Avrei dovuto iniziare la nuova rubrica relativa alla miglior parata della settimana, invece lo sputo di Costa ha gioco forza deviato la mia attenzione.
Voglio comunque sottolineare la parata effettuata dal nostro Szczesny al minuto 74 sul risultato di 2-0, in cui si è opposto con prontezza ed efficacia su un insidioso e repentino tiro dai 25 metri. Intervento tutt’altro che facile, primo perchè il tiro è stato scagliato improvvisamente sfruttando un vuoto di marcatura, dimostrando grande concentrazione in un momento in cui è più facile pensare al dopo partita (garbage time lo definiscono in NBA); non è mai scontato essere attenti sul risultato di vantaggio e ne scrivero poi. Secondo perchè la traiettoria ha cambiato direzione durante il tragitto, ormai i tiri da lontano sono quasi tutti così, presentano questo tipo di insidia e se non ti opponi con decisione fermezza rischi, invece Tek inquadra da subito si lancia senza disunirsi e con le 2 mani unite spedisce la palla nella tribuna opposta. Intervento simile lo effettuò Buffon nella semifinale di ritorno UCL 2015 a Madrid opponendosi allo stesso modo nei primi minuti ad un tiraccio di Bale, evidenziando concentrazione (i primi minuti sono insidiosi per un portiere) e tecnica (2 mani). Tutt’altro quindi che normale amministrazione, a mio avviso con i materiali di oggi non esiste, infatti 24 ore prima Handanovic in occasione del goal subito (anche se imparabile) non ha dimostrato concentrazione, dapprima assumendo una posizione sbagliata decentrata allineandosi sciaguratamente con 3 uomini che gli hanno coperto la palla, successivamete non accennando il volo. Lo sloveno non “l’ha fatta fuori” ma semplicemente ha dimostrato la sua scarsa attitudine nel prepararsi e intervenire sui tiri da fuori, infatti il suo linguaggio del corpo non tradisce. Concentrazione decisiva, soprattutto quando affronti avversari inferiori in casa, in cui le occasioni sono poche e da sfruttare, talvolta sono solo da lontano ma sono quelle più cariche di insidie infatti …
Ma i riflettori di questo turno sono puntati sullo sputo di Douglas Costa: il mondo del calcio è indignato, se ne faranno una ragione ma spero anche la società Juve che ha una ghiotta occasione per svoltare il post Madrid. Mi spiego.
Il gesto di Costa è inqualificabile sebbene provocato, ma l’errore può essere rimediato da subito con scuse ufficiali del giocatore e della società magari con un intervento del presidente Agnelli. Dubito accada, purtroppo, infatti le scuse pervenute di Costa via social sono dirette ai compagni e tifosi ma non agli avversari e spettatori, particolare che denota l’assenza della società. Tutt’altro che porgere l’altra guancia, strutturare un piano di scuse tempestive avrebbe significato un duplice vantaggio: il primo congelare le reazioni pirotecniche dei media, il secondo richiamare all’ordine i suoi dipendenti cancellando in un solo colpo il vergognoso post Madrid.
Costa giustamente pagherà con le giornate di squalifica e la multa, non auspico sgabelli o gabbie perchè il reato prevede una pena precisa nulla più, purtoppo i toni assumeranno connotati diversi dal regolamento sfociando nella tediosa morale.
Lo sputo è peggiore di un intervento volontario con conseguente infortunio grave?
Lo sputo è peggiore di un insulto razzista?
Lo sputo è peggiore di una qualsiasi condotta provocatoria?
Andrea Agnelli avrebbe risolto tutto con un suo intervento subito dopo la partita, dirottando il dibattito su una eventuale inchiesta nei confronti del balilla Di francesco, invece mi sa che alimenterà l’odio nei confronti della Juve. Odio che è già palese per le vittorie guadagnate e dimostrate sul campo, alimentarlo per la variazione dello “stile Juve” mi sembra rischioso inutile e inopportuno.
Rischioso e inopportuno anche l’atteggiamento della squadra in campo soprattutto nella gestione del vantaggio, in cui si è notato il solito calo di concentrazione sia in fase di realizzazione(3/4 goal divorati), che in fase di palleggio e difesa (errori sul goal subito).
Il calcio è uno sport ad alta gradazione episodica, basta una disattenzione per riaprire partite già concluse e mandare tutto in vacca, col Sassuolo ci siamo andati vicino.
Innanzi tutto gli errori per chiudere definitivamente la partita e sedare gli animi, è un aspetto che si sottovaluta perchè gli avversari della Juve sono abituati si a perdere, ma altrettanto rodati nello sfruttare le misere occasioni concesse.
Amnesie durante la gestione tecnica del risultato è un marchio di fabbrica, Allegri ha sempre sostenuto che bisogna essere perfetti in quella circostanza ponendo sempre la massima attenzione.
Il goal preso sta diventando uno spiacevole trend (Chievo e Parma): il cross permesso dal laterale di turno che non accorcia la distanza nei confronti dell’avversario e Bonucci che guarda la palla e perde di vista l’attaccante; anche in questa situazione si evince un calo di tensione anzichè aumentarlo per i motivi di cui sopra.
4 vittorie su 4 nessun allarme per carità, ma una chiara motivazione per migliorare.
Settimana scorsa ho fatto un parallelo tra il “doppio standard” nel tennis e nel calcio (non ha portato bene, leggere l’ultima riga), oggi lo ripropongo lanciando una provocazione.
Il Difra quando riceve lo sputo anzichè pulirsi (sfido chiunque a non farlo immediatamente) si volta prontamente a cercare l’arbitro e a chiedere provvedimenti che per regolamento è vietato pena l’ammonizione che nel caso non gli viene comminata.
Lo so, la mia (anche) è una provocazione ma non sputatemi addosso.
(Alessandro Rota)
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