’inspiegabile
scomparsa di alcuni bambini in luoghi diversi. Qual è il filo rosso che collega queste
sparizioni? Non c’è alcuna motivazione, nessun segnale evidente, neppure una richiesta di
riscatto. E malgrado l’impegno senza sosta del commissario Marco Manente e della sua
squadra, sembra impossibile risolvere il mistero. Il clima è tesissimo, la stampa cittadina
scaglia contro l’organico del commissariato di San Marco accuse di inefficienza e invettive
feroci. Vedere la Polizia brancolare nel buio è più di quanto la gente possa sopportare.
Saranno la determinazione e la tenacia del sovrintendente Gennaro Santamaria, appassionato
di Sacre scritture e delle vite dei santi, e le felici intuizioni di Manente ad aprire concreti
orizzonti. Ci vorranno nove poliziotti sguinzagliati a far compere per una missione molto
anomala, trentasei analisi di laboratorio, due complesse ricerche e un’atmosfera carica di
suspense perché Venezia possa smascherare il mostro.